Nell’ambito di Flux, Festival Lituano delle Arti a Roma, Eimuntas Nekrošius e Oskaras Korsunovas, all’Auditorium Parco della Musica, hanno portato in scena rispettivamente, A Hunger Artist e The Lower Depths. Recensione
Rimaste per molto tempo relegate a remoto e piccolo lembo d’Europa, le Repubbliche baltiche vivono oggi un momento di generale popolarità anche in Italia, grazie soprattutto alla grande vitalità culturale che anima le attuali politiche lituane, dinamiche e lungimiranti. I luoghi raccontati superbamente da Jan Brokken in Anime baltiche sembrano finalmente affrancarsi dal desiderio di indipendenza, come dimostra la solida rete di eventi culturali e festival che da anni vengono organizzati per aprirsi a scenari internazionali.
In questa prospettiva si inscrivono anche le celebrazioni per il Centenario dell’indipendenza della Lituania, con la realizzazione di Flux. Festival Lituano delle Arti che dal 4 al 15 maggio ha organizzato a Roma dodici giornate di proiezioni, arte, spettacoli teatrali con alcuni tra i più significativi artisti del panorama nazionale.
Il Festival, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, con l’Istituto di Cultura Lituano, in collaborazione con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e l’Ambasciata della Repubblica Lituana ha voluto offrire alla città di Roma la possibilità di sperimentare la varietà dell’arte lituana, dal teatro all’arte visiva, passando per la musica e l’architettura.
Non una semplice proclamazione di indipendenza ma una vera rinascita, in cui, però, permangono i riferimenti al passato dell’Europa. È l’Europa, infatti, ancora una volta, la materia di studio dei due capisaldi della scena contemporanea teatrale lituana, Eimuntas Nekrosius e Oskaras Korsunovas, che all’Auditorium Parco della Musica hanno portato in scena rispettivamente, A Hunger Artist e The Lower Depths.
Lo spettacolo, messo in scena da Nekrosius e prodotto nel 2010 da Meno Fortas – la compagnia teatrale fondata dal regista lituano e con base a Vilnius – è uno sguardo analitico su uno degli ultimi scritti di Franz Kafka, un lavoro conciliato con le vocazioni surreali tanto care allo scrittore ceco e più marcatamente rivolto al grottesco. La parabola dell’artista del digiuno può essere considerata una riflessione sullo spettro di tutte le emozioni possibili che animano la vita di un artista: narcisismo, solitudine, incomprensione, inutilità; ma è anche il frutto di un interesse personale dello scrittore, che si avvicinò con grande curiosità alle teorie sulla masticazione dello studioso americano Horace Fletcher a indagare, quindi, il corpo umano e la sua affascinante finitezza di muscoli e nervi. La meccanicità funzionale degli organi digerenti viene messa in scena da Nekrosius con semplicità e una sobria ironia: un esofago, uno stomaco e un intestino si muovono tra le mani degli attori Vygandas Vadeiša, Vaidas Vilius, Genadij Virkovskij, in un allestimento superbo nella sua essenzialità. Viktorija Kuodyté, con la sua leggiadra magrezza, smussa gli spigoli del protagonista kafkiano, restituendogli una dolcezza genuina e bestiale allo stesso tempo, fino al progressivo passaggio finale nella figura della pantera, rappresentata dalla maliziosa flessuosità di gambe scalcianti in un gioco di figure che omaggia l’enfasi mimica del cinema muto. Nekrosius racconta Kafka senza voler aggiungere quasi nulla al testo, lasciando nello spettatore un senso di sospensione e desiderio inappagato di godere quel teatro visionario e antinaturalistico che solitamente è proprio dei suoi lavori.
Interessante è la rilettura de I Bassifondi di Maksim Gorkij, curata da Oskaras Korsunovas e dalla compagnia aperta itinerante dell’Oskaras Korsunovas Theatre – OKT, che ritorna ad una delle opere più potenti della letteratura russa prerivoluzionaria e la attualizza con estrema semplicità. I reietti restano una costante invariata nella Storia: parlano la stessa lingua anche se appartengono ad aree geografiche diverse, hanno gli stessi volti e la stessa disperazione. Un criminale, una prostituta, un nobile decaduto, un facchino, un attore. Li ritroviamo ad attendere il pubblico dietro un tavolo pieno di bottiglie e bicchieri di vetro ricolmi di vodka, intorno casse di legno, con uno sguardo serio e una compostezza, che, inizialmente, dà l’impressione di essere entrati in una sala conferenze e non in un teatro. Lo spazio tra la scena e il pubblico è molto ridotto. Nella regia di Korsunovas c’è la chiara volontà di non restare dentro la visione di Gorkij, ma piuttosto di mantenere fede alla realtà, quella attuale, come a un discorso sul senso della vita, sui grandi temi ontologici fatti tra persone che, arbitrariamente e non, vivono ai margini della società. In questo, il lavoro si presenta molto credibile e profondamente umano: tragico nei momenti di riflessione, urlato e privo di senso quando si tenta un confronto tra le idee dei protagonisti.
Un convitato di pietra; un vecchio viandante (Dio?) le cui frasi ritornano per tutto lo spettacolo – ora sulla bocca degli attori, ora su display luminosi – come avvertimenti; grandi verità appuntate qua e là, svilite dai supporti tecnologici del tempo attuale. Nel minimalismo del teatro di Korsunovas, tra i tanti spunti di riflessione sul lavoro personale dell’attore e i chirurgici richiami a Shakespeare, sembra di sentire il respiro della Lituania, delle sue architetture, delle stazioni, dei suoi uomini di cultura e, soprattutto, della sola cosa rimasta identica e imperturbabile in decenni di occupazioni e stravolgimenti politici: la natura. Come in Egle. The Queen of The Serpents, la coproduzione tra l’OKT e il Lithuanian National Drama Theatre presentata alla tredicesima edizione del Sirenos Festival di Vilnius, anche in The Lower Depths le foreste lituane, i paesaggi innevati, le grandi spiagge sul Baltico vengono riproposte in fotogrammi muti, testimoni immobili delle vicende umane e di una domanda senza tempo: “Di cosa dovrebbe avere paura un uomo?”
Giuseppina Borghese
di Franz Kafka
Produzione Meno Fortas Theatre
The Lower Depths
di Maxim Gorkij
Regia Oskaras Korsunovas
Scenografia Dainius Liškevičius ir Oskaras Koršunovas
Costumi Agnė Kuzmickaitė
Musiche Antanas Jasenka
Cast Jonas Verseckas, Rasa Samuolytė, Nelė Savičenko, Julius Žalakevičius, Darius Meškauskas, Dainius Gavenonis, Darius Gumauskas, Giedrius Savickas, Tomas Žaibus, Rytis Saladžius