Don Giovanni! OperaCamion, allestimento della celebre opera di Wolfgang Amadeus Mozart, è un’iniziativa del Teatro dell’Opera di Roma organizzata per le strade della città e giunta alla sua seconda edizione. Recensione
Siamo nel 1974, Carlo Quartucci e Carla Tatò sono arrivati in piazza con il loro camion per mettere in scena Ibsen, o l’Histoire du Soldat. No, forse è il 1969 e Luca Ronconi si trova a Roma col suo Orlando Furioso destrutturato, itinerante e quello che vediamo è uno dei tanti palchi disseminati per il quartiere. Anzi no, nessuna delle due ipotesi. Non siamo negli anni ’70 e, anche se può sembrare incredibile, anche se la controcultura, le lotte di classe, l’anelito dell’arte sociale sembrano ormai essere ombre del passato, siamo a Roma, nel 2017, quartiere popolare di San Basilio, e al calare del sole andrà in scena il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart. L’iniziativa si chiama OperaCamion ed è al suo secondo anno di vita: dopo il grande successo ottenuto da Figaro! la scorsa estate, il Teatro dell’Opera di Roma ingaggia nuovamente il regista Fabio Cherstich per cimentarsi in un altro masterpiece. Su di un prato impietosamente bruciato dal sole è stato montato un particolare “palco”, nient’altro che un container trainato da una motrice, aperto e riadattato in due piani praticabili. Di fronte, a terra, è posizionata la Youth Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, che, diretta dal maestro Carlo Donadio, accompagnerà i giovani cantanti della “Fabbrica” Young Artist Program del teatro.
È rarissimo vedere tanti ragazzi in ambito operistico, come pure lo è vedere il pubblico, di appassionati e non, attrezzato con sedie da campeggio e cena al sacco, pronto a prendersi i posti migliori in prima fila. Così tra il via vai dei tecnici, le prove audio, i bambini che giocano, i ragazzi seduti a terra sotto al palco, gli appelli accorati contro il precariato dei musicisti, le bottiglie di birra e le “sigarette artigianali” si dà inizio alla singolare rappresentazione (non prima però dell’arrivo della sindaca Raggi e del suo entourage), avendo l’impressione di stare a casa, in famiglia, davanti a una gigantesca televisione iperrealistica.
Va in scena così il Don Giovanni, in una partitura ridotta a due ore (dalle tre originarie), che riesce comunque a conservare ed amalgamare le parti salienti dell’opera. Illesa anche la maggiore particolarità della pièce, l’alternanza di opera buffa e opera seria; quella che da definizione dovrebbe essere un’opera comica si carica in realtà di momenti altamente drammatici, segnalati da netti passaggi di registro musicale: in soli dieci minuti di opera si passa dalle risate per la misera condizione del servo Leporello al tentato stupro di Donna Anna, per arrivare all’uccisione del commendatore. La scena è spoglia e nera, eccezion fatta per i disegni e le proiezioni delle opere di Gianluigi Toccafondo, raffiguranti principalmente donne. Il protagonista (Maharram Huseynov) fa il suo ingresso in calzoncini e scarpini da boxe, mentre seduce una Donna Anna (Veronica Marini) inguainata in un vestito di tulle nero; i costumi bene si coniugano al resto dell’allestimento: pur trasparendo la grande qualità generale del lavoro, ogni cosa è volutamente semplice, senza pretese e mantiene quasi il sapore di uno spettacolo amatoriale.
Ogni cosa, tranne musicisti e cantanti, che dimostrano invece di essere a tutti gli effetti dei talentuosi professionisti, a partire dal piccolo organico orchestrale che esegue senza errori e sbavature due ore quasi ininterrotte di musica, superando brillantemente la difficoltà di suonare musica classica all’aperto e con una minima amplificazione. Bene anche i cantanti: oltre ai nominati Don Giovanni e Donna Anna, anche Leporello (Carlo Feola), Donna Elvira (Silvia Lee), Masetto (Federico Cavarzan), Zerlina (Reut Ventorero) e Don Ottavio (Murat can Guvem), strappano applausi al pubblico di non addetti ai lavori.
Uno spettacolo nato nell’ottica della massima diffusione dell’opera, e che riesce nel suo intento, a giudicare dalla folta platea arricchitasi via via nel corso della serata. Forse l’aggiunta della proiezione di sottotitoli (magari in versione parafrasata) e un maggior lavoro sulla gestualità avrebbe amplificato ancor di più l’effetto divulgativo, raggiungendo in modo maggiormente dinamico lo spettatore digiuno d’opera. Tuttavia non mancano divertenti gag e idee registiche d’impatto, realizzate con i mezzi a disposizione, come l’enorme capo di cartapesta del Commendatore su di un gracile figurante il quale, una volta ucciso, gironzola sul palco con la testa mozza o Donna Elvira vestita da sposa in scena sempre armata di revolver, pronta a vendicarsi di Don Giovanni.
Flavia Forestieri
Roma, giugno 2017
Dopo la “prima” a San Basilio e le repliche di Ostia e Tor Tre Teste, lo spettacolo verrà replicato martedì 4 luglio al Tufello per poi trasferirsi nel Lazio: sabato 8 Amatrice, martedì 11 Alatri, giovedì 13 Frascati, sabato 15 Leonessa.
DON GIOVANNI! OPERACAMION
musica Wolfgang Amadeus Mozart
libretto Lorenzo Da Ponte
direttore Carlo Donadio
esecuzione Youth Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
regia Fabio Cherstich
interpreti principali
DON GIOVANNI Maharram Huseynov
DONNA ELVIRA Silvia Lee
DONNA ANNA Veronica Marini
LEPORELLO Carlo Feola
MASETTO Federico Cavarzan
ZERLINA Reut Ventorero
DON OTTAVIO Murat can Guvem