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Premio Riccione 2015. Dedicato a Tondelli

 

 

Ieri al Teatro del Mare, neo Spazio Tondelli, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione della 53° edizione del Premio Riccione.

 

Foto Ufficio Stampa
Foto Ufficio Stampa

All’ingresso in sala la platea è già piena, le luci già basse mentre sulla corda sonora tesa dalla consolle di Gian Maria Gamberino si inanellano le immagini consegnate a Fulvia Farassino da Pier Vittorio Tondelli sulla spiaggia invernale di un litorale, di una città con cui instaurò un rapporto decisivo. Scrittore, drammaturgo, giornalista, figlio del suo tempo, dopo la cesura del ’77 e dopo il crollo degli ideali, ha rappresentato la caduta degli dei che si facevano estremamente umani, a tratti immondi «per la generazione del “reflusso”, orfana di padri e maestri, un tramite, un fratello maggiore[…] il quale ha capito che si poteva fare ancora della giovinezza un incanto in un’epoca di disincanto, […] passando con un contegno anni ’80 dalla mondanità della riviera ai consessi intellettuali di Roma e Milano» come dice Christian Raimo, componente della giuria presieduta da Fausto Paravidino. Oggi il Teatro del Mare gli viene titolato come Spazio Tondelli a rappresentare il legame con la scrittura e la creazione per la scena in occasione di una manifestazione con cui ha collaborato a lungo.

Foto Ufficio Stampa
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Fra gli oltre trecentocinquanta testi inviati, sono cresciuti i lavori drammaturgici provenienti dal settentrione mentre Roma si conferma forte polo di proposta. La prima categoria ad essere premiata è quella under 30 con Il bugiardo di Carlo Guasconi , subito dopo per la sessione principale è la volta de L’orizzonte degli eventi di Elisa Casseri insieme a Vitaliano Trevisan e il suo Il cerchio rosso. Studio di un affresco per la menzione speciale Franco Quadri. Di Jacopo Quadri, il figlio del critico (e storico presidente di giuria), il documentario La scuola d’estate presentato nella seconda parte della serata dedicata a Luca Ronconi, anch’egli per anni fra le schiere della commissione. Nella full immersion di una residenza estiva il lavoro che il regista affronta con i neo diplomati allievi dell’Accademia restituisce le prove, le letture a tavolino, i pasti, i racconti, le indicazioni senza i quali il microcosmo di germinazione e costituzione di una messinscena non troverebbe modo di esistere, la dimensione in cui si impara «per prima cosa a decidere che tipo di attore essere: se quelli che dicono “qui ci sono io” oppure “venite con me”».

Cercare ancora e ancora, scegliere, resistere soprattutto dove e quando il bisogno, il dovere coincidono di rado con il presente e la prospettiva del Potere. «Quello che affascina della riviera adriatica, durante i mesi invernali, è dunque la scoperta della vita segreta delle cose e degli oggetti. […] Quello che avvince del paesaggio adriatico fuori stagione è anche il suo presentarsi come un grande contenitore, vuoto e spoglio, in cui la fantasia può liberamente ambientare i propri sogni».

Marianna Masselli

I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI

Dopo un lungo lavoro di selezione, la giuria presieduta da Fausto Paravidino e composta da Michela Cescon, Arturo Cirillo, Maddalena Crippa, Graziano Graziani, Laurent Muhleisen, Christian Raimo e Serena Sinigaglia ha assegnato il 53° Premio Riccione per il Teatro a Elisa Casseri per L’orizzonte degli eventi, viaggio spaziotemporale dentro le dimensioni del dolore. La giuria ha premiato l’opera “per l’originalità e il coraggio di raccontare la tempesta perfetta che avviene nel cervello di una donna, a seguito di una morte e di un abbandono, come un’avventura fantascientifica, trasformando una sensazione in intreccio e riuscendo – non sempre in maniera compiuta – a raccontare un tema intimo in bilico tra il disagio e la malattia con una forma teatrale nuova e avvincente”. Nata a Latina nel 1984 e laureata in ingegneria meccanica, Elisa Casseri ha scritto racconti su riviste e nel 2012 è stata selezionata per “Scritture Giovani Cantiere” dal Festivaletteratura di Mantova. È autrice del blog Memorie di una bevitrice di Estathè e nel 2014 ha pubblicato il romanzo d’esordio Teoria idraulica delle famiglie per Elliot Edizioni.

A conquistare il Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli per il miglior testo di un autore under 30 è stato invece il ventiseienne lombardo Carlo Guasconi (Codogno 1989) per Il bugiardo, storia di un padre al tavolo della sua cucina tra perdite, ricordi e menzogne. “Il testo ha convinto la giuria che lo premia all’unanimità. Carlo Guasconi riesce ad affrontare il tema del lutto, con profondità e grazia. Presente e passato, vivi e morti si incontrano sul palco per affrontare e tentare di conciliare il peso delle assenze: come superare lutti insopportabili, come accettare la fine degli affetti più grandi? L’autore scolpisce, con sorprendente intensità e altrettanta maturità, tre personaggi: il padre, la madre, il figlio. Mai scontati, sempre umani, umanissimi, fertile terreno di prova per gli attori che in futuro li andranno ad interpretare” (dal verbale della giuria).

La menzione speciale Franco Quadri all’opera che meglio coniuga scrittura teatrale e ricerca letteraria è stata infine assegnata a Il cerchio rosso. Studio per un affresco di Vitaliano Trevisan. Nel testo – in dialetto veneto – Babe è perseguitato da Icio e, tramite Bob, chiede aiuto a Vitt; la scelta di quest’ultimo sarà decisiva e avrà conseguenze irreparabili, tanto da segnare la vita di tutti. La giuria ha premiato Il cerchio rosso “per una lingua nuova, inventiva, sfidante, capace di restituire alla perfezione la semantica frammentata del nostro tempo; attraverso un dialetto che più che alla tradizione italiana si rifà a una koinè internazionale”. Vitaliano Trevisan è nato a Sandrigo (Vicenza) nel 1960 ed è uno dei più affermati scrittori e drammaturghi italiani. Ha vinto il Premio Chiara, il Campiello Francia e il Premio Lo Straniero. Per il teatro ha curato l’adattamento di Giulietta di Federico Fellini e ha scritto, tra gli altri, Il lavoro rende liberi e Solo RH, portati in scena rispettivamente da Toni Servillo e Roberto Herlitzka. Per il cinema ha inoltre scritto e interpretato Primo amore, film diretto da Matteo Garrone.

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Marianna Masselli
Marianna Masselli
Marianna Masselli, cresciuta in Puglia, terminato dopo anni lo studio del pianoforte e conseguita la maturità classica, si trasferisce a Roma per coltivare l’interesse e gli studi teatrali. Qui ha modo di frequentare diversi seminari e partecipare a progetti collaterali all’avanzamento del percorso accademico. Consegue la laurea magistrale con una tesi sullo spettacolo Ci ragiono e canto (di Dario Fo e Nuovo Canzoniere Italiano) e sul teatro politico degli anni '60 e ’70. Dal luglio del 2012 scrive e collabora in qualità di redattrice con la testata di informazione e approfondimento «Teatro e Critica». Negli ultimi anni ha avuto modo di prendere parte e confrontarsi con ulteriori esperienze o realtà redazionali (v. «Quaderni del Teatro di Roma», «La tempesta», foglio quotidiano della Biennale Teatro 2013).

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