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Marosi di Mutezza 2015. Di esodi in migrazioni

Un doppio anniversario. Compie dieci anni Marosi di Mutezza, rassegna teatrale sassarese. E festeggia vent’anni di vita Meridiano Zero, compagnia che ha ideato e che organizza la rassegna.

 

foto di Valentina Bifulco
foto di Valentina Bifulco

Nel 2015 si torna ad abitare (come già in precedenti edizioni) gli spazi del Teatro Ferroviario, con una formula differente rispetto agli scorsi anni. Gli spettacoli si sono, infatti, concentrati in due giornate – 21 e 22 ottobre – e sono cominciati al pomeriggio per finire a serata inoltrata. Un’ambizione festivaliera, una modalità alla quale il pubblico sassarese sembra aver reagito positivamente.
Meridiano Zero ha fatto transitare, negli anni, nomi noti a livello nazionale, da Emma Dante ad Ascanio Celestini, da Teatro Sotterraneo a Teatro Persona, da Andrea Cosentino a Gli Omini a Quotidiana.com, presenti anche quest’anno con il secondo capitolo della Trilogia dell’inesistente, Sembra ma non soffro.
Senza dimenticare uno sguardo al territorio. E in effetti quest’anno tante sono state le presenze sarde sul palco.
È inserito nel progetto Giovani Idee di Sardegna Teatro Valentino Mannias, fresco di Premio Hystrio alla Vocazione, che scrive, interpreta e dirige Esodo, coadiuvato dalle musiche dal vivo di Luca Spanu.
Si muove bene tra palco e platea Mannias, padroneggia una certa freschezza narrativa e interpretativa, intreccia qua e là la lingua sarda con l’italiano, e non manca sicuramente di immediatezza di comunicazione. Il racconto è brillante sì, ma quanto al messaggio, bisogna dirlo, è poco interessante. Esodo è il viaggio di un giovane sardo verso il ‘continente’, gli studi a Venezia, i primi passi nel mondo del lavoro, e il ritorno a casa. Vicenda che, intrecciando un episodio sentito in famiglia a un testo poco noto di Sergio Atzeni (scrittore, giornalista, intellettuale sardo) cui è dedicato lo spettacolo, ha l’intento di descrivere la migrazione senza tempo del popolo sardo, pur essendo ambientata negli anni ’70. Ma, per quanto realistica, la storia di Mannias ci sembra imprigionata in un particolarismo poco rilevante, dato che il nostro tempo di ben altre migrazioni ci parla.

locandina
locandina

E lo sa bene Is Mascareddas, compagnia di teatro di figura, che in Soglie, in co-produzione con Sardegna Teatro, racconta di moti ondosi e di corpi cullati dal Mediterraneo come sacchi. A vestire i panni degli uomini senza nome i burattini creati da Donatella Pau e Tonino Murru, che stavolta è in scena da solo, sotto la direzione di Marco Sanna e con l’accompagnamento musicale di Mauro Palmas. Alterna la narrazione alle scene dei pupazzi Murru, spostandosi agilmente dal teatrino al leggio, e restituendo una storia liberamente ispirata a La via del pepe di Massimo Carlotto. Favola che attinge a piene mani dalla realtà, con alcuni inserti ironici – scritti dal regista – che alleggeriscono il testo senza privarlo di poesia.
E ancor più incanto ha il reading Un amico a Babele – Sergio Atzeni, dedicato all’illustre corregionale nel ventennale della scomparsa. A restituirne le parole, tratte da diverse opere, la voce di Giacomo Casti, e a costruire una geografia “urbana e rurale” le musiche liquide di Arrogalla (campionatori, live-electronics), accompagnato da Gianluca Dessì alle mandole. Un viaggio, letterario e musicale, nell’opera di uno scrittore che guardava alla popolazione dell’isola per indagare l’umanità tutta, con la capacità di rendere universale la dimensione locale. D’altra parte di se stesso Atzeni diceva “sono sardo, sono europeo”, con la consapevolezza che si possono avere le radici ben piantate in patria, ma il respiro deve sempre essere rivolto all’esterno. E quando si parla di esodi e di migrazioni, si dovrebbe tenerlo ben a mente. Perché di sguardi autoriferiti abbiamo poco bisogno.
Teniamo a sottolineare che questo doppio compleanno ha portato delle novità per Meridiano Zero, che ha ottenuto il sostegno di Sardegna Teatro per Nordnordovest, uno dei progetti vincitori del contest Giovani Idee, programma di sostegno e accompagnamento degli artisti emergenti dell’isola. Inoltre sempre Marco Sanna, reduce dal debutto estivo di Soglie, firmerà la regia di un’altra produzione del Tric, Cento, il cui esordio è previsto per il 1 dicembre. A firmare la drammaturgia sarà Michela Murgia, a salire sul palco gli attori di Sardegna Teatro e le figure animate di Is Mascareddas, in un felice connubio di uomini e pupazzi.

Rossella Porcheddu
Twitter @Ross_Porcheddu

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