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Il cammino de La Bella Addormentata. Intervista a Susanna Salvi


Il nostro ciclo di interviste ai grandi interpreti della danza prosegue con Susanna Salvi, 26 anni, solista del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, oggi Aurora ne La Bella Addormentata.

Foto Yasuko Kageyama
Foto Yasuko Kageyama

Passo dopo passo, come un crescendo musicale, la carriera di Susanna Salvi si sta affermando grazie a una chiara maestria tecnica e interpretativa. A 26 anni, questa determinata e lungimirante danzatrice può contare su un percorso già ricco e sfaccettato: dopo il diploma alla Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma e un inizio di carriera nel corpo di ballo del teatro lirico romano nel periodo della direzione di Carla Fracci, Susanna Salvi ha proseguito a danzare prima negli Stati Uniti al Tulsa Ballet e poi nel corpo di ballo del Maggio Musicale Fiorentino. Nel 2014, dopo la chiusura della compagnia fiorentina, Susanna Salvi è rientrata al Teatro dell’Opera di Roma dove ha continuato a misurarsi con ruoli e coreografie via via più importanti. Il 14 e 15 febbraio debutterà come Aurora nella versione de La Bella Addormentata di Jean-Guillaume Bart.

Com’è stato il rientro in Italia dopo la stagione al Tulsa Ballet?

Al rientro, dopo un breve periodo di sospensione, sono entrata nel corpo di ballo fiorentino diretto da Francesco Ventriglia, una persona cui sono molto legata. Nel 2013 Francesco Ventriglia pensò di invitare Sylvie Guillem a Firenze per richiamare attenzione sulla compagnia che già stava attraversando un periodo di crisi. Siccome in estate avremmo poi ripreso lo stesso programma senza di lei, Sylvie Guillem mi scelse per danzare in Steptext di William Forsythe, una coreografia dove compare una sola danzatrice insieme a tre danzatori. Di quel periodo ricordo che Sylvie Guillem, silenziosa e concentrata, faceva solo un’ora di prove al giorno. All’inizio, in studio provavo il mio ruolo dietro di lei, poi però era talmente bello guardarla danzare che chiedemmo di poterci sedere mentre lei provava, era davvero incredibile vederla. Prima di andare via lei venne a salutarmi e mi disse: «Mi raccomando, ricordati che la cosa più importante è la musica». Ricordo che rimasi senza parole. Io non avevo avuto il coraggio di andare a salutarla perché mi vergognavo, ma era venuta lei da me. È stato un momento molto bello.

Come per ogni artista, anche il tuo percorso è costellato da una serie di incontri importanti. Chi è che rappresenta una guida per la tua carriera?

Sono grata a tutte le persone che stanno accompagnando il mio percorso. La mia prima guida è stata Elisabetta Terabust che mi aveva preso sotto la sua ala quando ero alla scuola di danza. Naturalmente, per quanto possa sembrare scontato, una persona molto importante per me è stata proprio Sylvie Guillem. Da lei ho imparato un particolare modo di lavorare che è quello di filmare le prove per poi studiarle successivamente. Come dicevo, lei faceva solo un’ora di prove al giorno: dopo il riscaldamento posizionava la telecamera e riprendeva tutta la prova. Dopo la prova continuava a lavorare guardandosi e correggendosi da sola. Il giorno successivo, in questo modo, era corretta. Tale modo di lavorare è molto funzionale perché non è importante solamente quello che ti viene detto dai maestri, ma anche quello che tu senti, in prima persona, col tuo corpo. Non sempre da fuori si vede quello che si sente danzando.

Foto Yasuko Kageyama
Foto Yasuko Kageyama

Stai per andare in scena nel ruolo di Aurora ne La Bella Addormentata. Stai arricchendo il tuo percorso con un crescendo di ruoli importanti, come vivi questo momento?

Questo è esattamente quello che volevo fare nella mia vita. Ho voluto fare la ballerina per arrivare qui e mi sembra che i vari “gradini” siano nell’ordine giusto: prima La Silfide a Firenze, poi Giselle, poi Lo Schiaccianoci, poi il Lago dei Cigni… e adesso La Bella Addormentata che solo ora, in effetti, avrei potuto fare. Se fosse stato il primo titolo forse avrei avuto qualche difficoltà. Pensa che l’ultima volta che ho fatto La Bella Addormentata, qui a Roma, ero nel corpo di ballo. In tre anni sono talmente cambiate le carte in tavola che oggi danzo il ruolo di Aurora. Come cambiano le cose! Grazie alla lungimiranza di Eleonora Abbagnato, che nella sua direzione punta in modo particolare sui giovani, ho potuto crescere.

