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Circus Art Museum dei Dis-Occupati. L’arte spiegata ai bambini

Lo spettacolo di Monica Crotti e Massimo Cusato lotta per la permanenza della storia dell’arte. Recensione.

circus
foto Fiammetta Mandich

Alzi la mano chi si ricorda delle lezioni di educazione artistica alle medie. Quei blocchi Fabriano bianchi e azzurri che si spiegazzavano al terzo giorno di permanenza nello zaino, pieni di qualche goffo tentativo di ridisegnare il David di Michelangelo con le sue mani smisurate o – nei casi più avventurosi – di dividere in sezioni la concitata azione del Guernica di Picasso. Poi al liceo la pratica era tolta di mezzo e si passava alla teoria, con il buon Argan seduto sulla nostra spalla a ricordarci che tra Micheletto e Michelozzo c’è una differenza, che gli Impressionisti non erano semplicemente miopi e che il puntinismo non si trova a pagina 47 della Settimana Enigmistica. Per poi andarsene, magari, all’università e ricominciare da capo, arrivando a distinguere concettualismo e arte povera.
La Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa, approvata in Portogallo nel 2005 – ratificata in Itala solo nel 2008 – dichiarava: «La conoscenza e lo studio del Patrimonio storico artistico rientrano nel diritto di partecipazione dei cittadini alla vita culturale e al lavoro, come definito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo». Per tutta risposta e con la scusa della spending review, nel 2010 la riforma Gelmini estirpava l’insegnamento della storia dell’arte – istituito nel 1923 dall’allora ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile – dalla maggior parte delle scuole superiori, rischiando di far crescere gli studenti (almeno quelli degli istituti professionali) in una beata e pericolosa ignoranza. A luglio 2014 il ministro della Cultura Franceschini firmava un protocollo con Giannini (Istruzione) per resuscitare questo illustre caro estinto, operazione che, secondo i calcoli, costerebbe 25 milioni l’anno, su un budget ministeriale di 51 miliardi di euro. Tuttavia, solo dal 2015-2016 potremo tornare a ordinare manuali per gli zaini di figli e nipoti. Sperando che i ruoli reintrodotti siano qualificati con una laurea specifica, «senza fare papocchi», avverte Irene Baldriga, presidente dell’Associazione nazionale insegnanti storia dell’arte.

circus
foto Fiammetta Mandich

E che c’entra il teatro? Ce lo spiega una delle compagnie più interessanti del panorama del teatro ragazzi. Il “family theatre” di Monica Crotti e Massimo Cusato, in arte Teatro dei Dis-occupati, intaglia un altro piccolo gioiello con Circus Art Museum, in scena allo Studio Uno di Roma (spazio, dal canto proprio, impegnato in una vivida e militante offerta artistica). Una folla di bambini dai 3 anni in su riempie mezza platea sedendo sui cuscini rossi, sulle sedie invece stanno le famiglie, al cospetto di una scena piccola ma ben organizzata da Fiammetta Mandich: Crotti e Cusato attendono immobili come statue nello spazio delimitato da una cornice dorata. Vestito a righe e ombrellino lei, frac sbrindellato e naso rosso lui, sono due figure di una scena circense, un quadro appeso in chissà quale museo, che di notte – come in tutte le favole che si rispettino – permette ai personaggi di «uscire» e di vagare. Uno convincerà l’altra a far visita ai colleghi nelle varie sale; nella cornice calerà uno schermo su cui verranno proiettati alcuni quadri famosi, come I tre musici di Picasso, Il bar delle Folies-Bergère di Renoir o Gente del circo di Botero. Il gioco sarà di svelare i segreti delle opere, interpretare e a volte inventare le storie che legano una all’altra le immobili figure. Una storia d’amore intreccia clown, acrobati e impresari nell’arena di Botero, lo specchio di Renoir riflette paradossalmente a 45 gradi, Pulcinella e Arlecchino picassiani si fanno gli scherzi rubandosi gli strumenti e gettano i due visitatori in una danza senza musica che li farà innamorare.

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foto Fiammetta Mandich

Complice l’intensa attività laboratoriale che mette Crotti e Cusato a contatto con i più piccoli, quello dei Dis-Occupati è sempre stato un percorso che scandaglia le immense possibilità della creatività e dell’immaginazione, svelandone l’alchimia necessaria nella costruzione di un immaginario in divenire, tendendo con grande sapienza una corda tra il divertimento e l’apprendimento. Pur in uno spazio piccolo e senza grandi mezzi, i due corpi sfoderano la consueta abilità mimica e acrobatica, mandano avanti un’innata simpatia per costruire uno spettacolo multistrato che affina grazia e profondità minuto dopo minuto, culminando con l’invito per i bambini a liberare l’inventiva: a fine spettacolo i piccoli spettatori ricevono, pescando da una valigia, un quadro famoso da colorare e su cui sono liberi di immaginare una storia, spunto che servirà ad arricchire il repertorio di opere di questa necessaria lezione mascherata da divertissement. È in situazioni come questa che il teatro ha modo di tramutarsi in tutto e per tutto in politica.

Sergio Lo Gatto
Twitter @silencio1982

visto al Teatro Studio Uno, Roma, marzo 2015

prossime date:

11 Aprile ore 15:30 al Teatro Flamingo di Capoliveri – Isola d’Elba
18 Aprile ore 17:00 al Teatro Studio Uno – Roma

CIRCUS ART MUSEUM
Scritto da Massimo Cusato
Diretto e interpretato da Monica Crotti e Massimo Cusato
Scenografia di Fiammetta Mandich
Costumi di Monica Crotti
Produzione Teatro dei Dis-occupati

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Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

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