Dal 30 novembre al 1 dicembre il Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma ospita Piccola società disoccupata, uno spettacolo di Beppe Rosso su testi di Rémi De Vos. Contenuto creato in media partnership.
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Rémi De Vos è un autore tra i più conosciuti attualmente in Francia, classe 1963, è invece sconosciuto al grande pubblico italiano; in realtà però non troppo tempo fa l’autore nato a Dunkerque ha visto un proprio testo messo in scena nel bel paese, si trattava di Alpenstock, allestito con la regia di Angelo Savelli al fiorentino Teatro di Rifredi. In quel caso sotto la lente di ingrandimento di De Vos passavano in analisi soprattutto xenofobie e machismi nella contemporanea mitteleuropa; la forma era quella della commedia da interni borghese. Ma il teatro dello scrittore transalpino è in grado di dispiegarsi anche oltre i generi tenendo sempre fisso un accurato sguardo sull’orizzonte del reale, attraversandolo però con un’ironia tagliante e malinconica allo stesso tempo.
Beppe Rosso con la sua compagine Acti Teatri Indipendenti porta, per la prima volta a Roma (sarà in scena al Teatro Quarticciolo dal 30 novembre fino al 1 dicembre), uno spettacolo nato proprio dalla fusione di due testi di Rémi De Vos, dal titolo Piccola società disoccupata. Lo stesso regista (anche uno dei tre attori sul palco insieme a Ture Magro, Barbara Mazzi) si è occupato della stesura drammaturgica a partire dalla traduzione di Luca Scarlini.
Al centro della questione c’è il lavoro e i due testi scelti dal regista trattano l’argomento in maniera diversa ma senza perdere mai di vista quell’ironia – a volte figlia dell’assurdo – che inevitabilmente viene anticipata o sorpassata da una tristezza in grado di aprire cortocircuiti esistenziali. Il primo testo utilizzato da Rosso è anche la drammaturgia che a De Vos ha premesso di cominciare la carriera: Débrayage è infatti un testo del 1994, con il quale il drammaturgo, all’epoca trentunenne, vinse un premio della Fondation Beaumarchais. Già dal titolo, “Disimpegno” in italiano, si può intendere la volontà di avvicinarsi con leggerezza al complesso tema del lavoro. Anche perché negli anni Novanta cominciava la dura maturazione di un nuovo periodo, neoliberista, che avrebbe portato poi, con gli anni Duemila, un’intera classe sociale, quella operaia, e dei lavoratori in genere, a dover retrocedere rispetto ai diritti novecenteschi acquisiti.
L’angoscia del licenziamento, il lavoro che non c’è e va cercato (creando una vera e propria dipendenza), piccole trame si alternano, fino a quando l’occupazione lavorativa viene vista alla stregua di un atto sessuale che si svolge attraverso un corteggiamento in cui la seduzione passa proprio per un elogio delle qualità professionali: la scrittura di De Vos sembra essere sempre in procinto di far emergere un assurdo assopito sotto la coltre del reale. Così avviene anche ne L’intérimaire, qui l’interinale, personaggio che la Storia vorrebbe piccolo e gracile, trova invece un riscatto che di nuovo passa per il potere del sesso. La sua è una piccola rivincita con la quale viene messo sotto scacco il potere piramidale del luogo di lavoro.
Andrea Pocosgnich
dal 30 novembre al 1 dicembre 2018
Teatro Biblioteca Quarticciolo, Roma
Piccola società disoccupata
produzione ACTI Teatri Indipendenti
con il sostegno del Sistema Teatro Torino e Provincia
testi di Rémi De Vos
traduzione Luca Scarlini
con Ture Magro, Barbara Mazzi, Beppe Rosso
regia e drammaturgia Beppe Rosso