Maria Teresa Berardelli presenta il progetto Olio di gomito nello spazio di Carrozzerie not. Recensione
La mattina è fondamentale areare bene la casa. Quindi fate uscire l’odore della notte e, specie durante l’inverno, raffreddate la camera da letto al punto che le lenzuola siano tutte intirizzite dalla corrente. Una volta rassettate le stanze, procedete poi con la pulitura e lucidatura del bagno affinché le rubinetterie siano prive di qualsiasi opacità calcarea. Spolverate il salone quando serve – meglio se tutti i giorni non si sa mai la vicina venga a farvi visita – e dopo aver spruzzato del deodorante dalla fragranza delicata, uscite e dirigetevi al supermercato. Non importa se poi vostro marito non gradirà il polpettone e/o non si preoccuperà di camminare con le scarpe infangate sul pavimento di marmo dove avete appena passato la cera, sono dettagli. Voi, sorridete!
Se una simile ordinarietà vi potrà sembrare relativa a una cinquantina di anni fa, visto che la donna di oggi viene presentata in carriera, manager spietata e mangiatrice di uomini, non ve la prendete se, secondo i dati Istat, in Italia sono circa 8 milioni le casalinghe e sono sprovviste di retribuzione. E poi, cosa c’è di male nell’essere una casalinga? Del resto nessuno vorrebbe tornare stanco da lavoro e trovare la casa in disordine, coi piatti del giorno prima da lavare e il frigo vuoto. La cura per la casa e la famiglia dovrebbe avere dignità di lavoro, autonomo e indipendente da intendersi come una professione riconosciuta, soprattutto da non considerare ancora come una predisposizione tipicamente femminile.
Guerriere in parannanza e foulard, amanti di Pomeriggio Cinque e fan di Milly Carlucci: Lucrezia, Betta, Ina, Lena e Annamaria sono armate ognuna di un proprio strumento: uno spolverino, una scopa, un guanto, un mocio e una spazzola. Civettuole e canterine le cogliamo intente a pulire gli angoli, i muri, il pavimento di Carrozzerie not, fischiettando canzoni popolari in dialetto, come La bella la và al fosso o Quel mazzolin di fiori. Olio di gomito è il nuovo lavoro della drammaturga e regista Maria Teresa Berardelli (Premio Riccione 2009) costruito – ci avvertono prima di entrare in sala – su di un canovaccio e articolato in quadri all’interno dei quali le poliedriche e divertenti attrici improvvisano aggiungendo ogni volta nuove sfumature ai personaggi, tipi per l’esattezza. Ognuna delle cinque donne possiede una precisa biografia e parla in dialetto stretto, a tratti quasi incomprensibile, che dona loro carattere e personalità. Tra risate e lazzi si fanno spazio anche battute e situazioni politicamente intelligenti instillando, senza appesantirne la leggerezza, momenti di riflessione. Tempo, spazio e azione fluttuano indefiniti per le circa due ore di spettacolo, sappiamo però che le protagoniste vivono in un paesino dove si trova una grande fabbrica che produce maiale in scatola. A rompere la monotonia delle loro esistenze, «un giorno qualcuno arriva per far firmare una petizione contro i metodi usati nello stabilimento. Chi firma potrà partecipare a un programma televisivo». È la svolta o quasi. Le casalinghe faranno di tutto pur di ottenere quella che sembra essere l’occasione tanto sognata. Purtroppo non andranno mai «in prima serata sul canale nazionale» e le speranze proiettate su tale evento svaniranno in una bolla di sapone per i piatti. Tuttavia la sconfitta diventerà il pretesto per una rivalsa e le cinque saranno determinate a riprendersi quella vita che è stata loro tolta, per scelta, amore, paura, ingenuità.
In ogni replica di Olio di gomito si procede alla creazione di sempre nuove situazioni, nomi, incontri, battute e alcuni spettatori si sono incuriositi a notare come la tradizione del sistema delle parti e ruoli prendesse forme diverse serata dopo serata. Laboratorio creativo durato mesi che ha fornito solide basi al meccanismo di improvvisazione, a parte qualche necessaria limatura alla durata, tanto da possedere in nuce tutte le caratteristiche per essere ampliato non solo in uno spettacolo completo ma proprio in una sorta di “serie teatrale”. Maschere di una commedia in ciabatte e scopettone che con la loro storia, costumi e dialetto appaiono talmente ben rodate da essere pronte per incontrarle in altrettante storie. La casalinga di Voghera non è mai stata così pericolosa. To be continued…
Lucia Medri
visto a Carrozzerie not – dicembre 2015
OLIO DI GOMITO
Primo studio
progetto di Maria Teresa Berardelli
con Elisa Gallucci | Marcella Favilla | Giulia Francia | Francesca Mària | Gioia Salvatori
aiuto Camilla Brison
produzione Quattroquinte