Dopo il riparto del FUS: il sistema dello spettacolo dal vivo e la confusione
Il 16 febbraio la Consulta per lo spettacolo ha approvato il riparto delle aliquote del FUS per l’anno 2018.
Presa visione della tabella relativa allo spacchettamento si può constatare che per i diversi comparti il FUS
2018 è sostanzialmente uguale alla previsione della Legge di stabilità 2017, successivamente incrementata
con un intervento “una tantum” di 8 milioni di euro: subiscono al momento dei tagli le “Residenze”, gli
“under 35”, “i progetti multidisciplinari, i progetti speciali, le azioni di sistema”, per i quali verranno trovate
delle risorse aggiuntive. Va dato atto al Ministro Franceschini di aver riallineato il FUS 2018 al livello del
primo riparto del gennaio 2017 (quasi 334 milioni di euro) recuperando circa 9 milioni di euro rispetto al
desolante quadro di un mese fa. Nonostante ciò, ad oggi risultano circa 7,7 milioni in meno.
Siamo consapevoli che, rispetto alla preoccupazione espressa da più parti lo scorso mese, il Ministro si è
impegnato a trovare delle risorse integrative, eppure tante sono le domande che il comparto si sta
ponendo e di cui CReSCo, coerentemente con la propria vocazione e identità, si fa interprete.
Abbiamo più volte lodato l’approvazione di una legge dello spettacolo da vivo che finalmente, dopo 71
anni, ha posto le basi per l’approvazione del Codice dello Spettacolo, attraverso le deleghe al Governo.
Ripartiamo da qui.LA LEGGE
In particolare all’art. 4 della Legge n. 175 si prevede un aumento del FUS pari a 9,5 milioni. Dobbiamo
constatare che, ad oggi, questo aumento non c’è, o meglio ancora, che NON incrementa il FUS dell’intero
sistema dello spettacolo dal vivo, essendo stato destinato ai carnevali (2 milioni) e a specifici soggetti (6
milioni) che saranno beneficiari nel 2018 di un doppio finanziamento a valere sul FUS.
Confessiamo una certa apprensione dovuta alla prima applicazione della Legge, che potrebbe comportare
un precedente per gli anni a venire, distante dalle premesse accolte con entusiasmo dai lavoratori dello
spettacolo dal vivo.
Siamo certi che risorse straordinarie saranno integrate; quel che ammettiamo di non comprendere è la
ratio per cui si finanziano con il FUS i carnevali o 2 specifiche imprese private, mentre ci si impegna a
finanziare le Residenze a valere su altri capitoli di bilancio. Riteniamo che sarebbe stato più comprensibile il
contrario, soprattutto nella misura in cui gran parte delle Regioni italiane sono sul punto di emanare un
bando che, come prevede l’art. 43, risponde a un finanziamento congiunto Stato-Regioni.I TEMPI
CReSCo chiede tempi certi e risposte chiare al Ministro, al fine di dissipare la preoccupazione e l’incertezza
che si sta diffondendo in maniera orizzontale e trasversale tra i soggetti dello spettacolo dal vivo.
Apprendiamo che le istanze pervenute per il triennio 2018/20 sono inferiori (1317) rispetto alla precedente
triennalità (1344): dobbiamo, per amor di verità, portare alla luce il timore che, come nello scorso triennio,
i soggetti più esposti al rischio di “stare fermi un altro giro”, siano proprio le nuove istanze, a discapito di un
dinamismo del sistema tanto auspicato dalla Legge e dagli obiettivi strategici del DM previsti dall’art. 2.LA CONSULTA
Apprendiamo che la Consulta, su proposta del Presidente dell’Agis Carlo Fontana e condivisa dal Ministro,
ha approvato un ordine del giorno che raccomanda al Parlamento di evitare gli interventi singoli e specifici a
soggetti percettori di FUS, riconducendo tutte le risorse al FUS. Ci chiediamo, in totale franchezza, se
davvero abbiamo ancora voglia di considerare straordinario ciò che dovrebbe essere la norma.L’IMPRESA ECCEZIONALE è ESSERE NORMALE
Prendiamo a prestito un verso di una canzone di Lucio Dalla per lanciare un invito all’intero sistema dello spettacolo dal vivo. CReSCo ritiene che dovremmo essere in grado di non ricorrere più a misure
straordinarie frutto della buona volontà personale della parte politica, ma dovremmo trattare il comparto
con la stessa attenzione che si presta a tutti i lavoratori, al fine di garantire una crescita reale e un sistema
dello spettacolo dal vivo sano e normale, oltre che normato.
Rappresentiamo certo un sistema complesso, anomalo, contrassegnato da diversità e differenze, ma
operiamo tutti per la crescita del patrimonio materiale e immateriale della grande comunità di questo
Paese, meritiamo forse un maggiore controllo e una verifica dei finanziamenti più puntuale.
L’invito di CReSCo è riportare lo stato delle imprese a una normalità degna di un Paese che è simbolo in
tutto il mondo di cultura e bellezza. Proteggiamo l’immensa meraviglia che siamo in grado di esprimere, a
tutti i livelli, politici e poetici.
Comitato C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea
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