HomeArticoliTino Caspanello. Il potere della parola e il silenzio

Tino Caspanello. Il potere della parola e il silenzio

QUINTA DI COPERTINA. Polittico del silenzio. Tre testi di Tino Caspanello pubblicati nel 2016 da Editoria & Spettacolo, nella collana Percorsi

tino-caspanello-teatro-polittico-del-silenzio-recensione

L’ultimo dei tre, Agnus, è un monologo, un flusso di coscienza che fa venir voglia di leggere ad alta voce. Perché come nel caso degli altri testi contenuti nel Polittico del silenzio di Tino Caspanello il qui e ora è un diaframma che lascia continuamente traspirare qualcosa che arriva da fuori: dimensioni del pensiero, del tempo e della spiritualità che sono un altrove sempre percepibile e in agguato.

Ripercorrendo a ritroso il volume edito da Editoria & Spettacolo – con la densa prefazione di Gerardo Guccini e una postfazione altrettanto analitica di Christine Resche – troviamo in chiusura un uomo che tenta il dialogo con Dio, non riceve nessuna risposta, o almeno noi non possiamo “ascoltarle”. Agnus è una preghiera, forse post mortem, ma è soprattutto un’appassionata riflessione sulla vita, senza retorica.

Il baricentro del volume è invece Kirie, dialogo tra un uomo e una donna. I due si incontrano in un parco, anche in questo caso la drammaturgia si apre a piccoli misteri, vuoti che alludono a situazioni ambigue e potenzialmente angoscianti. Ma è una dolce rarefazione quella in cui l’uomo e la donna si raccontano una storia, è un sogno, ma lo conoscono entrambi; ne nasce una piccola messinscena della vita in cui il discorso indiretto risucchia il dialogo. Caspanello – vincitore del Premio Riccione nel 2005 e rappresentato anche in Francia – modella il tempo a proprio piacimento, talvolta lo azzera, come nella seconda parte di questo testo: i due si incontrano nuovamente, ma non si conoscono, fino a quando qualcosa sembra farli tornare a un tempo comune.

Se in Kirie l’assurdo serve all’autore per scavare nei sentimenti, nel testo di apertura, Ecce Homo, le inquietudini sono in parte kafkiane: i dialoghi tra l’uomo in cella e le sue guardie ricordano Il processo; ma anche in questo caso è il ribaltamento a prendere il sopravvento rendendo impercettibile la differenza tra finzione e realtà. La guardia diventa protagonista diventando qualcosa di diverso: improvvisamente la scatola teatrale si rompe, come se attraverso il personaggio si aprisse un varco drammaturgico. L’uomo diventa la voce di una coscienza superiore in grado di porre fine a tutto, parole comprese.

«[…] Primo giudice Ma… ma spariremo tutti se continua!
Guardia Spariremo tutti!
Secondo giudice No!
Terzo giudice Non è possibile!
L’uomo Forse è quello che vuole.
Primo giudice Farci sparire?
Secondo giudice Non ne ha il potere
L’uomo Oh sì invece! Ci cancellerà tutti, uno dopo l’altro.
[…] Guardia via il bianco, il nero, l’azzurro, le curve del cielo, l’astratto, l’intelletto, gli inferni e i labirinti di tutti i paradisi (comincia a togliersi la giacca). Via le giacche, le mostrine, gli eroi di tutta la storia, i condannati, gli esiliati, le gabbie, i malfattori, i ladroni crocifissi e tutti gli dèi che non abbiamo condannato a m, la follia, la saggezza e la rabbia, l’onore e la vergogna, l’ultima tortura inflitta, i titoli dei quotidiani, le sconfitte, tutte le cadute, i vincitori i prigionieri la matematica, tutta l’acqua del mare, il sistema solare, le rotte delle stelle, i missili, i cacciabombarieri, (cade in ginocchio), le corazzate, tutti gli scalini del mondo, i mondi, i numeri, i gas dell’aria, i simboli, la retorica, lo zodiaco, lo zenit, le quasar, le pulsar, e Sirio, Betelgeuse, Orione, Plutone, e Socrate, la filosofia, l’acqua e tutti i fiumi inarrestabili, l’alfabeto, il linguaggio… e via anche tutte le parole… quelle che non diciamo, le parole rubate, tutte le parole che non riusciamo mai a dire… le parole che ci impastano la lingua […]»

Andrea Pocosgnich

Polittico del silenzio
Tino Caspanello
Scheda del libro
ISBN: 978-88-97276-63-0
Formato: 11,5 x 20
Pagine: 138
Prezzo: € 14,00

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

1 COMMENT

  1. […] L’ultimo dei tre, Agnus, è un monologo, un flusso di coscienza che fa venir voglia di leggere ad alta voce. Perché come nel caso degli altri testi contenuti nel Polittico del silenzio di Tino Caspanello il qui e ora è un diaframma che lascia continuamente traspirare qualcosa che arriva da fuori: dimensioni del pensiero, del tempo e della spiritualità che sono un altrove sempre percepibile e in agguato.  Andrea Pocosgnic – Teatro e Critica […]

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Nell’architettura di vetro di Williams/Latella

Lo zoo di vetro di Tennessee Williams diretto da Antonio Latella per la produzione greca di di Technichoros e Teatro d’arte Technis. Visto al teatro...