Teatro Gratis per un giorno. Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha annunciato che il 22 ottobre sarà una giornata interamente dedicata all’apertura gratuita dei teatri. In questa lettera aperta ci permettiamo di dare qualche consiglio su questioni ben più urgenti
Signor Ministro,
nella giornata di ieri le agenzie hanno battuto una notizia per la quale probabilmente lei e i suoi tecnici in Ministero vi aspettavate di riscuotere maggiore entusiasmo da parte degli addetti ai lavori. Non vorrei sembrare ingrato, ma da osservatore di fatti teatrali, in servizio ormai da diversi anni, questa vostra idea di una giornata gratuita di teatro sembra poco più che un buffetto.
Dobbiamo forse ammettere che finalmente qualcosa si muove? Urrà, la politica si è accorta che il teatro esiste. Come svegliati da un grande sonno avete varato un decreto che ha cambiato contorni e forme del teatro pubblico in Italia. Per molti una buona ma perfettibile legge, per alcuni un’occasione persa e per altri un disastro totale. Se ne ha voglia può leggere qui una serie di commenti e di riflessioni che in questo ultimo anno abbiamo raccolto direttamente dagli operatori. E ora ecco, la giornata teatrale gratuita. Definita da Corriere.it come una “rivoluzione culturale”. Dovremmo insomma essere contenti di questa ennesima dimostrazione della vostra percezione nei confronti del mondo teatrale (?).
Ma signor Ministro, mi sento di dirle che ci vuole molto di più per dimostrare di essersi svegliati da quel grande sonno a cui siamo stati abituati. Non basta aprire le porte del teatro gratuitamente per una volta all’anno – poi usando che tipo di finanziamento? Ci sarà un bando per i teatri privati o chiederete a tutti di trasformasi in volontari per un giorno? Non sarebbe una novità.
Davvero crede che questa grande festa del teatro gratuito per tutti sia risolutiva? Davvero sperate di eludere il gap culturale che negli ultimi anni si è creato in questo paese partorendo un topolino?
Caro Ministro, voglio essere ottimista e sperare che queste piccole dimostrazioni di prossimità alle faccende teatrali siano per una volta sincere. Ma allora se sono sincere, se in questa mossa di marketing di Stato ci credete veramente, mi permetto di ricordarle alcune cose di cui avrebbe bisogno il sistema prima delle ciliegine sulla torta: appunto avremmo prima bisogno di ricomporre la torta.
Mi permetto allora di suggerirle di pensare a una legge sullo spettacolo dal vivo che definisca le linee guida anche teoriche e culturali, che ci spieghi una volta per tutte che cosa sia un Teatro Nazionale o una Residenza, che cosa intenda lo Stato con concetti ormai astratti quali “nuova drammaturgia” e “ricerca”.
Perché mai come in questo momento si è sentita la necessità di una cabina di regia che aiuti a sopperire alle mancanze degli enti locali – siano economiche o legate a incapacità di gestione. Perché il teatro a cui lei, forse un po’ ingenuamente, vorrebbe appendere per un giorno il cartello “free entrance” non è un sistema nazionale, ma una serie di sistemi tuttalpiù regionali. Tra i quali vige la sperequazione più totale con modalità, impegno, capacità di investimento e gestione che cambiano a distanza di poche centinaia di chilometri, tra eccellenze e grandi fallimenti.
Definiamo una volta per tutte che cosa sia un’impresa culturale. Le sembra possibile che un esercizio teatrale oppure una compagnia di piccole o medie dimensioni non abbiano diritto a uno statuto giuridico specifico ma debba appoggiarsi al macro contenitore delle associazioni culturali? E ancora: perché le agevolazioni fiscali sulle donazioni private alla cultura non possono essere estese alle produzioni teatrali?
Abbiamo perciò bisogno, signor Ministro, di ricostruire il sistema prima di guardare alle rifiniture. Vogliamo lavorare sul pubblico in maniera seria? Bene, creiamo un tavolo di concertazione con il Ministero dell’Istruzione – i 2 milioni stanziati dal Miur per la Promozione del Teatro in classe erano davvero poco cosa – mettiamo in piedi un “Piano Marshall” che porti l’educazione teatrale nelle scuole, tutte. Creiamo un sistema organico che sistematizzi i tanti progetti già esistenti coltivando le figure professionali necessarie. Abbiamo bisogno di interventi a lungo termine, di pianificazione non di lampi di genio momentanei. Già questo sarebbe un inizio.
Cordialmente
Andrea Pocosgnich
Aggiornamento 22 ottobre 2016: Teatri Aperti. La giornata che allontana le energie negative
[…] In un articolo pubblicato su teatroecritica.net (molto più serio di questo, da non perdere), Andrea Pocosgnich pone alcune domande al Ministro, […]
Bello l articolo! Forse I’ll Ministro , oltre le sue precise analisi, non sa che I’ll 22 ottobre in Italia hanno riaperto pochissimi Teatri e solo nelle grandi citta.
E tutte le belllissime provincie che formano le tournee? Li e stagionibteatrali iniziano non prima di novembre.
Meglio informarsi!!!!!