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Gli Omini, corsa speciale tra fiaba e quotidianità

Gli Omini hanno portato a termine il secondo lavoro del Progetto T dedicato alla ferrovia transappeninica, La corsa speciale. Lo abbiamo visto a Castagno, nei pressi di Pistoia. Recensione

foto Emiliano Pona
foto Emiliano Pona

Sarà capitato anche a voi, almeno una volta, in metropolitana o in treno, di affezionarvi all’umanità con cui vi trovate a condividere il vagone: uomini e donne in viaggio da un punto A in direzione di un punto B. Vite bloccate nel transito comune: come si saranno conosciuti quei giovani innamorati? A cosa è dovuta la stanchezza negli occhi di quello vestito di giacca e cravatta? Quante ore avrà lavorato la signora che appena seduta è caduta in un sonno di pietra? È quello il momento in cui gli scrittori prendono appunti? Per gli altri rimane comunque un passatempo con cui allenare la fantasia.
La compagnia teatrale Gli Omini ne ha fatto un lavoro, una modalità di approccio alla realtà che anticipa la scena: prima del teatro c’è l’indagine sul territorio. E se siamo abituati a un teatro di narrazione che proceda per interviste con l’obiettivo di raccontare un fatto preciso, talvolta storico o di rilevanza sociale, meno usuale è invece un’indagine che si interroghi sulla quotidianità di vite comuni, tutt’altro che speciali.

Ad accomunarle quel tratto di spazio percorso sui binari di un treno regionale. È una linea storica la Porrettana, come una cerniera tiene insieme la Toscana e l’Emilia Romagna dall’inaugurazione avvenuta nel 1864. Partiamo dalla Stazione di Pistoia con una corsa speciale, fuori da quella mappatura del tempo che per i pendolari è la tabella degli orari. Il progetto iniziale, in parte bocciato da Trenitalia all’indomani del disastro di Andria, prevedeva anche delle narrazioni sul treno.

foto Emiliano Pona
foto Emiliano Pona

Ci fermiamo a Castagno, prima di una galleria: qui è stata innalzata la platea, alla nostra sinistra una radura, il buio della sera nasconde una boscaglia. Di fronte a noi qualche albero: la scena è una sorta di spazio di transizione tra il bosco e binari.
È il secondo spettacolo nato all’interno del Progetto T, prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese su intuizione del Presidente Rodolfo Sacchettini, e che si concluderà nel 2017 con la creazione di un teatro viaggiante, un vagone palcoscenico carico di storie. Spesso ci siamo soffermati sulla recitazione de Gli Omini: sciamani laici capaci di prestare corpi e voci per affermare e rendere vivi sulla scena quei frammenti di vita incontrati nelle sessioni di studio e interviste. Si parte da qui, da lunghe registrazioni, veri e propri diari audio nati da un’invasione dello spazio privato. Francesca Sarteanesi, Francesco Rotelli e Luca Zacchini hanno passato un intero periodo di ricerca assieme a pendolari e viaggiatori casuali per poi passare il materiale ottenuto al setaccio e ricostruire la drammaturgia attraverso il lavoro della dramaturg Giulia Zacchini, nuova anima del gruppo toscano che, da La famiglia Campione in poi, ha impresso ulteriore slancio al gruppo.

foto Emiliano Pona
foto Emiliano Pona

E in questo caso il lavoro sul testo scenico portava con sé la complessità data dalla frammentarietà delle piccole storie amplificando quell’incompiutezza già presente nel primo spettacolo del Progetto T. In quel caso, Ci scusiamo per il disagio, – questo il titolo di un lavoro che sta avendo anche una vita fuori dallo spazio originario del deposito dei treni pistoiese – spesso erano dialoghi o monologhi con una progressione interna che facilmente passava dai toni comici a quelli profondamente drammatici lasciando negli spettatori un buco nello stomaco dato dalla messinscena di vite al limite, spezzate e invisibili, perennemente in attesa.

Qui invece il tono generale deve misurarsi con un orizzonte di speranza senza rinunciare alla comicità fulminea o al riso amaro. Le singole storie vengono allora fatte incontrare cucendo le maglie nella drammaturgia: accade con una donna all’altalena, spinta da un giovane e bizzarro poeta, lei racconta di un amore cresciuto a distanza e lui della sua passione per i versi. Ma spuntano fuori anche badanti rumene e uomini di mezza età ossessionati dalla storia delle ferrovie (la Porrettana la percorrono per quel piacere tipico dei collezionisti e sanno tutto di stazioni, vagoni, gallerie e binari); il devoto e il filosofo, l’uomo d’affari maniaco di Second Life. Sono istantanee di cui il teatro è la messa a fuoco definitiva ma anche una sorta di portale attraversando il quale è possibile farle rivivere in uno spazio di fantasia, quasi di fiaba: d’altronde la radura buia, che rende lo spettacolo site specific e difficilmente replicabile in altri luoghi, è una terra di mezzo governata da un uccellaccio che rivolgendosi direttamente al pubblico, mette in comunicazione proprio quelle vite di passaggio con gli spettatori.
L’Associazione Teatrale Pistoiese si conferma come uno dei centri di produzione tra i più attivi: in grado di parlare al proprio territorio attraversandolo con progetti rischiosi, ma che hanno il valore di ricucire luoghi e memorie.

Andrea Pocosgnich

LA CORSA SPECIALE
uno spettacolo teatrale de Gli Omini
di e con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini
una produzione Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turimo, Regione Toscana
in collaborazione con Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana e con il sostegno di Unicoop Firenze
Gli Omini sono compagnia in residenza artistica presso l’Associazione Teatrale Pistoiese

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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