A testa sutta di Accura Teatro nasce dal testo di Luana Rondinelli. Recensione in Taccuino Critico
A testa sutta. Si può vedere il mondo da posizioni diverse, capovolte. Oppure si può dimenticarlo, aggirare l’usuale andamento degli eventi. A testa sutta, di certo, si può raccontare una storia. La propria. È questo che fa il giovane protagonista dell’omonimo spettacolo di Accura Teatro, scritto da Luana Rondinelli per l’interpretazione di Giovanni Carta che ne cura anche la regia, contemplato nel dittico sulla diversità che comprende anche Giacominazza, in scena fino a domenica.
In una Sicilia assolata e pervasa da venti caldi, Giovanni vive una vita sospesa, come su una nuvoletta, egli non si strugge di essere diverso dagli altri quanto invece capita agli altri, suoi parenti, nel considerarlo al cospetto dei coetanei; un cugino, suo cugino, lo protegge e cerca pian piano di prepararlo al dolore che la crescita gli imporrà. Ma la sospensione dalla vita pone il rischio che la vita stessa si presenti, un giorno, come un brivido improvviso di impotenza o di potenza, smascherando un equilibrio traballante e anche la purezza, quel giorno, può farsi dolore. C’è in questa storia, inserita in Argotdrama – Focus sulla nuova drammaturgia interamente dedicato all’autrice siciliana –, un seme di scrittura materica e concreta che affonda nei caratteri familiari, nelle relazioni tra uomo e contesto, tra l’individuo e una società autoimmune, codificata, come quella siciliana. Giovanni, il sorriso e l’incanto di Giovanni Carta, è al di là di lotta e rassegnazione, è nel mondo quasi per caso, finché il mondo non si paleserà di colpo a distogliere lui e chi aveva creduto che un volto angelico, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, fosse per quel caso giunto a benedire una famiglia, un quartiere, insomma, appunto, il mondo. Nello spettacolo c’è ancora da risolvere qualche passaggio che soprattutto nella parte finale meriterebbero uno sviluppo più deciso, ma nelle parole di Luana Rondinelli, già apprezzata nel precedente Taddrarite, c’è una qualità di scrittura da non sottovalutare, ancora timidamente vicina a forti modelli di certo rappresentativi, ma in via di liberarsi e concedersi al racconto con maggiore estensione, sia esso microcosmico o panoramico. A testa sutta, ché magari il mondo da lì, capovolto, si vede meglio.
Simone Nebbia
Twitter @Simone_Nebbia
Questa recensione breve appartiene a un Taccuino Critico
Teatro Argot Studio, Roma – aprile 2015
A TESTA SUTTA
di Luana Rondinelli
con Giovanni Carta
regia Giovanni Carta
aiutoregia Laura Palmeri
musiche Massimiliano Pace
foto Pino Le Pera
video Valeria e Tiziana Tomasulo
organizzazione Emanuela Trovato
Accura Teatro in collaborazione con Di Venere e di Marte