Crowdarts. Abbiamo intervistato Serena Telesca, ideatrice della piattaforma di crowdfunding interamente dedicata al teatro, la danza e le arti performative. Il progetto sarà presentato al pubblico il 19 marzo all’Impact Hub Firenze
Cominciamo dall’origine: sei un’artista e hai anche avuto esperienze internazionali, come è arrivata la decisione di creare una start up di servizi digitali dedicata agli operatori del settore performativo?
Mi sono sempre chiesta in che modo fosse possibile creare una nuova sostenibilità economica per le mie attività in campo artistico. Dopo anni di viaggi e collaborazioni lavorative in Europa ho notato che la crisi del settore delle Performing Arts non è solo una crisi economica ma anche una crisi di valori, di motivazione e di sistema. Il settore a mio avviso, si sta chiedendo che ruolo esso abbia in una società in cui la Cultura non è più considerata come un bene comune ma piuttosto un bene d’elite. Gli artisti, i creativi, gli organizzatori, il pubblico di molti paesi d’Europa, per ragioni diverse e in situazioni diverse sono costretti a confrontarsi con questa domanda.
Ho iniziato a maturare l’idea che ci fosse la necessità di un luogo aperto nel quale comunicare, una piattaforma web dove, attraverso il processo del crowdfunding, il settore delle Performing Arts potesse aprirsi ad una nuova maniera di operare, includendo nei suoi percorsi anche il pubblico o gli amanti della cultura. È così che è nato Crowdarts, un progetto che mette in dialogo il mondo delle arti performative con le persone prima di tutto. Una piattaforma che permette uno scambio reciproco, un dono e un contro dono, essenziali per la sopravvivenza delle arti performative e della società in generale.
Crowdarts vuole costruire un network solido di luoghi, persone e progetti, che abbiano voglia di scommettere su nuovi linguaggi performativi d’eccellenza e nuove modalità di finanziamento.
In cosa sarà utile Crowdarts agli artisti italiani?
Crowdarts è una piattaforma specializzata per le arti performative che mette in connessione cittadini, artisti e operatori provenienti da tutta Europa per finanziare progetti e sostenerli durante tutte le sue fasi, dalla produzione alla diffusione. Inoltre su Crowdarts i creatori potranno testare e validare nuove idee creando intorno alle campagne una comunità di sostenitori che collabora alla realizzazione del progetto.
Crowdarts è uno spazio comune in cui gli artisti potranno connettersi ad una rete internazionale e specializzata di luoghi e professionisti per generare nuove opportunità di sviluppo per le proprie organizzazioni e attività.
Fra gli obiettivi di lungo termine c’è la volontà di creare un algoritmo di qualità che attraverso il crowdfunding, sia capace di ristabilire un dialogo fra “domanda” e “offerta” nel settore delle Arti performative e facilitarne la collaborazione in maniera più orizzontale e trasparente, anche grazie al coinvolgimento degli “art lovers” e della comunità.
Rispetto ad altri progetti di crowdfunding il vostro oltre ad essere l’unico dedicato alle arti performative si propone anche di facilitare la distribuzione delle opere. In che modo?
Oltre alla possibilità di facilitare la ricerca di fondi per finanziare i propri progetti artistici attraverso una Campagna di Produzione, Crowdarts ospita altre due sezioni dedicate al “Crowdshow” e al “Marketplace”.
Il “Crowdshow” è la sezione dove un artista o uno spazio potranno attivare la comunità per ospitare un evento, finanziandone la programmazione.
Il pubblico e i sostenitori, con il loro supporto, renderanno possibile la pianificazione dell’evento, facendo una donazione e prenotando così il proprio biglietto.
Gli aspetti positivi che ne conseguono sono il supporto al proprio progetto, il test anticipato sull’interesse del pubblico e la promozione dell’evento stesso.
Il “Marketplace” invece è un’agorà virtuale dove artisti, spazi, festival, possono entrare in contatto per sviluppare partnership e cercare sia nuove opportunità di distribuzione sia fare scouting di nuove produzioni da programmare.
Sul sito si parla addirittura di “rivoluzione”, perché?
In un periodo di crisi generale come quello che stiamo vivendo, credo non sia possibile una rinascita per la cultura senza il coinvolgimento delle comunità e dei cittadini. In un momento in cui i governi nazionali non sembrano occuparsi particolarmente dello stato della cultura, i cittadini devono scegliere di tutelarla.
Allo stesso tempo gli artisti hanno la responsabilità e l’onore di riprendere contatto con il pubblico delle sale e dei festival, dei musei, delle biblioteche e anche con coloro che gli ambienti della cultura non li frequentano mai o non abbastanza.
L’aver creato un ecosistema digitale, un aggregatore che mette in connessione cittadini e professionisti dello spettacolo in tutte le fasi della creazione artistica può aiutare a recuperare un dialogo che si è sfilacciato negli anni.
La Rivoluzione secondo me è recuperare questo spazio di libertà d’espressione artistica che tenga conto anche degli amanti dell’arte e della sua bellezza.
Un altro tassello della Rivoluzione è la capacità di ripensare le vecchie pratiche di produzione e diffusione delle opere artistiche per aprirsi a percorsi integrativi nuovi e di qualità che mirino ad una maggiore trasparenza, sostenibilità, e crescita nel settore delle arti performative.
Artisti e operatori che vorranno interfacciarsi con Crowdarts che costi dovranno sostenere?
Avviare una campagna su Crowdarts è totalmente gratuito, per sostenersi la struttura richiede una minima percentuale sui fondi raccolti in base alla tipo di campagna e modalità di finanziamento scelta. Nelle campagne di produzione: per la modalità All or Nothing la piattaforma trattiene il 5%, per quelle Keep it All il 7%.
Sulle campagne Crowdshow applichiamo il 9% sui fondi raccolti.
In fase di valutazione è la “subscription” d’ingresso al Marketplace che sarà un servizio attivo a partire dal settembre 2016.
Qual è lo stato dell’arte del crowdfunding in Italia per i progetti culturali? Il nostro pubblico delle performing arts è pronto per prendere coscienza e finanziare progetti artistici?
Anche se con una velocità diversa rispetto agli Stati Uniti o all’Inghilterra, l’Italia negli ultimi anni ha fatto un vero e proprio salto in avanti nel coinvolgimento di cittadini interessati a finanziare progetti e idee attraverso sistemi di crowdfunding. Secondo i dati raccolti nello studio “Italia – Report 2015”, coordinato dalla prof. Ivana Pais dell’Università del Sacro Cuore di Milano, nel 2015 l’Italia ha visto un’aumento del valore complessivo delle campagne finanziate pari a più del 50% rispetto al 2014 per un totale di circa 60 milioni di euro. In Italia il settore culturale, come poteva essere prevedibile, è tra quelli che più attirano l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni; penso ad iniziative di istituzioni come quella dell’Opera di Firenze che per la prima volta utilizza il crowdfunding per finanziare le proprie attività o in generale all’aumento della fiducia nel mezzo per trovare sostegno alle proprie idee.
Sono oltre 100mila le campagne lanciate solo nel 2015 in Italia.
È chiaro che la strada per educare a queste pratiche non sia tutta dritta ma sono fiduciosa e credo che questo sia il momento storico giusto in cui si renda necessaria la creazione di comunità forti d’interesse e che partano dal basso.
Andrea Pocosgnich
Info: www.crowdarts.eu/it