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MusellaMazzarelli: Strategie Fatali tra Shakespeare e Baudrillard

La Compagnia MusellaMazzarelli debutta in questi giorni al Teatro Sperimentale di Ancona con l’ultimo lavoro Strategie Fatali. Abbiamo intervistato i due attori-autori durante una pausa dalle prove.

foto Marco Parollo
foto Marco Parollo

Lino Musella e Paolo Mazzarelli presentano in prima assoluta Strategie Fatali prodotto da Marche Teatro in collaborazione con EmmeA Teatro. Tre storie – per un organico di sette attori e sei personaggi – sondano l’essere umano nella contemporaneità, utilizzando come punti di riferimento William Shakespeare e Jean Baudrillard. La Compagnia Musella/Mazzarelli si è contraddistinta in questi ultimi anni per aver raccontato il reale attraverso un linguaggio agile, schietto e privo di retorica. Li avevamo incontrati in FiglidiunbruttoDio (vincitore Premio In-Box nel 2010), in Crack machine e ne La società – Tre atti di umana commedia che ha ricevuto nel 2014 sia il Premio della Critica che il Premio Le Maschere del teatro a Lino Musella come miglior attore emergente.
Sul palcoscenico portano in scena un mondo in preda alla crisi quotidiana dei valori, osservandolo con quella distanza salvifica di chi sa di essere la vittima di un sistema ben congegnato e non, almeno per ora, l’artefice; come a voler sottolineare quella fragilità degli ideali che sono tutti, potenzialmente, corruttibili.

Dopo il successo de La società tornate in scena con il nuovo lavoro dal titolo Strategie fatali, nel quale − come si può leggere dal comunicato stampa − «Il Teatro è inteso come ultimo possibile luogo di indagine metafisica». Dunque, cosa ritenete sia urgente raccontare e perché?

P. Mazzarelli: Vogliamo raccontare il contemporaneo, tutto ciò che gli appartiene, come il terrorismo, la violenza e la pornografia, consapevoli che ciò che facciamo (la drammaturgia contemporanea) in Italia non è riconosciuto. In questo spettacolo il teatro diventa quindi per noi il contenitore di temi quotidiani inseriti in tre storie che s’intrecciano l’una all’altra, mettendo in scena il collasso del moderno e parlando del maligno attraverso immagini reali e letterarie, come l’Otello, che si sovrappongono in equilibrio costante tra comico e tragico.

Foto Marco Parollo
Foto Marco Parollo

Il titolo rimanda infatti al testo Le strategie fatali scritto nel 1983 dal filosofo Jean Baudrillard. Un’attenta analisi del dominio dell’oggetto sul soggetto in un orizzonte dove l’osceno è dilagante e totalizzante. Qual è stato il vostro lavoro con il testo e sul concetto di osceno?

P. Mazzarelli: Vi sono molti dei concetti presi dal libro come fonte d’ispirazione ma essi rimangono appunto un’ispirazione, non se ne parla quindi direttamente. Abbiamo lavorato sui concetti di “illusione” e di “scena”: «perché una scena abbia senso ci vuole l’illusione», diceva lo stesso Baudrillard. Ma non solo, la nostra indagine si è rivolta a tutto ciò che avesse delle attinenze con l’irrazionalità come appunto l’idea di simulacro e di enigma. Utilizziamo molti oggetti in scena, primo fra tutti una bomba (oggetto che sarebbe stato molto caro a Baudrillard e purtroppo tristemente attuale) e il video porno, ad esempio. Sostanzialmente nel nostro spettacolo sono gli oggetti che muovono la realtà e quindi il racconto.

La patafisica non poteva non incontrare il Teatro di Shakespeare, inteso come mondo e linguaggio. Nello spettacolo come si articola la dialettica che intercorre tra entrambi?

L. Musella: I due riferimenti sono andati amalgamandosi l’uno all’altro, specie in dirittura di arrivo al debutto. L’intreccio è a cavallo tra la commedia e la tragedia e Shakespeare ha rappresentato la base dalla quale partire per la costruzione della storia, proprio nel plot possiamo distinguere il rapporto dialettico tra oggetto e soggetto. Da una parte infatti il drammaturgo inglese rappresenta il riferimento palpabile, intimo e spontaneo, mentre dalle tesi del filosofo francese abbiamo elaborato una nostra personale interpretazione, in continua contraddizione e mutevole, per poter rendere la complessità del testo. Lo stesso Baudrillard sembra fare un gioco alla maniera di Shakespeare, giustapponendo realtà/immaginazione, vero/falso. Come diceva anche Paolo all’inizio, il teatro in questo nostro lavoro non è metafora, ma ambiente e argomento. È allo stesso tempo contenitore e contenuto.

Foto Marco Parollo
Foto Marco Parollo

Dal 2009 lavorate congiuntamente nella scrittura, direzione e interpretazione dei vostri spettacoli e per la prima volta il testo di Strategie fatali sarà pubblicato in formato cartaceo e digitale dalla casa editrice Cue Press. Una sinergia significativa…

L. Musella: Sì un punto d’arrivo importante e particolare se si pensa che la nostra non è una scrittura di scena, non avevamo l’abitudine di scrivere un testo. La drammaturgia per noi è sempre stata a metà tra la carta e il palco, per esempio in La società soltanto un 70% dello spettacolo è stato scritto. È stato per noi un passo nuovo che però non ha portato significativi cambiamenti; un passaggio graduale quindi avvenuto attraverso varie fasi di lavorazione.

Lucia Medri

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STRATEGIE FATALI
Scritto e diretto da Lino Musella Paolo Mazzarelli
assistente alla regia Dario Iubatti
con Marco Foschi, Fabio Monti, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Laura Graziosi, Astrid Casali, Giulia Salvarani
costumi Stefania Cempini
sound design e musiche originali Luca Canciello
direttore di produzione Marta Morico
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
amministrazione Katya Badaloni
assistente di produzione Claudia Meloncelli
direttore tecnico dell’allestimento Roberto Bivona
elettricista Cristiano Carìa
fonico Jacopo Pace
grafica Fabio Leone
foto di scena Marco Parollo
produzione MARCHE TEATRO in collaborazione con Compagnia MusellaMazzarelli e EmmeA Teatro

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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