Debutti 2015: Romeo Castellucci, Isabella Ferrari diretta da Antonio Latella, Ronconi alle prese con Stefano Massini, Peter Stein a Roma. i Giganti di Roberto Latini, Anna Bonaiuto con la regia di Pirrotta in Clitennestra, Saverio la Ruina, La Carmen di Martone e l’Orchestra di Piazza Vittorio, Virgilio Sieni e Pasolini, Fabrizio Arcuri mette in scena Davide Carnevali
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Teatro Argentina
dal 9 al 18 gennaio 2015
Go Down, Moses
di Romeo Castellucci
regia, scene, luci, costumi di
Romeo Castellucci
testi Claudia Castellucci e Romeo Castellucci
musica Scott Gibbons
con Rascia Darwish, Gloria Dorliguzzo, Luca Nava
Stefano Questorio, Sergio Scarlatella
assistente alla scenografia Massimiliano Scuto
assistente alla creazione luci Fabiana Piccioli
direzione della costruzione scenica
Massimiliano Peyrone
sculture di scena, automazioni, prosthesis Giovanna Amoroso, Istvan Zimmermann
realizzazione dei costumi Laura Dondoli
assistenza alla composizione sonora Asa Horvitz
tecnica di palco Claudio Bellagamba, Michele Loguercio, Filippo Mancini
tecnica del suono Matteo Braglia
tecnica delle luci Danilo Quattrociocchi
produzione Benedetta Briglia, Cosetta Nicolini
Il lavoro trasfigura i differenti momenti della vita di Mosè, così come ci vengono narrati nel libro dell’Esodo. Nelle vicende di quest’uomo vi è qualcosa che inerisce la sostanza del nostro tempo. Come nel Mosè di Michelangelo –descritto nelle pagine che Freud ha dedicato a quest’opera- il profeta del monoteismo è presentato come un uomo che reagisce di fronte alle difficoltà che questo Dio –senza nome e senza immagine– gli pone innanzi: l’abbandono del suo corpo neonato nelle acque del Nilo; il mistero del roveto ardente, dove si manifesta -nel kabod – l’abbacinante e terribile splendore della gloria di YHWH; i quaranta giorni passati sul monte Sinai, dove riceve le tavole della legge; e infine la scoperta, al suo ritorno, del vitello d’oro eretto dal suo popolo per essere adorato.
Teatro Biondo Stabile di Palermo
dal 9 al 18 gennaio 2015
L’onorevole
di Leonardo Sciascia
adattamento e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
ersonaggi e interpreti
Il professor Frangipane, poi onorevole – Enzo Vetrano
Assunta, sua moglie – Laura Marinoni
Mimì, loro figlio – Aurelio D’Amore
Francesca, loro figlia – Aurora Falcone
Fofò, fidanzato di Francesca – Angelo Campolo
Monsignor Barbarino – Stefano Randisi
Don Giovannino Scimeni – Giovanni Moschella
Il dottor Agostino Micciché – Antonio Lo Presti
Margano, alunno del professore – Alessio Barone
Scene e costumi Mela Dell’Erba
luci M Max Mugnai
produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo / Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Diablogues – Compagnia Vetrano/Randisi
L’onorevole è un testo che racconta con intrigante ironia come l’ascesa politica di un onesto professore di lettere possa diventare un’ineluttabile ma pacifica, perfino brillante, caduta morale.
Il professor Frangipane, pur nella modestia in cui vive, è felice di rappresentare per i suoi figli e i suoi allievi un modello di correttezza e idealità basato sulla cultura e sul rispetto. La moglie Assunta lo ama, lo ammira e lo sostiene nell’affrontare le difficoltà quotidiane.
Teatro Elfo Puccini
dal 20 al 25 GENNAIO 2015
Polvere
Dialogo tra uomo e donna
di e con Saverio La Ruina
Le botte, gli stupri sono la parte più fisica del fenomeno; l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco.
