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Giuseppe Bertolucci. Non solo Il cinema probabilmente

QUINTA DI COPERTINA “SPECIAL” dedicata a Giuseppe Bertolucci; un festival e una raccolta per omaggiarne Il cinema probabilmente.

bertolucci

Succede così, a un certo punto ci si ferma e ci si accorge che la perdita non deve prendere il sopravvento, che l’assenza non è una giustificazione e la memoria non è necessariamente ad memoriam. Allora si procede col mettere insieme i pezzi, rendere vividi i ricordi per esperirli nel presente, percependo su di sé l’onere e onore della testimonianza cosicché l’omaggio non sia mero appuntamento formale per ricordare una scomparsa, ma un passaggio di testimone che non arresti la narrazione, il tempo.
A partire da questa sera per una settimana si apre la prima edizione del festival Giuseppe Bertolucci. Il suo cinema, il suo teatro, la sua televisione voluto dall‘Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Lazio, insieme all’ ATCL e in collaborazione con Teatro di Roma e la Casa del Cinema; un omaggio alla poetica e all’autorialità che hanno contraddistinto la carriera di questo regista «crossmediale», come l’ha definito in conferenza stampa l’assessore Lidia Ravera. Parallelamente alla partecipazione a questa rassegna monografica, i colleghi, parenti, amici e attori hanno contribuito all’uscita del cofanetto Giuseppe Bertolucci. Il cinema probabilmente, film documentari e testimonianze curato da Lucilla Albano e Gian Luca Farinelli, inserito nella collana Il cinema ritrovato, edizioni Cineteca di Bologna, della quale Bertolucci è stato presidente dal 1997 al 2001 con «l’idea che la Cineteca stesse compiendo una missione culturale necessaria e impossibile». Un libro – finito di stampare giusto il mese scorso – e tre dvd che sono il «risultato di un lungo lavoro, di una ricerca compiuta con molti amici, ma vorremmo fosse solo un primo passo, verso il pieno recupero dell’opera». Così nella presentazione al testo, Farinelli, attuale Direttore della Cineteca, spiega la genesi di una dedica familiare, amicale e professionale di coloro che hanno riempito, riempiendosi, la vita di Bertolucci. A iniziare dalla professoressa e ultima compagna Lucilla Albano che ne ricorda la «marginalità consapevole […] forma del suo talento, sempre rigorosamente controcorrente, anomalo, imprevedibile e spiazzante»; il fratello maggiore e Premio Oscar Bernardo e poi il compagno di fughe Roberto Benigni col quale, nella vecchia dimora di famiglia a Casarola, condividere quella sintesi creativa unica che sfocerà nel monologo teatrale Cioni Mario di Gaspare fu Giulia e il film Berlinguer ti voglio bene. E Marco Tullio Giordana, Mario Martone, Vincenzo Cerami, Mimmo Rafele; gli attori Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco protagonisti degli spettacoli teatrali diretti da Bertolucci come L’ Ingegner Gadda va alla guerra e Karenina. Prove aperte di infelicità, ultimo lavoro tratto da una riscrittura tolstojana di Emanuele Trevi, presente nel libro col suo ricordo unito a quelli di Lidia Ravera, Giorgio De Vincenti, Andrea Martini e Franco Prono. Da una parte il festival che porterà in rassegna le opere, dall’altra il cofanetto che racchiude solo una parte della sconfinata e imprevedibile opera di Bertolucci a sancire quindi l’inizio di un percorso di ricerca e scoperta che vorremmo inarrestabili.

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

GIUSEPPE BERTOLUCCI. IL CINEMA PROBABILMENTE
film, documentari, testimonianze
a cura di Lucilla Albano e Gian Luca Farinelli
Bologna, Edizioni Cineteca di Bologna, 2015
pp. 125
Euro 22,00 (libro + 3dvd)

Programma completo del festival

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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