L’Opera di Firenze lancia su Kickstarter una raccolta fondi per 300.000 euro. Ecco di che si tratta, con un commento più generale.
Il fenomeno del crowdfunding si sta espandendo. E, dall’estero soprattutto, giungono notizie sul suo successo, di progetti “finanziati dalla folla” per migliaia di euro e di dollari, dal nuovo oggetto di design di cui a stento si intuisce l’utilità fino alle iniziative umanitarie.
Non mancano infatti i grandi numeri di catene di sostegno economico, come il Greek Bailout Fund, che ha chiuso un anno fa cucendo con quasi due milioni di euro il paracadute bancario della crisi greca. O gli 8 milioni di dollari per restaurare la chiesa intitolata a Dr. Martin Luther King. Secondo gli studi di caso, tuttavia, i jackpot più ricchi li detengono ancora le proposte di innovazione e sostenibilità tecnologica, come The DAO, Organizzazione Autonoma Decentralizzata, che sbanca superando il target di campagna di 500mila dollari fino a raggiungere un portafoglio di 164,4 milioni di dollari (ammontare totalizzato nella criptovaluta Ether e quindi soggetto al cambio corrente). Niente male anche i 115 milioni di dollari totalizzati (per ora, la campagna è ancora aperta) da Star Citizen, un videogioco di guerra spaziale. Al secondo posto nel mondo. E la cultura? Nella classifica dei primi 110 si trovano anche alcuni film, progetti fotografici, fumetti, ma dobbiamo arrenderci a tirare una o due conclusioni. O alla gente non interessa particolarmente lo spettacolo dal vivo oppure gli eventuali promotori non credono (non ancora? Non più?) in questo mezzo.
Qualche mese fa abbiamo presentato un progetto innovativo come Crowdarts, piattaforma sostenuta dall’UE, ideata in Italia e dedicata espressamente alle arti performative. Di recente, tuttavia, una grossa istituzione culturale come l’Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino è sbarcata su Kickstarter per lanciare una raccolta fondi dal titolo “Opera per tutti”: «un nuovo modo di vivere e condividere il sogno dell’opera in tutto il mondo».
Magari meno tecnologico e social, in fondo anche quello di EuropaInCanto è un progetto di crowdfunding diretto sul territorio. Anche il progetto dell’ente toscano mira a rendere la lirica «accessibile a tutti e ad assicurare che continui ad avere voce attraverso le generazioni future».
Come si legge sulla pagina, l’azione si svolgerà su tre fronti: quello digitale, con lo streaming live di ogni singola opera e musical prodotto; quello della produzione, alla ricerca di «collaborazioni con grandi artisti da un ampio spettro di generi, allargando i confini di quel che l’opera può essere e che un teatro d’opera può ospitare»; quello dell’educazione, per formare una nuova generazione di «talenti operistici, creativi e interpreti».
Nel concreto, raggiunti i 300mila euro di target, Opera per tutti promette già di trasmettere la diretta del Concerto di Capodanno 2017 (con la popstar Mika accompagnato dall’orchestra del Maggio) e di una produzione della trilogia de Il Signore degli Anelli «come non l’abbiamo mai sentita», con 250 tra musicisti, cantanti e coro di voci bianche. Con l’apertura anche dei tour virtuali del teatro, avanza quello che in molti già chiamano il futuro dell’esperienza teatrale, che ne ridurrebbe via via la peculiarità dell’evento live.
Gli enti sostenitori sono molti, da Antinori e Ferragamo fino alla Galleria degli Uffizi, in grado di offrire agevolazioni ed esperienze esclusive. Tra le ricompense per i finanziatori (che qualcuno sostiene siano il punto più delicato della messa a punto di un crowdfunding vincente) figurano audizioni e partecipazioni artistiche, mentre non manca l’invito – rivolto soprattutto ai contribuenti internazionali – di «immergersi nell’essenza vitale del nostro ambiente culturale e storico, per offrire esclusive opportunità di toccare con mano l’atmosfera in cui l’opera è nata».
Dato uno sguardo ai bilanci di successo delle iniziative di crowdfunding, sembrerebbe che l’attenzione del pubblico (quanto meno rispetto a una scala internazionale sulla quale grava chiaramente il peso demografico di una potenza come gli Stati Uniti) si soffermi altrove. Se c’è una particolarità che distingue l’Italia dalla maggior parte degli altri paesi europei è la presenza di una tenace comunità di artisti indipendenti. Laddove le istituzioni pubbliche falliscono nell’offrire un supporto adeguato e quelle private danno la precedenza a investimenti più sicuri, nessuno come gli italiani tira fuori le armi dell’arrangiarsi e inventa soluzioni. Ed ecco che nascono gli esperimenti virtuosi delle residenze artistiche, gli spazi occupati o il mutuo soccorso tra gruppi squattrinati. Non senza le usuali polemiche a condire bocconi già amari.
Sappiamo bene che le Fondazioni Lirico-Sinfoniche godono di statuti separati rispetto a quelli del resto dello spettacolo dal vivo. La pagina di Amministrazione Trasparente dell’Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino non è raggiungibile e sul sito del Mibact troviamo le ripartizioni aggiornate al 2014, che nello specifico ammontano a €14.687.675,79. Se anche colossi di questo genere costellano da sempre siti web e cataloghi di suggerimenti per sostenere casse già più che pingui (ArtBonus, 5×1000 e libere donazioni che assegnano targhe sulle poltrone) forse un pensierino fiducioso alle tasche dei liberi cittadini non è una totale utopia. Certo, confidiamo che un ente lirico possa contare su una rete di contatti che va oltre le community di Facebook, aggiungendo movimenti di lobby (pure virtuosi) al semplice interesse dei melomani. Eppure, a 29 giorni dalla scadenza, mancano ancora 253.333 Euro. It’s a big kick to start.
Sergio Lo Gatto