HomeArticoliConvivere con le proprie ombre. I fantasmi di Marco Tullio Giordana

Convivere con le proprie ombre. I fantasmi di Marco Tullio Giordana

Questi fantasmi, testo di Eduardo De Filippo, è andato in scena al Teatro Carignano di Torino per la regia di Marco Tullio Giordana. Recensione.

Foto Ufficio Stampa
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La paura disegna una percorso sul corpo. Sale dal basso, corre lungo la schiena, accelera scivolando sulla pelle, fino a offuscare lo sguardo e i pensieri. Si riesce a percepirne il passaggio nel volto e nelle azioni di Pasquale Lojacono. A partire dalla sciagurata decisione di andare ad abitare, con l’amata moglie Maria, in un appartamento concesso a titolo gratuito perché notoriamente popolato di fantasmi, si assiste alla grottesca vicenda del noto testo di Eduardo De Filippo Questi fantasmi.

Visto al Teatro Carignano di Torino, per la sobria regia di Marco Tullio Giordana, in dialogo con la compagnia Elledieffe, capeggiata dal Pasquale Lojacono di Gianfelice Imparato e da sua moglie Maria, interpretata da Carolina Rosi. La scena – a cura di Gianni Carluccio – apre sull’ingresso dell’enorme casa napoletana, la luce si stempera sull’interno domestico, sulle rifiniture di una abitazione originariamente aristocratica. Il custode del palazzo racconta dei fantasmi che la popolano, delle dicerie che vi orbitano attorno, di timori e superstizioni tali da renderne impensabile il fitto; Lojacono accusa il colpo, decide di non rivelare alla moglie quest’incudine scaramantica e si fa carico della faccenda. Tuttavia non è certo un cuor di leone, perciò vive in uno stato di diffidenza timorosa e si ritrova alterato in modo via via crescente, fino al punto di interpretare come un benevolo dono elargito dai fantasmi l’ingente apporto economico lasciato dall’amante della moglie.

Foto Ufficio Stampa
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Un amante – Alfredo – dotato di moglie e figli, spesso si aggira nella casa trovandosi perciò a contatto con Lojacono che, prendendolo per il fantasma benefattore, gli è sodale e devoto. Da questo errore derivano delle incomprensioni e il povero Lojacono, il quale «ha lo sguardo irrequieto dell’uomo scontento, ma che non si è dato per vinto», passa agli occhi altrui come un marito senza scrupoli nè sentimenti, in grado di “vendere” la consorte per ottenerne dei vantaggi. La commedia si sviluppa tra equivoci e metafore efficaci, alcune scene memorabili di De Filippo sono restituite con sapienza e rigore: su tutte spicca quella del balcone, in cui il protagonista – rivolgendosi al dirimpettaio professo’ – discetta sulle modalità di fare il caffè, con lo zelo e la cura necessaria per renderlo davvero speciale («Questo non è caffè: questo è cioccolata»). Quanto poco ci vuole – dice – per rendere felice un uomo; ci vuole ad esempio la capacità, quasi psicotica, di rendersi miopi, così da poter scegliere a quale verità credere, decidendo la più inverosimile, quindi carica di meraviglia. I due protagonisti sono interpretati con attenzione e ritmo e in generale il lavoro della compagnia è perfettamente giostrato sui perni testuali impressi da De Filippo, rispettati e agiti con vivacità.

Foto Ufficio Stampa
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La regia di Tullio Giordana è puntuale e misurata, con quella devozione nei confronti del testo osservata anche in The Coast of Utopia. Mancherebbe tuttavia un contributo schiettamente originale se non si operasse un’unica forzatura rispetto all’opera: Maria – in un atto di esplicito empowerment – decide di sottrarsi non soltanto ai vaneggiamenti del marito, ma anche alle smanie dell’amante, uscendo di scena a testa alta, senza più sotterfugi, né obblighi.

Giulia Muroni

Teatro Carignano di Torino – aprile 2017

QUESTI FANTASMI!
di Eduardo De Filippo
con (in ordine di apparizione): Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Massimo Di Matteo, Paola Fulciniti, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Viola Forestiero, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo
regia Marco Tullio Giordana
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
musiche Andrea Farri
Elledieffe La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo

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Giulia Muroni
Giulia Muroni
Giulia Muroni, giornalista pubblicista, lavora per Sardegna Teatro dal 2017. Per il TRIC cura la programmazione artistica del festival Giornate del Respiro, è referente di alcuni progetti europei larga scala, è direttrice responsabile del magazine anāgata, componente della giuria del Premio Scenario e è responsabile dell'ufficio stampa. Lavora inoltre per Fuorimargine – Centro di produzione di danza e delle arti performative della Sardegna, per il quale si occupa di programmazione artistica e ufficio stampa. Ha pubblicato su diverse testate giornalistiche e scientifiche, riguardo ai temi dell'arte performativa, della filosofia del corpo e del portato politico dei processi artistici nei territori e nelle marginalità. Nata a Cagliari, è laureata in filosofia all'Università di Siena, si è specializzata all'Università di Torino e ha conseguito all’Università di Roma3 un Master di II livello in Arti Performative e Spazi Comunitari. Ha effettuato un tirocinio alla DAS ARTS di Amsterdam, nel periodo della direzione di Silvia Bottiroli. Ha beneficiato del sostegno Assegni di Merito e Master&Back della Regione Autonoma della Sardegna per i risultati del percorso accademico.

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