Stagione del Teatro di Roma 2016-2017: è stata presentata la nuova programmazione dei teatri India e Argentina. Sul palco il presidente Marino Sinibaldi, il direttore Antonio Calbi, l’assessora Lidia Ravera e la sindaca Virginia Raggi.
«Migrazioni e tragedie, muri che s’innalzano ma anche l’auspicio di un Nuovo Umanesimo» per l’Umanità in movimento disegnata all’interno della prossima stagione del Teatro di Roma 2016-2017 e presentata due giorni fa al Teatro Argentina. Platea e primo ordine di palchi pieni di giornalisti, studiosi e spettatori per questa conferenza, motivati anche dalla presenza di Virginia Raggi. La neo sindaca al suo primo incontro pubblico con il teatro romano ne parla come «qualcosa di vivo, che vive nella città, che rappresenta, riscrive e reinterpreta la realtà anche quotidiana; che non deve portare in centro ma allargarsi in periferia». Dai saluti inaugurali non manca di accennare alla questione Valle, con il proposito concreto che al più presto venga riaperto come terza sala del TdR; confermano assieme a lei anche il presidente Marino Sinibaldi e il direttore Antonio Calbi, ribadendone l’assoluta urgenza necessità ma senza consegnarci una data d’arrivo. Dell’intervento dell’Assessore alla Cultura della regione Lazio, Lidia Ravera segnaliamo le parole nei confronti dei giovani e del progetto Under25 di Dominio Pubblico Numeri estremamente positivi sono stati presentati dal direttore per l’edizione passata, resta da vedere se e cosa cambierà in seguito alla recentissima bocciatura del Decreto Ministeriale riguardante i finanziamenti per lo spettacolo dal vivo, questione delicata che però in questa sede non ha trovato spazio, dedicato del resto alla presentazione del fittissimo e variegato cartellone.
Il video del discorso di Virginia Raggi
Osservandolo un po’ più da vicino questa stagione del Teatro di Roma troverete una proposta articolata in 13 percorsi tematici che guardano tanto a titoli classici quanto a scritture contemporanee:
36 spettacoli ospiti e 21 produzioni, inaugurate negli spazi di Torre Argentina dai Ragazzi di vita diretto da Massimo Popolizio (26/09 – 20/10) e concluse dallo spettacolo scritto diretto e interpretato da Eleonora Danco, dEversivo al Teatro India (10/03 – 19/03). Interessante la scelta di recuperare ben 9 riprese, tra le quali segnaliamo due significative riletture: il Natale in casa Cupiello Antonio Latella (20/12 – 4/01) e Lear firmato Edward Bond e diretto da Lisa Ferlazzo Natoli (28/03 – 9/04).
Tra i percorsi monografici non manca uno spazio alla scena romana con i focus dedicati al duo Frosini/Timpano, a Lucia Calamaro e alle peregrinazioni di Giulio Stasi con il suo Accidentes Gloriosos; mentre sul fronte drammaturgico gli evergreen Pasolini, Shakespeare, Omero daranno modo di vedere i lavori di compagnie diversissime tra cui Fibre Parallele (12/01 – 15/01), Branciaroli (10/01 – 22/01), Emma Dante (3/01 -5/02). Su un trasversale taglio tematico – da le Variazioni sull’umano al Ritratto d’artista, dai Mondi in scena al Teatro di Comunità soltanto per citarne alcuni – da tenere d’occhio, in ordine sparso: l’ultimo lavoro ronconiano Lehman Trilogy (25/11- 18/12), lo spettacolo crowfunding di Fanny & Alexander (13/12 – 18/12), il rito sonoro del Teatro Valdoca, la Morte di Danton diretta da Mario Martone. E ancora Massimiliano Civica, Alfredo Arias, l’Opera di Pechino, Spiro/Scimone, Pierpaolo Sepe, Andrée Ruth Shammah, Lombardi Tiezzi, Riccardo Caporossi, Roberto Herlitzka con Minetti o il progetto di Veronica Cruciani dedicato alle periferie.
Parte del discorso di Antonio Calbi
Si riconfermano India e Argentina come spazi per Romaeuropa e si riconferma anche l’attenzione dedicata ai ragazzi all’interno de Il teatro fa grande! tra spettacoli quali H+G scritto e diretto da Alessandro Serra (di sfuggita 21/01-22/01) e le evoluzioni didattico-performative con Il Flauto Magico a cura di Europa InCanto (con una decisamente più lunga tenitura, 4/04 – 14/05).
Concludiamo con un estratto dalla lettera inviata da Edward Bond proprio in occasione della conferenza: «C’è una nuova generazione di attori, creativi, dotati, dinamici e potenti non solo nel proprio lavoro, ma nella relazione che sapevano costruire come gruppo. […] Non può esserci alcun sostituto all’attore vivo sulla scena. È la differenza tra la vita e la mummificazione. Lear racconta le origini del problema. È uno spettacolo per attori come quelli che ho descritto. Attori che hanno appassionatamente bisogno di nuovo teatro. Se non gli si permetterà di farlo, saremo perduti. Tutto sommato quel problema è eterno, e non è un caso che sia proprio la città eterna a ospitarlo ancora».
Viviana Raciti