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Cuocolo/Bosetti al Funaro. Una conversazione telefonica

Cuocolo/Bosetti impegnati al Centro Culturale Il Funaro di Pistoia per presentare tre spettacoli, tra i quali un’anteprima, e un laboratorio. Abbiamo intervistato Renato Cuocolo.

 

Cuocolo/Bosetti MM&M
Cuocolo/Bosetti MM&M

Quando si ha la possibilità di porre alcune domande a compagnie o artisti storici della scena nazionale e internazionale, si è colti da un’insicurezza fuori dal comune. Avendo la sensazione che ormai sia stato detto tutto di loro o quasi, e che la critica abbia già riempito pagine e pagine di recensioni o approfondimenti, ci si auspica di non stupire l’altro con domande inattese, ma si gode di questa opportunità, rendendola un’occasione di confronto a due voci. Renato Cuocolo insieme a Roberta Bosetti sono ospiti questo mese al Funaro dove, a partire dal 7 febbraio, hanno presentato Serata Dickinson, il celebre The Secret Room, e a fine mese in anteprima e in forma di studio, esito della residenza artistica, porteranno in scena MM&M Movies, Monstrosities, and Masks, che il prossimo 1 giugno aprirà la XX edizione del Festival Colline Torinesi. Spettacoli uniti anche a un laboratorio di formazione aperto a tutti dal nome Teatro e Domesticità. Il Teatro nelle case.

Nel 1988 decidete di trasferirvi in Australia, a Melbourne, ciò nonostante avete continuato a lavorare in Italia. Perché l’Australia e come vi si lavora? Quali analogie e differenze col sistema teatrale italiano?

Siamo andati in Australia per un fatto pratico, ovvero eravamo stati invitati a prendere parte a una serie di eventi relativi al bicentenario dalla nascita del paese. Subito mi sono innamorato della tensione e dell’entusiasmo con il quale lì si accolgono le iniziative. Essendo un paese giovane non possiede una tradizione il che comporta una spinta verso l’innovazione e l’esplorazione di territori originali. Tutto è nuovo perché il vecchio non esiste, anche noi potevamo dunque creare la scena australiana. Nell’ambito teatrale vi è molta meritocrazia, l’artista si sente inserito in un vero e proprio sistema di cui è parte integrante. Un esempio: per prendere parte a un Festival a Vienna siamo stati accompagnati personalmente dal Ministro degli Esteri australiano. Vi è un organo, The Australian Council for the Arts, che vigila sulla qualità dei lavori svolti dagli artisti erogando finanziamenti. Noi siamo stati insigniti del titolo di compagnia di bandiera, ma ci sono state anche le volte in cui abbiamo perduto dei fondi. Sei continuamente interrogato e messo alla prova. Per esempio in Italia abbiamo rinunciato volontariamente a delle sovvenzioni perché erano state date casualmente, senza criterio. Sarebbe bello se in Italia ci fosse un’attenzione di tipo strutturale che a volte, non sempre, manca.

Ormai la vostra compagnia ha quasi quarant’anni… Il tempo come muta i luoghi che abitate e, di conseguenza, come cambia il vostro approccio?

È sempre stato un percorso personale. Secret Room – giunto proprio l’altra sera alla 1629esima replica e complessivamente a 17000 spettatori – è stato lo spettacolo maggiormente di successo anche dal punto di vista economico, grazie al quale ci siamo resi conto che non servivano necessariamente grandi numeri di spettatori, ma potevano bastare 10 persone alla volta per fruirlo. Il tempo agli inizi scorre diversamente, devi dimostrare qualcosa a te stesso innanzitutto, e subisci l’influenza dei maestri dai quali non puoi prescindere quando muovi i primi passi in questo mondo. Ora il tempo mi ha dato libertà, adesso anche le idee più stravaganti me le posso permettere!

«Per un’ identità essere un effetto significa non essere né fatalmente determinata, né totalmente artificiale e arbitraria», così la filosofa femminista Judith Butler definisce il nostro essere, un effetto o meglio «atto». In MM&M vi interrogate sull’identità dello spettatore, se essa esiste, come la costruite o, in caso contrario, mettete in crisi?

Abbiamo sempre lavorato sull’autobiografia, è il materiale dal quale partiamo perché crediamo che la nostra vita possa essere simile a quella degli altri. In questo spettacolo ci interroghiamo sull’immagine cinematografica e come essa influisca su di noi, attraverso citazioni di ben 82 film. Cerchiamo dunque di intraprendere con lo spettatore un percorso inconscio incentrato sul riverberare dell’identità nell’immagine e la necessità di specchiarsi in essa.

Molti critici vi hanno definito come “il teatro del perturbante” e a proposito di inconscio sappiamo che l’unheimlich è un sentimento appartenente alla sfera più intima dell’umano; esattamente cosa significa per voi e una volta riconosciuto come diventa materiale drammaturgico?

Ormai è diventata una cifra stilistica che possediamo. Sono sicuro che vi sia alla base una passione che ci muove a trovare un senso particolare in quello che fuggevolmente scorre via. Partiamo da un luogo, la casa, il più familiare e ordinario per farlo diventare poi straordinario. Molteplici ordini di senso si incontrano, restando però nascosti non chiari, facenti parte di un processo che si libera gradualmente. Guardiamo oggetti di uso quotidiano con occhi sempre diversi. Del resto il teatro insegna questo, a guardare con altri occhi, nuovi,  la realtà.

Esiste un momento in cui lo spettatore non è più ospite nelle vostre performance ma diventa attore, in riferimento all’etimologia latina actor -oris, der. di agĕre “agire”?

In MM&M questo non accade, perché ci confrontiamo con il linguaggio del cinema e lo spettatore è inserito in uno stato di immersione sonora, amplificato dalle audioguide utilizzate in maniera anti-naturalistica. In altri invece sì, sono spettacoli che inglobano le persone ed è sempre lo spettatore a interagire, ad essere parte attiva, non limitandosi ad osservare. In questo modo scopriamo di essere attori nella vita di tutti i giorni, abbiamo sempre un ruolo da ricoprire, travalicando il teatro per sfociare nella vita.

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

Il calendario dei prossimi eventi:

LABORATORIO
CUOCOLO/BOSETTI
Iraa Theatre (AU/ITA)
Sabato 21 e Domenica 22 Febbraio 2015
h. 10.00 – 13.00 / 14.00 – 17.00
Teatro e Domesticità. Il Teatro nelle case

ANTEPRIMA in forma di Studio, esito della RESIDENZA ARTISTICA al Funaro (Febbraio 2015)
Venerdì 27 e Sabato 28 febbraio 2015 h. 21.00
CUOCOLO/BOSETTI
Iraa Theatre(AU/ITA)
MM&M
Movies, Monstrosities, and Masks
regia Renato Cuocolo
con Roberta Bosetti

Tutte le info sul sito de Il Funaro

 

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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