“Io lo amo, lui mi ama, perché mi dice questo, perché mi guarda con sufficienza, talvolta con disprezzo?” Si inizia a giustificare.
“Certo, lui è stanco; naturale, le cose al lavoro non gli vanno tanto bene; è vero, i bambini fanno una gran confusione, lui si è incupito, poi innervosito; devo stare più attenta, dobbiamo avere pazienza con papà; lo dice pure mia madre, gli uomini, si sa, pure tuo padre, cosa credi, devi essere carina con lui, e poi è normale litigare un po’, una donna lo sa come fare la pace”.
Si inizia a nascondere, a sorridere coi vicini e coi parenti, a soffocare, a fingere, a rinunciare. È quella liturgia della resistenza che ogni donna vittima di violenza mette in atto. Un’operatrice di un Centro antiviolenza
Piccolo Teatro Grassi
dal 29 gennaio al 15 marzo 2015
Lehman Trilogy – Prima parte: Tre fratelli
di Stefano Massini
regia Luca Ronconi
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci A.J.Weissbard
suono Hubert Westkemper
trucco e acconciature Aldo Signoretti
con (in ordine alfabetico)
Robert Lehman Fausto Cabra
Carrie Lauer, Ruth Lamar, Lee Anz Lynn Francesca Ciocchetti
Testatonda Deggoo Martin Ilunga Chishimba
Henry Lehman Massimo De Francovich
Pete Peterson (greco) Raffaele Esposito
Solomon Paprinskij Fabrizio Falco
Lew Glucksman (ungherese) Denis Fasolo
Sig.ra Goldman Laila Maria Fernandez
Emanuel Lehman Fabrizio Gifuni
Philip Lehman Paolo Pierobon
Mayer Lehman Massimo Popolizio
Herbert Lehman Roberto Zibetti
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
D’intesa con l’autore, Luca Ronconi ha suddiviso i tre capitoli della Trilogia (Tre fratelli, Padri e figlie e L’immortale) in due parti autonome intitolate: Tre fratelli e Padri e figli.
La prima parte inizia l’11 settembre 1844 con l’arrivo in America di Heyum Lehmann proveniente da Rimpar, piccolo villaggio della Baviera. Viene registrato da un ufficiale del porto come Henry Lehman: da allora in poi quello sarà il suo nome. Si stabilisce a Montgomery (Alabama), dove apre un emporio di tessuti. Tre anni dopo lo raggiunge il fratello minore Mendel, che in America prenderà il nome di Emanuel, infine “il piccolo”, Mayer. Nel corso degli anni il loro interesse si sposta dal cotone, al caffè, passando per le grandi infrastrutture (ferrovie, canale di Panama) fino ad approdare alla Borsa. Tre fratelli termina all’inizio del Novecento con la morte di Emanuel e l’avvento della nuova generazione capitanata da suo figlio Philip.
PUBBLICO. Il Teatro di Casalecchio di Reno
29 e 30 gennaio 2015
I giganti della montagna
di Luigi Pirandello
adattamento e regia ROBERTO LATINI
con Federica Fracassi e Roberto Latini Fortebraccio Teatro
in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti
Fondazione Orizzonti d’Arte, Emilia Romagna Teatro Fondazione
prima nazionale
Incompleto per la morte dell’autore e rappresentato postumo nel 1937, I giganti della montagna è l’ultimo dei capolavori pirandelliani, forse il più rarefatto ed evocativo.
Il dramma è ambientato è in un luogo nebuloso dove trova compimento il viaggio della Compagnia della Contessa, al limite della sopravvivenza, nel difficile tentativo di portare in scena il proprio spettacolo, “La favola del figlio cambiato”. Questo luogo misterioso è la villa degli Scalognati, abitata da personaggi grotteschi guidati da una specie di Mago, Cotrone, il quale, come Prospero nella Tempesta shakesperiana, è in grado di creare illusioni e fantasie, scatenare fulmini e mesmerismi.
