Torna in Italia per Milanoltre bODY_rEMIX/gOLDBERG_vARIATIONS della coreografa canadese Marie Chouinard, a breve in scena con altre due creazioni a Romaeuropa Festival. Recensione
Sono trascorsi già dieci anni da quando, alla terza edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia allora diretto da Ismael Ivo, la coreografa canadese Marie Chouinard ha presentato in prima assoluta bODY_rEMIX/gOLDBERG_vARIATIONS. Ottantacinque minuti di danza accompagnati dalle musiche di Louis Dufort, una rielaborazione delle Variazioni Goldberg di Bach suonate dal pianista Glenn Gould.
La scrittura coreografica di Marie Chouinard genera un’estetica intrigante poiché contraddittoria: organica, carnale e allo stesso tempo compiutamente, volontariamente post umana. Fortemente erotica, nelle intenzioni quanto nel risultato, l’astrazione dei corpi dalla loro dimensione narrativa naturale è ottenuta con movimenti “astratti” e costumi che espongono e cancellano la carne secondo logiche di gusto fetish, con l’uso di vari strumenti protesici come stampelle, girelli, tiranti, elastici, pedane, aste, sbarre, ma anche attraverso i tutù, indossati sulla testa come parrucche, e le stesse scarpette da punta, spaiate, modificate, slacciate o allacciate ai piedi come alle mani.
Si tratta di un erotismo “chirurgico” che richiama certi film di Cronenberg (anche lui canadese) e che sembra provenire dall’estensione dello spazio dominato dal corpo e delle sue potenzialità erogene. Così concepita, la danza è materia duttile e immaginifica senza tuttavia dimenticare la propria capacità narrativa, espressa tramite un’ironia sincera, che emerge soprattutto nella seconda parte, quando lo spettacolo concede e risolve, per esempio, il contatto tra i corpi, come se la possibilità di essere toccati e lasciarsi toccare, quasi assente nella prima parte, fosse la ragione di un piccolo effetto di straniamento, una lieve distanza.
(S)vestiti con body fatti di una sottile imbragatura, i seni esposti ma coperti da pasties minimal-futuristici, i corpi delle danzatrici – dalla drammaturgia resi decisamente dominanti rispetto alla loro controparte maschile – sono talvolta attraversati da forme “cignesche” che subito si sciolgono in nuovi segni, in nuove opportunità di visione. A separare uomini e donne è una sorta di isteria, la follia uterina, ma anche l’uso della voce, concessa solo al maschile senza ricalcare, fortunatamente, nessuna invidia di freudiana memoria. Quello di Marie Chouinard è un femminile “ulteriore”, terreno fertile di modificazioni corporali ed espressivo di per sé, specie quando dalla danza cerca di allontanare l’aspettativa di una forma intatta, immediatamente riconoscibile.
Del codice della danza classica di cui si serve, Marie Chouinard fa emergere il carattere sovrumano e fantascientifico: il corpo infatti è sempre “multiplo”, molteplice, ed è sempre vulnerabile, come uno spazio di dissezione, assemblaggio e suturazione a disposizione dell’artista che opera su di esso e sulle identità in scena come in una sala operatoria.
S’imprime nella memoria con particolare intensità l’ultima scena dello spettacolo, una danzatrice appesa a un’imbragatura “vola” al centro del palco, nella luce che lentamente cala, circondata dagli strumenti – a loro volta appesi, metallici e lucenti – che hanno fatto di questa coreografia un’icona della danza contemporanea canadese (ci piace comunque ricordare il legame con l’Italia di questa importante produzione internazionale).
Tra i danzatori merita una menzione Carole Prieur, da vent’anni nella compagnia di Marie Chouinard e soggetto di un documentario e di un libro cui si può accedere dal sito internet dell’artista. Inoltre, a chi fosse in possesso di un dispositivo Apple e volesse giocare a fare il coreografo in attesa di ritrovare la compagnia a Romaeuropa in questi giorni, segnaliamo la App Cantique, ideata da Chouinard, di cui però non riveliamo nulla di più, per non rovinare la sorpresa.
Nel cinquantesimo anniversario della presenza istituzionale in Italia, un Focus Québec unisce due importanti festival autunnali: Romaeuropa e Milanoltre. Per il pubblico si tratta di un’importante opportunità, per vedere o rivedere artisti importanti e modellare la sensazione di prossimità e distanza rispetto a coordinate geografiche e culturali che, a ben guardare, non sono poi così straniere.
Gaia Clotilde Chernetich
Twitter: @gaiaclotilde
Visto al Teatro dell’Elfo, Festival Milanoltre, il 30 settembre 2015
bODY_rEMIX/gOLDBERG_vARIATIONS
coreografia, luci, scene Marie Chouinard
musiche Louis Dufort – Variations on the Variations, Johann Sebastian Bach – Goldberg Variations (Variations 5, 6, 8), Vocal Extracts of Glenn Gould con il permesso di Estate of Glenn Gould e Sony BMG Music (Canada); Glenn Gould – A State of Wonder: The Complete Goldberg Variations (1955 & 1981)
interpreti Sébastien Cossette-Masse, Paige Culley, Valeria Galluccio, Véronique Giasson, Leon Kupferschmid, Lucy M. May, Mariusz Ostrowski, Sacha Ouellette-Deguire, Carol Prieur, James Viveiros, Megan Walbaum
costumi, trucco Liz Vandal
produzione Compagnie Marie Chouinard
in coproduzione con National Arts Centre (Ottawa), Montreal High Lights Festival, Schlossfestspiele (Ludwigsburg), Théâtre de la Ville de Paris, La Biennale di Venezia, White Bird (Portland)
con il supporto di ImPulsTanz International Dance Festival (Vienna, Austria)
Creazione per il Festival Internazionale di danza contemporanea della Biennale di Venezia, 2005