Teatro Rossi Aperto di Pisa lancia una “Chiamata alle Arti”, l’intento è quello di cercare “il contributo di chi ha idee, energie, proposte”
Dal 2012 il TRA attraverso una vita culturale e teatrale attiva è riuscito, nonostante limiti materiali e vincoli normativi, a praticare le potenzialità di un teatro tardo-settecentesco che deve “creare” il proprio presente e ad affrontare i limiti, le difficoltà e le responsabilità che uno stato di occupazione comporta.
Questa stato di cose, ibrido ma fruttoso, necessita di un cambio di fase.
La forma di apertura, cura e tutela del Rossi praticata finora ha bisogno di andare avanti, di costruire un progetto e di mirare a un’agibilità strutturale e artistica, riconosciuta e riconoscibile.
Tra limiti e vincoli, la vera forza che abbiamo sta nella qualità di un progetto culturale di lungo periodo.
Un progetto può essere di qualità se sa condividere ed elaborare pratiche di trasformazione dello spazio fisico e spazio di espressione delle sue possibilità artistiche.Un progetto può essere di qualità se ha l’ambizione di rimanere aperto, ospitale, vicino, senza rinunciare a guardare ai modelli di teatro europeo, di essere un’officina culturale.
Un progetto può essere di qualità se sa fare tutto questo con un modello di gestione sostenibile.
Un progetto è di qualità se si costruisce insieme a quanti vogliono mettere in gioco per questo spazio le competenze, i desideri, i saperi, le esperienze e la responsabilità, comune, affinché questo teatro rimanga aperto.
Abbiamo deciso per una chiamata alla arti, cercando il contributo di chi ha idee, energie, proposte da dedicare al TRA.Ospitalità in tempo di crisi
Il tema che abbiamo scelto, pensando alla nostra storia e al nostro tempo, è quello di ospitalità. Si è ospiti quando si accoglie qualcuno e quando si è invitati, quando facciamo del nostro meglio per chi viene da noi, e quando facciamo del nostro meglio per farci accogliere. È un tema che richiama quello della cura ma anche quello della responsabilità, degli affetti ma anche dell’economia. Un’ospitalità che non è legata all’abbondanza ma che risponde alle necessità e che proprio in un periodo di crisi fa emergere nuove opportunità e possibilità, incroci e sinergie. Quindi “ospitalità in tempo di crisi” è la traccia che consegniamo consapevoli di lanciare una sfida per immaginare proposte realizzabili in assenza di risorse economiche e nella prospettiva di una sostenibilità tutta da costruire. Vorremmo che l’ospitalità non fosse solo un argomento ma un tema, una prospettiva, una modalità di relazione con lo spazio e con quanti lo vivono.
Le proposte che vorremmo sono di progetti, attività, interventi, idee, proposte anche in itinere e da costruire insieme che traducano il tema e che investano lo spazio.
Possibili tracce di lavoro
Proponiamo l’idea di traccia, cercando di invitare a una modalità di intervento – qualunque natura esso abbia – che “lasci il segno” nello spazio e nella storia del TRA e augurandoci che quel segno condizioni il lavoro e l’esperienza di chi porta il suo contributo al progetto.
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