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Helder Seabra. Tra danza e musica, nuove tradizioni contemporanee

When the Birds Fly Low the Wind Will Blow del coreografo portoghese Helder Seabra sbarca all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Recensione

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foto ufficio stampa

Andato in scena all’Auditorium Parco della Musica per il Festival Equilibrio, When the Birds Fly Low the Wind Will Blow del coreografo portoghese Helder Seabra si inserisce in quel filone ormai quasi tradizionale della danza contemporanea che, parallelamente alla ricerca coreografica, tenta di riformulare – contestualmente – la storica relazione tra danza e musica. Contro la parete di fondo del palcoscenico è schierata la formazione dei Maya’s Moving Castle che accompagnerà dal vivo la coreografia di Seabra. A questo proposito, ci vengono in mente le parole del filosofo della danza Roland Huesca, secondo il quale l’arte coreografica pare andare incontro a una incessante riorganizzazione dei rapporti, delle relazioni, delle configurazioni, delle “complicità” che ne costruiscono e ne decostruiscono continuamente l’identità; un’identità dentro alla quale è iscritta quella dei corpi, dei movimenti e del loro rapporto con lo spazio e il tempo.
In quest’ottica, tra le relazioni che la danza intrattiene con le altre arti, di fondamentale importanza è appunto quella con la musica. Sarebbe possibile osservare, infatti, come dalla Belle Époque in poi il sodalizio ferreo danza/musica abbia iniziato a fondersi in un modo che ha permesso alla danza di emancipare i corpi in movimento, ponendoli in primo piano rispetto alla musica. Tuttavia, la frontiera di questa relazione non ha mai smesso di essere fragile e, soprattutto, di essere talmente malleabile da poter essere spostata, a discrezione degli artisti, esattamente laddove essi desiderano che sia.

Come Seabra, provengono da quella zona artisticamente feconda che è il nord Europa – fucina di grandi collaborazioni e cuore pulsante della coreografia mondiale – grandi nomi quali Anne Teresa de Keersmaeker, Sidi Larbi Cherkaoui, Wim Vandekeybus, tutti accomunati da questo tipo di ricerca musicale. Inoltre, tra i nomi che il pubblico romano ha potuto vedere durante la scorsa edizione di Romaeuropa Festival e che partecipano a questa “tradizione” ci sono Alain Platel, Israel Galván/Akram Kahn e il canadese Frédérick Gravel. Quello che accade in scena in When the Birds Fly Low the Wind Will Blow scaturisce dagli stati d’animo e dai pensieri che emergono durante il tempo della pausa inteso come origine del movimento a venire. Come un elogio dell’attesa, la coreografia esplora quel momento in cui si chiede al corpo che tutta l’energia cinetica accumulata si trasformi nuovamente in energia potenziale senza che questo possa mai corrispondere, tuttavia, a un’effettiva stasi.
In questa sospensione, mentre immaginiamo lo sguardo del coreografo che spazia tra gli stormi che passano sopra le coste del Portogallo settentrionale, emerge l’urgenza di una danza che trova proprio nel corpo e nel movimento lo spazio della sua narrazione.

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foto ufficio stampa

Avvalendosi di cinque danzatori, tecnicamente tendenti al freak e che ricordano gli interpreti della compagnia fiamminga Peeping Tom, Helder Seabra intreccia alla sua coreografia la presenza dei musicisti sul palcoscenico. Si riconoscono nell’intreccio coreografico l’aderenza e talvolta la somiglianza ai trend e ai dettami estetici della danza contemporanea dell’ultimo decennio. Nonostante questo, il lavoro di Seabra porta con sé un’originalità compositiva che si esprime, come accennato all’inizio, nel rapporto con la musica dal vivo. Quasi come se abitassero uno spazio astratto, i danzatori appaiono dimentichi del gruppo che suona alle loro spalle, tuttavia il rapporto e l’equilibrio tra danza e musica è mantenuto integro nella percezione del pubblico che riceve danza e musica sotto forma di “testo unico”. Nello spettacolo di Helder Seabra, i nomi più importanti della danza contemporanea sono iscritti tanto nella sua biografia quanto nella sua scrittura. Questo fa sì che lo spettacolo non riesca realmente ad apportare nessuna novità nell’ambito delle estetiche contemporanee, anzi, When the Birds Fly Low the Wind Will Blow si inserisce tra le nuove proposte, ma in continuità con il suo contesto di riferimento, senza innovazioni particolari. Alcuni elementi di originalità sono presenti specialmente sul piano narrativo dove, in equilibrio tra narrazione ed astrazione, i gesti e la danza riescono a caricarsi di una certa eloquenza che rende “di espressione” – quale una nuova Ausdrucktanz – il suo vocabolario coreografico.

Nelle relazioni tra loro, i danzatori sembrano esplorare non solo le loro capacità fisiche, ma anche la loro personale memoria, sdoppiando continuamente e aumentando, in questo modo, le stratificazioni leggibili sia di narrazione sia di coreografia. Dando vita al concetto stesso di rootlessness (assenza di radici, ndr) sia fisica che narrativa, gli interpreti sembrano sciogliersi nella danza, senza mai riuscire veramente ad aderire alla profondità del gesto. Questa apparente fragilità è di fatto il nucleo della parte di verità che la danza di Seabra offre agli occhi del pubblico: la barriera tra il personale e il collettivo si frantuma continuamente – come i calici di vetro passati di mano in mano e rotti in scena durante virtuosistici trii e duetti – mentre la memoria è messa programmaticamente in discussione, tra l’esserci e lo sparire di tutti e di ciascuno.

Gaia Clotilde Chernetich
Twitter @gaiaclotilde

visto all’Auditorium Parco della Musica, Roma, Febbraio 2015

WHEN THE BIRDS FLY LOW THE WIND WILL BLOW
idezione, direzione e coreografia Helder Seabra
creato con ed eseguito da Ricardo Ambrózio, Sarah Baltzinger, Damien Fournier, Jeffrey Schoenaers, Julio Cesar Iglesias
drammaturgia Lou Cope
musica originale eseguita dal vivo da Maya’s Moving Castle

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Gaia Clotilde Chernetich
Gaia Clotilde Chernetich
Gaia Clotilde Chernetich ha ottenuto un dottorato di ricerca europeo presso l’Università di Parma e presso l’Université Côte d’Azur con una tesi sul funzionamento della memoria nella danza contemporanea realizzata grazie alla collaborazione con la Pina Bausch Foundation. Si è laureata in Semiotica delle Arti al corso di laurea in Comunicazione Interculturale e Multimediale dell'Università degli Studi di Pavia prima di proseguire gli studi in Francia. A Parigi ha studiato Teorie e Pratiche del Linguaggio e delle Arti presso l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales e Studi Teatrali presso l'Université Paris3 - La Sorbonne Nouvelle e l'Ecole Normale Supérieure. I suoi studi vertono sulle metodologie della ricerca storica nelle arti, sull’epistemologia e sull'estetica della danza e sulla trasmissione e sul funzionamento della memoria. Oltre a dedicarsi allo studio, lavora come dramaturg di danza e collabora a progetti di formazione e divulgazione delle arti sceniche e della performance con fondazioni, teatri e festival nazionali e internazionali. Dal 2015 fa parte della Springback Academy del network europeo Aerowaves Europe, mentre ha iniziato a collaborare con Teatro e Critica nel 2013.

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