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Frammenti di controtendenza al femminile, a Torre Spaccata

Siamo andati alla festa di apertura del nuovo Teatrocittà Centro di ricerca teatrale e musicale del quartiere romano di Torre Spaccata diretto da Patrizia Schiavo e inaugurato con il concorso di corti teatrali Frammenti al femminile.

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Teatrocittà Centro di ricerca teatrale e musicale di Torrespaccata

Roma ha bisogno di fare festa. Si accettano inviti e soprattutto, regali, bando a formali complimenti; gli ospiti sono attesi insieme ai compagni di viaggio e ai nuovi arrivati. La certezza è una e sola: voglia di esserci per continuare a esserci. Ma Roma sa come rovinarsela, la festa, e sia pure a malincuore lo fa, con implacabile avventatezza, con l’abilità di chi vuole assopire lo slancio propositivo e quella tenacia che avrebbe il doveroso diritto di pretendere sostegno e sicurezza. Si tenta allora di esigere quella tranquillità che davanti ai nuovi fermenti possa fungere da guida, in grado di spianare percorsi che sembrano invece sempre più tortuosi e disseminati di risposte solo apparenti, che basta il “cambio della guardia” a gettarle nell’estenuata attesa.

Una volta arrivati, la festa alla quale eravamo stati invitati sembrava aver già cambiato segno: «È un paradosso: apriamo uno spazio teatrale quando proprio in questi giorni sono giunte minacce di sgombero a due locali della zona e oggi è arrivata una raccomandata di cui ho paura a scoprire il contenuto». Fondatrice della CNT compagnianuovoteatro nata a Locarno nel 2010 ma rifondata a Roma quattro anni dopo, Patrizia Schiavo, che ci accoglie con una timorosa soddisfazione fatta di entusiasmo e preoccupazione, ha deciso di assumere coraggiosamente la direzione artistica di Teatrocittà Centro di ricerca teatrale e musicale di Torre Spaccata. Frutto del progetto La Fabbrica dei sogni portato avanti dal Comitato di Sviluppo Locale, questa «Casa Teatro», come ama definirla Schiavo, è nata – dopo tre anni di lavori, con impiego di risorse e spese di ristrutturazione a carico degli stessi operatori – in quegli spazi adibiti prima a discarica del quartiere.

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In virtù di questa spinta, il 4 maggio 2013 Sandro Medici, allora presidente del X Municipio, consegnò un’ordinanza di custodia di 24 box del mercato e di 18 locali «per restituire alla città un progetto che parla di sociale, sport, economia, sviluppo territoriale, formazione e cultura». Il pachidermico sistema della messa a bando – prediletto dalle politiche culturali capitoline – relativo alla gestione, assegnazione e riqualificazione di strutture situate nelle zone di periferia spesso abbandonate al degrado, implode nei propri buoni propositi quando a turno l’Amministrazione comunale cambia e fallisce nel garantire una continuità progettuale a strutture che già di per sé, prima dopo e durante, vivono nella precarietà. Ora la zona delle Piscine di Torre Spaccata nel VII Municipio (ex X), proprio dietro Cinecittà, rischia di ricadere di nuovo nell’abbandono e nella minaccia incombente di sequestri. Non a caso risale a pochi giorni fa la notizia dello sgombero, preventivo, del centro sociale Corto Circuito.

L’inaugurazione di questo nuovo luogo teatrale, che a dispetto dei presupposti ci auspichiamo possa resistere nell’intento di fungere da «spazio polivalente e polifunzionale nel quale possano convergere energie e stimoli diversi», è affidata al concorso di Corti Teatrali Frammenti al femminile che per tre settimane presenterà brevi pillole di lavoro dalla durata di quindici minuti e, nella finale del 6 novembre, decreterà i vincitori, i quali avranno la possibilità di sviluppare il lavoro in residenza e di portarlo in scena nel mese di aprile 2017 in una rassegna, anch’essa al femminile. Durante ciascuna delle serate i corti saranno esaminati da una giuria di critici che al termine della presentazione e nell’assegnare i punteggi ai lavori, avrà la cura di spiegare le motivazioni della votazione, fornire consigli e suggerimenti: un tempo di coaching funzionale all’ascolto e confronto.

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Teatrocittà Centro di ricerca teatrale e musicale di Torrespaccata

Nella serata di apertura sono stati presentati: Mi chiamo Rachel Corrie di Alan Rickman con Maria Laura Caselli; La mamma da Lapin, Lapin di Coline Serreau con Sarah Nicolucci e Questo è un monologo di e con Beatrice Verzotti. “Bozzetti teatrali” ancora da affinare e dotare di consistenza, certo, ma in grado di accrescere il proprio potenziale drammaturgico e attoriale, introdotti da un momento di riflessione in cui gli ospiti giurati (Marco Palladini, Anna Maria Bruni, Vittorio Lussana, Grazia Schiavo e Lucilla Lupaioli) hanno focalizzato l’attenzione sulla sempre più viva necessità di luoghi che possano essere contenitore di rinnovati innesti e contaminazioni, aggiungendo alla discussione quel riconoscibile imprinting di pensiero legato al fare artistico delle “cantine romane” degli anni Settanta.

In controtendenza e in senso opposto, il che non implica necessariamente l’anacronismo o il voltare le spalle a una situazione fingendo di non vederla, si prosegue e persegue, nonostante tutto, l’obiettivo di un progetto che allontani la paura di un’interruzione violenta, confidando nella volontà di costruire, da un concorso, la struttura solida di un cartellone teatrale e di attività. Che le istituzioni cambino pure, che i sindaci si dimettano e ne arrivino degli altri, sapendo però che, invece di sgomberi preventivi, è sempre più urgente il bisogno di misure, preventivamente apportate, per evitare di far affondare nella perversione burocratica e limitante non solo il Teatrocittà ma tutte quelle realtà attive e resistenti sul e per il territorio romano. Non fate i guastafeste!

Lucia Medri

fino a domenica 6 novembre al Teatrocittà di Torrespaccata

vai al programma del concorso

MI CHIAMO RACHEL CORRIE
di Alan Rickman
con Maria Laura Caselli
regia di Antonio Ligas

LA MAMMA
da Lapin, Lapin di Coline Serreau
con Sarah Nicolucci

QUESTO NON È UN MONOLOGO
di e con Beatrice Verzotti

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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