Fanny & Alexander omaggiano Fred Buscaglione con il debutto di Kriminal Tango. Recensione
Ci sono luoghi che sanno la trasformazione. Di chi li frequenta e del luogo stesso. Sono questi i contesti vocati all’ideazione e alla diffusione dell’arte, che covano cioè in sé qualche seme smarrito in artisti solitari, lo coltivano a contatto con altre sottili solitudini, infine lo esprimono in qualche forma che sappia raggiungere una prospettiva d’ascolto. Dunque si tratta di culle fertili capaci di far coesistere due momenti apparentemente in contrasto: da un lato l’intenzione, dall’altro la dedica al mondo, la dispersione dell’offerta all’interno della comunità. Comunità, appunto. Perché il denominatore comune per ognuno di essi è l’attenzione a qualcosa che sta perdendo il passo dei grandi scenari sociali, ossia il senso della relazione minuta, ciò che fa l’uomo vicino e orma di un altro uomo.
È per questo motivo che sorprende ancora – nonostante le lotte, le troppe energie dissipate, la corteccia sempre più esile del tessuto militante – il sentimento della presenza in un luogo come l’Angelo Mai, tra i più falcidiati degli spazi sociali a Roma, quasi l’unico a resistere in una forma certo mutilata, ma reattiva e concreta. Forma che solo è permessa dal dedicarsi all’arte.
Dopo un viaggio dentro il primo freddo del prossimo inverno è dunque ancora un’esperienza intensa fare quei pochi passi all’interno e sentire pian piano il corpo distendersi, slacciarsi i paramenti contro il clima ostile e trovarne un altro, gentile, vitale. Una sala di café chantant, pochi tavoli e sedie in un’oscurità ispessita dai fitti dialoghi e dall’attesa. È questo il luogo disegnato da Fanny & Alexander – compagnia ravennate nota per il grande spirito sperimentale di questi scorsi decenni e che non ha mai smesso di dialogare con questo spazio – per ospitare Kriminal Tango, grande omaggio al re dello swing italiano degli anni Cinquanta, l’interprete e sì, performer: Fred Buscaglione (omaggio trasmesso in anteprima da Radio 3 per Tutto Esaurito!).
Se però Chiara Lagani e Luigi De Angelis – Fanny & Alexander – ci avevano abituato a vertiginosi esperimenti in cui il senso si celava riposto in una compressione tecnica (e tecnologica) di stampo certamente concettuale, ora ci troviamo di fronte a una, almeno apparente, concessione alla giocosità rappresentativa. Eppure anche in questo caso a far la differenza è una pulizia formale cristallina, davvero affascinando per aderenza a una grana raffinata di creazione ambientale, in cui ben si innestano le musiche dell’autoctona Orchestrina Bluemotion (pianoforte e Mellotron Andrea Pesce; contrabbasso Francesco Redig de Campos; batteria Cristiano De Fabritiis), ma soprattutto la verve canora e interpretativa di Marco Cavalcoli, che si conferma in un modo così lontano dai suoi canoni più noti come uno dei più significativi attori del panorama sperimentale italiano. Se pertanto colse anni fa lo stupore per la matematica interpretazione di Him, in questo caso la dote di versatilità e trasformismo sviluppa la sua caratura su un piano parallelo, svelando come i confini della mimesi siano più sfumati di quanto si crede.
La suggestione di essere in platea, dove la stessa Lagani in abito da balera si aggira recuperando offerte a cappello e servendo un whisky d’ordinanza, si carica della sensazione che vi siedano, come allora, gli stessi personaggi evocati dai brani, dal blues parlato, dell’artista: gangster, bulli e pupe, irresistibili amatori tornano come una pellicola in bianco e nero srotolata di fronte agli occhi e seguono un montaggio che frammenta le canzoni in un collage sensibile, lasciando che questi personaggi innervino la figura dello stesso Buscaglione, discusso almeno quanto amato. Proprio per questo cortocircuito tra il “personaggio” e i relativi “personaggi” cui dà vita, quando si fosse in grado di superare il pregiudizio di un osservatore abituale che si inerpica sulle proprie aspettative, l’esperimento che riduce il meccanismo di traslazione, intimamente teatrale, mimetico, non lascia il minimo residuo: si vede là dove si ascolta e non si percepisce più il freddo, il piede pian piano inizia a battere il tempo sul pavimento e la sera, la sala, si animano di una possibilità sempre rinnovata, che si possa stare in uno spazio avvertendo sulla pelle la sua trasformazione. E così, amplificando il valore della pulizia e della precisione tecnica, inappuntabile anche nel più complice dei giochi, sembra così facile che attraverso un capannone ci si trovi in una music hall, o che passando da un segreto antro recuperato al degrado si raggiunga uno scintillante e raffinato café chantant. Saranno molte le nostre sembianze, in mille modi ci trasformeremo, ma in mille modi torneremo a farci luogo dei nostri desideri.
Simone Nebbia
Visto all’Angelo Mai, Roma, novembre 2015
KRIMINAL TANGO
con Marco Cavalcoli
e con l’Orchestrina Bluemotion:
pianoforte e Mellotron Andrea Pesce
contrabbasso Francesco Redig de Campos
batteria Cristiano De Fabritiis
e con la partecipazione di Chiara Lagani
ideazione Luigi De Angelis e Chiara Lagani
drammaturgia e costumi Chiara Lagani
progetto sonoro Luigi De Angelis e Andrea Pesce
regia Luigi De Angelis
organizzazione e logistica Fabio Sbaraglia amministrazione Debora Pazienza
produzione E / Fanny & Alexander col sostegno di Angelo Mai