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CapoTrave. Luce (e ombra) su Piero della Francesca

La compagnia CapoTrave porta in scena al Teatro dell’Orologio di Roma lo spettacolo Piero della Francesca. Il punto e la luce. Recensione

foto di Manuela Giusto
foto di Manuela Giusto

Siamo nel 1444. Piero della Francesca, chiuso giorno e notte nel suo studio, è impegnato a dare forma al suo celebre Battesimo di Cristo, a sperimentare l’uso dell’olio nell’impasto dei colori, a riempire taccuini di calcoli matematici per codificare la resa prospettica che avrebbe regalato alla pittura rinascimentale un nuovo sguardo, pienamente rivoluzionario e per questo inizialmente osteggiato dai potenti.
La compagnia CapoTrave, guidata da Luca Ricci e Lucia Franchi, ha sede proprio a Sansepolcro, borgo dell’aretino che diede natali e residenza al celebre pittore. Ed è proprio il Comune, insieme alla Regione Toscana e al Mibact, a dare sostegno al progetto teatrale Piero della Francesca. Il punto e la luce, passato da Roma dopo il debutto a Kilowatt Festival 2015 per raccontare la storia di una rivoluzione artistica attraverso un punto di vista laterale, in cui il Maestro non è fisicamente presente.

foto di Manuela Giusto
foto di Manuela Giusto

Mentre in un altro più coraggioso esperimento CapoTrave aveva davvero tentato di mettere in immagini una materia inafferrabile come la vorticosa poesia di Andrea Zanzotto, in questo caso l’operazione non osa altrettanto, limitandosi a una messa in parola più tradizionale e rassicurante, resa ben meno fluida da un lavoro video poco organico al testo. Il boccascena del Teatro dell’Orologio, che ospita il lavoro nella rassegna Dominio Pubblico (di cui Ricci è direttore artistico), è foderato da un velatino, dietro al quale si svolge l’azione live di Gregorio De Paola e Barbara Petti, rispettivamente l’apprendista Paolo e Giovanna, neoarrivata a corte in seguito a un matrimonio combinato. La visione della scena, ben contornata dall’esperta mano illuminotecnica di Gianni Staropoli, si divide l’attenzione con la regia video di Alessandro Paci, che mescola vedute di Sansepolcro a dettagli dell’artigianato locale, carrellate di volti di abitanti del luogo alla computer grafica che anima lo schema prospettico delle pale d’altare, ricalca la sezione aurea e la successione di Fibonacci o estrapola dettagli dai dipinti, come la colomba dello Spirito Santo che volteggia a ralenty di angolo in angolo.

foto di Manuela Giusto
foto di Manuela Giusto

Paolo cerca di spiegare a Giovanna la potenza delle innovazioni del Maestro, contrario alla dittatura cromatica dell’oro e dell’azzurro e autore di paesaggi finalmente realistici, ricreati a partire da un semplice sguardo fuori dalla finestra, ora su un albero di noce, ora su un fiume lontano. La scrittura dei due autori e la regia di Ricci, immaginifiche e tendenti a un tono contemporaneo, finiscono tuttavia per ingabbiare i dialoghi in schemi che non sorreggono a pieno la tematica e l’atmosfera rinascimentale, forzando la mano su una recitazione quasi televisiva troppo spesso poggiata su una semplificazione di reazioni e di epifanie e non in grado di andare a fondo oltre l’esempio scolastico.

foto di Manuela Giusto
foto di Manuela Giusto

Le musiche di Giovanni Di Giandomenico stavolta sembrano non riuscire a innestarsi nel gioco multimediale, divise tra un commento alle animazioni video (quasi un loop sul menu principale di un dvd) e un’accentuazione di certi momenti di svolta della drammaturgia. Il Battesimo o il Polittico della Misericordia (con una Madonna gigante che avvolge gli oranti sotto il suo regale mantello) vengono evocati, descritti ma mai mostrati se non nel passaggio fugace di qualche dettaglio, perdendo così l’occasione di restituire al pubblico la reale potenza iconografica e la genialità dell’artista toscano.

Considerata la potenziale valenza di strumento didattico, quest’opera necessiterebbe allora e comunque di un’idea estetica più chiara che traghetti un reale approfondimento dei temi; potrebbe allora offrirsi a un pubblico di giovani studenti di quella storia dell’arte a rischio di scomparire dai programmi scolastici. Ma la sua circuitazione sta sfruttando i cartelloni teatrali, invece bisognosi di un certo rigore nel campo della qualità del segno e dell’urgenza del messaggio. Il dubbio riguardo al contenuto si estende dunque alla legittimità del contenitore.

Sergio Lo Gatto

Teatro dell’Orologio, Roma – Febbraio 2016

PIERO DELLA FRANCESCA. IL PUNTO E LA LUCE
di Lucia Franchi e Luca Ricci
con Barbara Petti e Gregorio De Paola
regia Luca Ricci
regia video Alessandro Paci
elaborazioni video Andrea Giansanti
musiche originali Giovanni Di Giandomenico
disegno luci Gianni Staropoli
aiuto regia Gianluca Cheli
organizzazione Laura Caruso
produzione CapoTrave

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Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

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