HomeMedia partnership«Puglia Showcase: creare l'incontro». Intervista a Giulia Delli Santi

«Puglia Showcase: creare l’incontro». Intervista a Giulia Delli Santi

Si svolgerà a Roma, dal 26 al 30 settembre, la prima edizione di Puglia Showcase. Dodici appuntamenti per conoscere, negli spazi del Teatro di Villa Torlonia e del Teatro Palladium, le produzioni contemporanee del teatro e della danza pugliesi. Una vetrina d’eccezione e un modello inedito che ci siamo fatti raccontare da Giulia Delli Santi, dirigente responsabile delle attività del Teatro Pubblico Pugliese. Contenuto in media partnership.

Come si inserisce Puglia Showcase 2018 nelle attività portate avanti dal Teatro Pubblico Pugliese?

Il progetto si avvia da un finanziamento della Regione Puglia che ci dà la possibilità di promuovere delle produzioni regionali, cioè di esprimere al meglio il nostro teatro e la nostra danza su palcoscenici diversi, extra pugliesi. In questo senso Puglia Showcase si propone come uno spazio specifico, riservato all’esposizione protetta e sistematizzata di una parte dell’operato creativo e produttivo che si snoda nel circuito pugliese. È naturalmente una chance di raggiungere un pubblico vasto e diverso, di mostrare “il meglio” del lavoro degli artisti pugliesi, e allo stesso tempo permetterà a questi artisti di misurarsi con dimensioni altre, non sempre facili da intercettare. In termini di funzionamento interno, quello della “vetrina” è un meccanismo già sperimentato: abbiamo già organizzato due edizioni in Puglia, creando un canale “in loco” tra gli artisti e gli operatori nazionali e internazionali che abbiamo invitato. Quest’anno lo facciamo a Roma, proprio nella speranza di ampliare e valorizzare la rete dei rapporti professionali, oltre i confini regionali. Questa è la “mission”.

Parlaci dei criteri del meccanismo selettivo e del programma che è stato composto.

A maggio è stato pubblicato un bando. La commissione che ha valutato le proposte era composta da Antonio Calbi, da Luca Aversano, direttore del Teatro Palladium e docente dell’Università degli Studi Roma Tre e dal critico Andrea Porcheddu, che conosce bene il teatro pugliese e allo stesso tempo ha naturalmente gli strumenti per leggerlo nell’orizzonte più ampio della scena nazionale. Tre sguardi diversi per operare una valutazione che fosse il più possibile originale e completa, che restituisse uno squarcio sincero sulla scena pugliese. Abbiamo ricevuto 38 progetti e, dalla selezione, sono emersi i 12 spettacoli che vedremo sui palchi del Teatro di Villa Torlonia e del Teatro Palladium a fine mese. Non un festival ma una vera e propria “vetrina”, tre spettacoli al giorno offerti al pubblico romano e non solo. Accanto a questa programmazione, offriamo alle altre compagnie, quelle non selezionate, la possibilità di avere un B2B con gli operatori. Siamo molto felici di poter garantire questa apertura, lo riteniamo un passo importante. Vorrei aggiungere che, per la maggior parte, si tratta di compagnie già presenti nei cartelloni di tutta Italia e, in alcuni casi, anche fuori dall’Italia. La particolarità del progetto è quella di creare una dimensione in cui questi artisti traggano forza dalla reciproca vicinanza. Sono stati scelti molti classici rivisitati: l’Anfitrione di Teresa Ludovico, Il Misantropo di Molière dell’adattamento di Francesco Niccolini diretto da Tonio De Nitto, Medea per strada di Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi, per la regia di Gianpiero Borgia, i Sei personaggi in cerca d’autore della compagnia Vico Quarto Mazzini, la riscrittura de I Giganti della Montagna di Principio Attivo Teatro. E poi Licia Lanera che, con The Black’s Tales Tour, lavora sull’archetipo della fiaba, operando una vera e propria rivoluzione culturale attraverso il linguaggio e la mise en éspace. Insomma, la grande letteratura e il grande teatro del passato hanno molto da dirci, possono essere filtrati e rivoluzionati dalla sensibilità contemporanea.

Il ragionamento accurato sulla vetrina come vero e proprio di dispositivo di politica culturale è molto evidente dal tuo discorso.

Proprio così. L’aspetto più importante per noi è la possibilità di “fare rete”: offrire anche alle compagnie che a volte hanno delle difficoltà strutturali a girare una chance concreta e, allo stesso tempo, valorizzare in una luce nuova il lavoro di chi ha già un riscontro. Non vogliamo “vendere” gli spettacoli ma fare un’operazione più ampia di promozione e politica culturale. Avevamo già fatto delle mosse in questa direzione in passato con la programmazione di Puglia in scena: alcune compagnie o produzioni pugliesi sono state supportate nella possibilità di andare in scena al Teatro Eliseo, a Romaeuropa Festival e al Teatro Elfo Puccini di Milano. Questo però è un meccanismo inedito ed è anche è la prima volta che una regione porta una vetrina fuori dai propri confini. Speriamo che possa dimostrarsi un modello vincente, da replicare non soltanto per noi nel futuro ma, magari, d’ispirazione per altri. Sarebbe bello pensare a un’Italia artistica più connessa e più sfaccettata, e che al meccanismo dei festival venisse affiancato un tassello ulteriore. La vetrina raccoglie e racconta uno spaccato culturale: noi vogliamo creare l’incontro, “trapiantare” un’isola pugliese nel centro di Roma. Questo procedimento, in qualche modo, sottende un’idea di mercato diversa e più flessibile e aperta, nella quale crediamo moltissimo.

Dicci, in una formula, cosa è la Puglia teatrale e danzante per te.

La Puglia teatrale e danzante è vulcanica, è un continuo fermento. Basti pensare alle nostre produzioni di teatro ragazzi che vincono tanti premi in giro per l’Italia. E poi è un terreno di confronto con la lezione dei grandi maestri. Se te la dovessi raccontare in tre parole: esplorazione, crescita, festa. Una festa di pensieri, di storia e di innovazione.

Redazione

Leggi il programma completo di Puglia Showcase 2018

 

 

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