Si è chiusa la prima edizione di Todi OFF, una rassegna di spettacoli della scena contemporanea ospitata dal Todi Festival. Qualche riflessione.
La prima volta che, da appassionati di arti sceniche, si sbarca a Edimburgo o Avignone si rimane affascinati dallo strano equilibrio che c’è tra i fasti dei festival “on” e le follie carnevalesche dei corrispettivi “off”. Proprio una fondamentale ambiguità potrebbe stare a determinare quel fascino: da un lato c’è il desiderio di rendere popolare e accessibile (ad artisti e spettatori) un evento che di per sé sarebbe indirizzato a una élite; dall’altro questa sorta di “resistenza alternativa” non fa che sottolineare la differenza che c’è tra il teatro dei grandi nomi e quello indipendente.
Ma quali differenze ci sono con l’Italia? Il sistema dei festival in questo paese sta certo diventando una strategia di produzione e presentazione di creazioni che troppo spesso non riescono comunque a circolare. Se si parla di Italia, bisogna poi aprire un discorso a parte sul termine “off”, perché – abituati come siamo alla scarsità e complessità del sostegno pubblico alle arti – forse è proprio la dicotomia con “on” e il significato di “teatro indipendente” a rappresentare un unicum rispetto a tutte le esperienze europee a cui ci si voglia ispirare.
A Todi, in occasione del trentesimo Todi Festival, Roberto Biselli e i suoi collaboratori di Teatro di Sacco hanno dato vita a Todi OFF, che ha raccolto nel piccolo ma suggestivo spazio del Nido dell’Aquila una rassegna a ingresso gratuito, curata in consulenza con il sottoscritto insieme a Francesca Romana Lino, Andrea Porcheddu, Francesca Serrazanetti e Alessandro Toppi.
La mia proposta è stata Dino di Bernardo Casertano (di cui avevamo già parlato qui) uno spettacolo che negli anni sta trovando faticosamente qualche necessario spazio per crescere e che a Todi ha trovato modo di mostrarsi a una platea molto mista. La sua semplicità e la sua poesia si sono confrontate con un ragionamento più ampio, in uno spazio di presentazione che finalmente, a differenza di molti festival, prevedeva momenti dedicati esclusivamente a incontri e riflessioni.
Inserita in un programma quotidiano, ciascuna proposta ha dimostrato di avere qualcosa da dire; qualcos’altro si è detto negli incontri quotidiani. Di questo e d’altro parla il comunicato condiviso che copiamo qui di seguito, per dare conto di un’esperienza alla quale auguriamo un luminoso futuro.
Sergio Lo Gatto
UNA RIFLESSIONE AL TERMINE DI TODI OFF
In occasione della trentunesima edizione del Todi Festival, la kermesse, ideata e fondata, nel 1987, da Silvano Spada, sotto l’attuale direzione artistica di Eugenio Guarducci, da quest’anno ha saputo cogliere la provocazione di Roberto Biselli, attore, regista e direttore artistico del Teatro di Sacco della vicina Perugia. Come in molti festival di respiro internazionale, da quest’anno anche Todi Festival ha inaugurato una sezione off.
In questi appuntamenti si sono potuti apprezzare spettacoli di grande qualità, tutti prime regionali e, spesso, esiti produttivi di reti teatrali virtuose. A sceglierli, sono stati i cinque critici, a cui lo stesso Biselli ha lanciato la sfida di immaginare delle proposte in grado di creare cortocircuiti per un pubblico abituato a un teatro più tradizionale. Provenienti da Roma (Andrea Porcheddu, Sergio Lo Gatto), Milano (Francesca Serrazanetti e Francesca Romana Lino) e Napoli (Alessandro Toppi), i critici si sono assunti questa responsabilità e poi di accompagnarne la visione in una serie d’incontri col pubblico che hanno anche saputo intercettare anche gli allievi delle tre Masterclass attivate dal Todi Off con maestri del calibro di Elena Bucci, Roberto Latini e Michele Sinisi. La tavola rotonda del 30 agosto, poi, è stato l’occasione anche per un’auto riflessione, che ha rilanciato il bisogno di superare la dialettica fra teatro on e teatro off, attraverso esperienze partecipative come questa, interessate alla definizione di un lessico comune.
Nel ringraziare il Direttore del Todi Festival Eugenio Guarducci per l’ospitalità e il Direttore della rassegna Off Roberto Biselli per aver ideato e proposto questo progetto, esprimiamo il nostro apprezzamento per questa start up, il cui valore aggiunto è stato anche quello del recupero di una dimensione e di un tempo slow, capaci di favorire quell’incontro e quel confronto, che rendono il teatro esperienza viva. Ci auguriamo che questa sia solo una prima edizione, che ha già raccolto l’interesse e la partecipazione di un numeroso pubblico locale, e che si abbia anche in futuro il coraggio di investire sempre più in un progetto così coraggioso e di cui l’Umbria ha fortemente bisogno.
Francesca Romana Lino
Sergio Lo Gatto
Simone Pacini
Andrea Porcheddu
Francesca Serrazanetti
Alessandro Toppi