Come cambia il tuo modo di allenarti, di studiare e di prepararti quando affronti il repertorio classico oppure quello contemporaneo?

Il metodo che uso è più o meno sempre lo stesso. Nel periodo de La Bella Addormentata, per esempio, già durante la lezione penso a usare le braccia o gli épaulement (la posizione delle spalle e del busto rispetto alla parte inferiore del corpo, ndr) in un determinato modo. Se stessi per danzare una coreografia di Forsythe senza dubbio lavorerei diversamente. Così quando arrivo in prova sono già pronta a danzare in un modo preciso e riesco a sfruttare meglio il tempo che ho a disposizione, anche perché il tempo per le prove non sarà mai abbastanza.

Come hai preparato il ruolo di Aurora?

Ho lavorato con il coreografo Jean-Guillaume Bart e con Patricia Ruanne, una maestra molto esigente. Il maestro Bart è diventato, in questo periodo, un mio importante riferimento. Lui è un esempio concreto: quando è in prova rende più semplice capire cosa voglia e il modo in cui dobbiamo lavorare sul movimento, sui dettagli. Ieri abbiamo provato in palcoscenico per la prima volta con la scenografia ed è meraviglioso, mi sono sentita una principessa! Inoltre, mi piacciono le sfide tecniche di questo balletto che, tra l’altro, è il primo balletto che ho visto quando sono entrata alla scuola di danza. Quindi per me La Bella Addormentata è il balletto. Danzerò con Vito Mazzeo e con Claudio Cocino (Claudio Cocino è stato nominato primo ballerino dopo la prima rappresentazione del balletto, l’8 febbraio 2017, ndr).

Foto Yasuko Kageyama
Foto Yasuko Kageyama

Come vivi il mondo del balletto, da danzatrice? Lo senti come parte della scena teatrale attuale oppure credi che in qualche modo sia una sorta di mondo a parte?

Penso che il mondo del teatro sia uno solo, e il balletto ne fa parte. Tra l’altro trovo riscontro di questo anche nelle persone che non frequentano abitualmente questo mondo e che, per qualche ragione, lo iniziano a conoscere. Le mie coinquiline, per esempio, qualche tempo fa mi hanno chiesto: «Perché voi danzatori non avete dei veri e propri maestri di recitazione che possano migliorare le vostre qualità attoriali?». In fondo è vero, dovremmo migliorare questo aspetto facendo riferimento ai migliori attori e attrici del momento. Quando sarò direttrice di un teatro mi ricorderò di suggerimenti come questo, perché il mondo del teatro e quello del balletto non sono mondi paralleli, ma appartengono allo stesso universo.

Gaia Clotilde Chernetich

LA BELLA ADDORMENTATA

direttore David Coleman and Carlo Donadio (10, 11, 12)
coreografia Jean-Guillaume Bart
assistente coreografa Patricia Ruanne
scene e costumi Aldo Buti
luci Mario De Amicis

CAST
PRINCIPESSA AURORA Iana Salenko 8, 9, 12 /
Rebecca Bianchi 10 /
Susanna Salvi 11, 14, 15
IL PRINCIPE Claudio Cocino 8, 9, 11, 12 /
Giacomo Luci 10 /
Vito Mazzeo 14, 15
Orchestra, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
produzione Teatro dell’Opera di Roma

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Gaia Clotilde Chernetich
Gaia Clotilde Chernetich
Gaia Clotilde Chernetich ha ottenuto un dottorato di ricerca europeo presso l’Università di Parma e presso l’Université Côte d’Azur con una tesi sul funzionamento della memoria nella danza contemporanea realizzata grazie alla collaborazione con la Pina Bausch Foundation. Si è laureata in Semiotica delle Arti al corso di laurea in Comunicazione Interculturale e Multimediale dell'Università degli Studi di Pavia prima di proseguire gli studi in Francia. A Parigi ha studiato Teorie e Pratiche del Linguaggio e delle Arti presso l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales e Studi Teatrali presso l'Université Paris3 - La Sorbonne Nouvelle e l'Ecole Normale Supérieure. I suoi studi vertono sulle metodologie della ricerca storica nelle arti, sull’epistemologia e sull'estetica della danza e sulla trasmissione e sul funzionamento della memoria. Oltre a dedicarsi allo studio, lavora come dramaturg di danza e collabora a progetti di formazione e divulgazione delle arti sceniche e della performance con fondazioni, teatri e festival nazionali e internazionali. Dal 2015 fa parte della Springback Academy del network europeo Aerowaves Europe, mentre ha iniziato a collaborare con Teatro e Critica nel 2013.

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