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Fabbrica del Vapore. Mandafounis e l’assenza

A seguito dell’assegnazione di 15 spazi presso la Fabbrica del Vapore, a Milano, siamo stati in uno di questi laboratori, il DiDStudio, per uno spettacolo di Ioannis Mandafounis. Recensione

Fabbrica del Vapore - Milano
Fabbrica del Vapore – Milano

Alla fine del secolo scorso, in piena rivoluzione industriale, in Italia – ma soprattutto al Nord – nascono le prime grandi industrie metalmeccaniche. La città di Milano è uno dei più fertili cantieri di nuove attività presenti sul territorio nazionale. Il 26 gennaio 1899 viene fondata la Ditta Carminati, Toselli & C., che si occupa della costruzione, riparazione, vendita di materiale mobile e fisso per ferrovie, tramvie e affini. Nel giro di breve tempo, la ditta si dedica anche alla produzione di materiale rotabile e, a seguito della trasformazione del metodo di trazione da animale a vapore o elettrico, si occupa dello studio di nuove carrozze tramviarie. Le tramvie, infatti, si avviano a diventare un settore decisivo dello sviluppo economico di quel periodo. Durante il fascismo la ditta entra in crisi e viene sciolta nel 1935, i grossi capannoni vengono danneggiati dai bombardamenti e l’area di via Procaccini diventa un piazzale per manovre di autotrasporti per lungo tempo.

L’ex Fabbrica Carminati Toselli – ora Fabbrica del Vapore – copre un’area complessiva di 30.000 mq., di cui 13.000 edificabili; è di proprietà del Comune di Milano e si compone della doppia vocazione di luogo di aggregazione giovanile e cerniera tra la formazione e il lavoro degli artisti. Nel marzo 2013 il Comune di Milano – nella persona del precedente assessore Chiara Bosco – con il tramite della Fondazione Milano, ha messo a bando la concessione d’uso triennale di quindici spazi all’interno del complesso della Fabbrica del Vapore, nel tentativo di rilanciare la struttura, affermandone la chiara identità di luogo di formazione, produzione e sperimentazione artistica. L’insediamento della Fondazione Milano come direttore artistico e coordinatore generale della Fabbrica del Vapore, è pensato come “longa manus”, propaggine attraverso la quale il Comune di Milano può esercitare un’amministrazione indiretta.

Foto di Zoe Dumont
Foto di Zoe Dumont

Queste nuove riassegnazioni hanno sparigliato le carte, tuttavia alcune realtà sono state riconfermate: Studio Azzurro, Aiace, Care Of, DiDStudio2. Siamo stati al DiDStudio2 – Danza Interattiva Digitale – luogo di ricerca e sperimentazione nel settore della danza contemporanea, in relazione ai nuovi media. Qui, con lo spettacolo ApersonA di Ioannis Mandafounis, è iniziato il calendario di spettacoli a cura di AiEP, associazione fondata nel 1996 da Ariella Vidach e Claudio Prati, che nelle prossime settimane vedrà in scena Paola Lattanzi per il progetto Brockenhaus, Spaziodanza, Fattoria Vittadini e Silvia Costa.

Ioannis Mandafounis, artista greco supportato dalla rete della danza svizzera, – già a Romaeuropa nel 2015 – in ApersonA anima, insieme alla danzatrice Elena Giannotti, un duo articolato sull’assenza. Nello spazio vuoto, mosso da un gioco di luci e penombre, il silenzio avvolge il movimento dei due danzatori. La mancanza di intenzione, di un’articolazione codificata del movimento, apre al dispiegarsi libero e – parzialmente – improvvisato di una danza che, attraverso qualità e registri differenti, compone un alfabeto disarmonico. Gli attraversamenti dello spazio creano l’occasione di incontri e stazioni, incroci e sovrapposizioni di corpi.

Foto di Zoe Dumont
Foto di Zoe Dumont

Giannotti, con una presenza stralunata, volge lo sguardo al pubblico, mentre con Mandafounis s’imbatte in un tête-à-tête sconnesso, disarticolato. Il silenzio viene trafitto da fischiettii e canti, poi un’armonica, una trombetta e una pianola giocattolo colmano lo spazio, ridotto a un cerchio di luce, con una stordente melodia infantile. Un esperimento che trova la sua cifra di originalità nei risvolti relazionali, nelle pieghe impreviste dell’azione di coppia. Condensato in una durata giustamente succinta, incuriosisce per l’afflato sperimentale e esplorativo privo di cupezza e seriosità. La volontà di “proporre un duo concettuale per scardinare l’idea stessa di concettuale” – che si legge dal foglio di sala – sembra tuttavia non tradursi su un piano più esplicitamente comunicativo, scivolando invece proprio sulla riproposizione di uno scenario concettuale.

Giulia Muroni

Visto al DiDStudio2, Fabbrica del Vapore, Milano – Marzo 2017

ApersonA

Ideazione Ioannis Mandafounis

Coreografia, Movimento Ioannis Mandafounis, Elena Giannotti

Outside eye Nina Vallon

Supporto drammaturgico Myriam Kridi

Luci David Kretonic
Costumi
Marion Schmid

Direzione di produzione Mélanie Fréguin

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Giulia Muroni
Giulia Muroni
Giulia Muroni, giornalista pubblicista, lavora per Sardegna Teatro dal 2017. Per il TRIC cura la programmazione artistica del festival Giornate del Respiro, è referente di alcuni progetti europei larga scala, è direttrice responsabile del magazine anāgata, componente della giuria del Premio Scenario e è responsabile dell'ufficio stampa. Lavora inoltre per Fuorimargine – Centro di produzione di danza e delle arti performative della Sardegna, per il quale si occupa di programmazione artistica e ufficio stampa. Ha pubblicato su diverse testate giornalistiche e scientifiche, riguardo ai temi dell'arte performativa, della filosofia del corpo e del portato politico dei processi artistici nei territori e nelle marginalità. Nata a Cagliari, è laureata in filosofia all'Università di Siena, si è specializzata all'Università di Torino e ha conseguito all’Università di Roma3 un Master di II livello in Arti Performative e Spazi Comunitari. Ha effettuato un tirocinio alla DAS ARTS di Amsterdam, nel periodo della direzione di Silvia Bottiroli. Ha beneficiato del sostegno Assegni di Merito e Master&Back della Regione Autonoma della Sardegna per i risultati del percorso accademico.

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