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Il patrimonio storico si fa luogo per la creazione contemporanea

Patrimonio storico e creazione contemporanea è un progetto della Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma e della Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura. Musica, arti visive, performance e teatro per tutta l’estate in aree storiche di Roma, per far dialogare la creazione artistica contemporanea con il glorioso passato.

foto di Luigi Spina
foto di Luigi Spina

In giro per telegiornali, terze pagine, guide turistiche e programmi di partito gira spesso la voce che l’Italia possegga una percentuale del patrimonio artistico mondiale che oscilla tra il 50 e l’80 percento. Dare un’occhiata ai dati effettivi (basterebbe scorrere la lista dei siti protetti dall’UNESCO) basterebbe a sfatare questo mito, utilizzato facilmente come strumento promozionale, di propaganda o di consolazione. Ma certo è che girando per le vie di Roma – non solo per quelle centrali – è difficile contare venti passi senza dover alzare la testa ad ammirare qualche gioiello di una storia lunga quasi tre millenni. Quel che spesso lamentiamo è che molte delle risorse pubbliche vengano impegnate nella salvaguardia del passato e in misura troppo esigua nella promozione del presente.

Ed ecco che nasce il progetto Patrimonio storico e creazione contemporanea, nato dalla sinergia tra la Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura e la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma. Si parte dal Palatino il 24 giugno con la mostra Par tibi, Roma, nihil, ideata da Monique Veaute (riconfermata per un nuovo quinquennio alla presidenza della Fondazione), a cura di Raffaella Frascarelli, che ospiterà 27 artisti in una esposizione open air, «dalle arcate e dal grande terrazzo della Domus Severiana, allo stadio Palatino di Domiziano, al peristilio inferiore della Domus Augustana, fino alla Meta Sudans», andando così ad aprire per l’occasione anche aree fino a oggi non accessibili. Tra performance, concerti, reading e installazioni l’iniziativa mira ad animare la capitale in una sorta di “Estate Romana alternativa” e si aggancerà poi con il Romaeuropa Festival 2016, del quale rappresenta un’anteprima.

Già lo scorso anno nell’edizione 2015 del festival il Giulio Cesare di Romeo Castellucci aveva trovato nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano il proprio luogo performativo. Per questo nuovo progetto Romaeuropa (oltre a Giorgio Barberio Corsetti che a Ref16 porterà Il Ratto di Europa proprio alle Terme a due passi dalla stazione Termini) Alessandro Baricco, Maddalena Crippa e Valeria Solarino sono solo alcuni dei nomi (relativi alla programmazione teatrale) associati agli spazi scelti. Oltre alle aree già citate segnaliamo: Arcate Severiane, Colosseo, Crypta Balbi, Palazzo Altemps, Stadio di Domiziano, laghetto di Villa Borghese, Villa Farnesina, Villa Medici.

A guardare il programma completo – multidisciplinare come sempre accade nella progettazione di Romaeuropa –, si tratta dunque di un progetto di innesto tra passato e presente, in cui le tecnologie d’avanguardia incontrano strutture millenarie rispondendo a una sfida lanciata dal ministro Franceschini nel 2014: «Una delle vocazioni italiane è favorire la creazione contemporanea e metterla in relazione con il nostro patrimonio».
Auspicabile è che questo tentativo non venga letto solo come invito ai turisti di passaggio o come brillante nuova veste di quell’impostazione museale che troppo caratterizza la conservazione dei beni in questa città, ma che sia anche partecipato dalla comunità dei fruitori dell’arte, senza la quale l’arte stessa resta orfana della propria urgenza.
In fondo la radice latina del verbo conservare riporta all’immagine di «custodire insieme».

a cura di Sergio Lo Gatto e Andrea Pocosgnich

info e programma: romaeuropa.net/festival-2016

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