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Misteri e Fuochi: Angélica Liddell e il sacro

Misteri e Fuochi. Angélica Liddell in scena al Castello Alfonsino di Brindisi con Las puertas de la carne. Recensione

 

foto Andrea Pocosgnich
foto Andrea Pocosgnich

Ci sono due uomini e una donna seduti all’inizio di una passerella sospesa nell’acqua, al termine della quale troneggia una grande croce avvolta in un tessuto marrone. Tutti gli spettatori passano davanti ai tre, si sistemano dall’altra parte dell’insenatura, di fronte alla croce, chi trova posto si appoggia alle transenne che abbracciano lo specchio d’acqua nel cortile del Castello. I tre sconosciuti si alzano, dal fondo un uomo appicca il fuoco alla croce.
Con questo ultimo atto il lavoro di Angélica Liddell, Las puertas de la carne, visto al Castello Alfonsino di Brindisi, riporta l’esperienza di fruizione e visione nell’ambito ritualistico della prima parte, ma nel mezzo dei due estremi, ciò che accade è una lacerazione, è l’apertura di una di quelle “Puertas de la carne” che dovrebbero rimanere chiuse, è uno strappo alle convenzioni sociali, una ferita aperta sulla realtà che non dà scampo. In una sala al piano superiore del castello sei boia occupano lo spazio centrale, hanno gli arti inferiori immobilizzati in blocchi di cemento dai quali spunta un ramoscello di ulivo, il corpo è dipinto di rosso e il volto è celato da bianchi copricapi sui quali si scorge una piccola croce rossa. Il pubblico è intimorito, potrebbe aggirarsi in mezzo a loro, ma rimane con la schiena appoggiata alle mura. Una marcetta medioevale distorta chiama il silenzio degli astanti, poi una voce di uomo rapisce l’attenzione. Siamo fermi, ascoltiamo. In audio si alternano tre testimonianze di altrettante persone che hanno tentato il suicidio. Svanisce quell’atmosfera gioviale che accompagnava alcuni gruppi di spettatori, il chiacchiericcio da visita turistica si tace, alcuni volti si rigano di lacrime.

Foto Andrea Pocosgnich
foto Andrea Pocosgnich

Le tre registrazioni in realtà sono interviste che la regista iberica ha condotto su tre pazienti del Centro di Salute Mentale di Brindisi insieme al personale specializzato, nelle quali ha cercato il raccordo tra l’esperienza del suicidio e la Passione di Cristo. A loro viene chiesto di accostare la scelta definitiva, dalla quale si sono salvati, al sacrificio di Gesù
Se l’obiettivo del progetto Misteri e Fuochi ideato dal Teatro Pubblico Pugliese era quello di mettere in connessione i territori della via Francigena, le popolazioni che li abitano, con artisti di fama mondiale che cercassero in quei luoghi una personale riflessione sul tema del sacro, il lavoro di Angélica Liddell è stato da questo punto di vista esemplare. E come spesso accade nelle sue creazioni la posizione del pubblico non è comoda, soprattutto nell’ascolto delle tre testimonianze: chi siamo noi per accedere a quell’intimità? Come dobbiamo maneggiare quel doloroso fardello? Ce ne andiamo via passando davanti a coloro che hanno sfiorato la morte: nel rogo di una croce, in un rito collettivo e catartico, bruciano fantasmi e spiriti.

Proprio una delle ultime scene della prima parte, tutta giocata nel cortile del castello, è dedicata al maligno: è il racconto dell’esorcismo nel Vangelo Secondo Marco, dal gruppo dei dodici attori a petto nudo se ne stacca uno, con passo sicuro raggiunge quasi la metà dello spazio dove pronuncia i versi biblici. Ha ragione chi tra il pubblico alla fine giudica questo primo tempo all’aperto meno efficace di quello centrale, affermando che i riti sacri popolari a cui siamo abituati hanno una vitalità e un piacevole disordine che qui manca, nell’austerità e nella precisione delle geometrie spaziali si perde l’elemento dionisiaco.

foto ufficio stampa
foto ufficio stampa

Eppure non si può non riconoscere il rigore con cui Liddell ha intrapreso una ricerca formale nella povertà. Siamo appunto nell’ambito della rappresentazione sacra e antropologica: tra le erbacce incolte nel cortile interno di questo splendido castello cinquecentesco abbandonato – sul quale lo Stato ha ormai lasciato sventolare la bandiera bianca dopo tentativi di restauro e successivi episodi di vandalico bracconaggio – si consuma la trasfigurazione del rito. Una donna purifica il proprio corpo nudo nelle acque di grandi tinozze, poi si adagerà sulla terrà in preda agli spasmi finché un gruppo di adulti, bambini e anziani arriverà a renderle omaggio cospargendole il corpo di un viscido marrone e carezzandola con rami di ulivo. “Tutto è santo” intonano all’unisono gli anziani. Gli spettatori guardano dall’alto, nei lunghi camminamenti degli antichi ballatoi che corrono sulla pianta trapezzoidale del castello, un grande silenzio fa spazio alle poche parole e ai canti barocchi. La donna, Lola (Dolores Jiménez, una delle attrici della compagnia spagnola) attende un Cristo bianco (Sindo Puche) che la stringerà in un salvifico abbraccio. Ed è quello stesso abbraccio che virtualmente lo spettatore dedicherà ai tre scampati al suicidio, d’altronde è a loro che l’artista dedica lo spettacolo. Un lavoro che al di là dei numerosi riferimenti – il Pasolini arcaico, il tarantismo e gli studi di De Martino tra i più espliciti – è un evidente e necessario percorso nella ricerca di una pietas collettiva.

Andrea Pocosgnich
Twitter @AndreaPox

Leggi i diari del blog di Misteri e Fuochi

 

Nell’ambito di Misteri e Fuochi, un progetto internazionale del Teatro Pubblico Pugliese (FSC – P.O. FESR Puglia 2007 – Regione Puglia)

26 > 27 Settembre 2015 ore 17:00
Brindisi
Castello Alfonsino (Forte a mare)

LAS PUERTAS DE LA CARNE
(Le porte della carne)
ideazione e regia di
ANGÉLICA LIDDELL

con Dolores Jiménez
assistente alla regia e Stage Manager Julio Provencio
disegno luci Octavio Gómez
suono Antonio Navarro
assistente Logística e Produzione (España) Saité Ye
produzione Gumersindo Puche
coordinamento in Spagna Iaquinandi, S.L.
produzione in Italia Aldo Grompone

con il patrocinio di Comune di Brindisi
in collaborazione con Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo per la Puglia – Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, Fondazione Nuovo Teatro Verdi
si ringrazia Meridiani Perduti, Arta aps, Nouvelle Estetique, Ass. Cult. Ensemble Vocale Palazzo Incantato, Istituto Comprensivo Cappuccini di Brindisi, Centro di Salute Mentale di Brindisi, Centro Polivalente Anziani Quartiere Bozzano
con la partecipazione degli studenti del Corso di Formazione per “Macchinista Multicompetente” del progetto Legalit-Ars (PON FESR “Sicurezza per lo Sviluppo” Obiettivo Convergenza 2007-2013 del TPP)

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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