Nella versione di Roberto Latini saranno solo due attori, Fracassi e lo stesso Latini, a farsi strumenti polifonici e a mettere in scena l’intero dramma per portarlo verso una dimensione nuova. «Voglio immaginare tutta l’immaginazione che posso – dice il regista – per muovere dalle parole di Pirandello verso un limite che non conosco. Portarle al di fuori di tempo e spazio, come indicato nella prima didascalia, toglierle ai personaggi e alle loro sfumature, ai caratteri, ai meccanismi dialogici, sperando possano portarmi ad altro, altro che non so, altro, oltre tutto quello che può sembrare.” Due prove di attore per una riflessione sul linguaggio e sul limite linguistico per varcare la soglia delle inquietudini pirandelliane.
Teatro Carignano (Torino)
dal 24 febbraio al 15 marzo 2015
Carmen
da Prosper Mérimée, Henri Meilhac e Ludovic Halévy
adattamento Enzo Moscato e Mario Martone
regia Mario Martone
musiche George Bizet
direzione musicale Mario Tronco
arrangiamento musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni
esecuzione dal vivo Orchestra di Piazza Vittorio
con Iaia Forte, Roberto De Francesco (cast in via di definizione)
produzione Fondazione Teatro Stabile Torino / Teatro di Roma
Mario Martone e Mario Tronco accarezzano da anni l’idea di lavorare insieme e di farlo con il teatro d’opera. Così nasce Carmen. Chiamando a interpretarla Iaia Forte, amica, musa e donna capace di stare al centro di molti incroci; insieme a lei sul palcoscenico Roberto De Francesco e l’Orchestra di Piazza Vittorio, una band multietnica diretta da Mario Tronco. Enzo Moscato, la voce più lirica del teatro italiano del nostro tempo, riscrive i testi di questa favola mediterranea.
Partendo dal libretto del capolavoro di Bizet, nelle mani di Martone l’opera approda verso temi contemporanei, affidandosi al talento, ai volti e alla teatralità innata dei musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio, un ensemble noto a livello internazionale, che riunisce artisti, culture e tradizioni, sonorità antiche e nuove, strumenti sconosciuti, melodie universali.
Arena del Sole (Bologna)
dal 3 al 4 aprile 2015
Cena Pasolini
Virgilio Sieni per la città di BOLOGNA
Produzione Ert Emilia Romagna Teatro – Arena del Sole Bologna – Compagnia Virgilio Sieni – Accademia sull’arte del gesto
Virgilio Sieni, danzatore e coreografo fra i più rappresentativi del panorama italiano, è il direttore del settore danza della Biennale di Venezia. Il progetto da lui ideato per la città di Bologna, intende coinvolgere gruppi di persone di diversa età nella realizzazione di un ciclo di quadri coreografici che avranno come tema l’Ultima Cena, dove l’iconografia del celebre soggetto pittorico dialogherà con il gesto poetico del contemporaneo. Nel lavoro, che sarà condotto dal coreografo e da un’équipe di collaboratori, verranno approfondite le dinamiche che, partendo dalla gestualità quotidiana, conducono allo sviluppo di semplici azioni coreografiche incentrate sulla relazione con l’altro, sul dialogo e sull’incontro.
Teatro India
dal 8 al 26 aprile 2015
Sweet Home Europa
Una genesi. Un esodo. Generazioni
di Davide Carnevali
regia Fabrizio Arcuri
Cast in via di definizione
Un potente affresco dell’Europa (politico, sociale, religioso) si dipana precisamente sotto i nostri occhi: padri, madri, figli, mogli, mariti, compagni, estranei, esuli, uomini politici e d’affari si fanno rappresentanti del racconto della genesi di una Comunità, mettendone in scena i patti e i compromessi, le differenze e contraddizioni ideologiche e religiose, che hanno fatto dell’occidente un’idea dominante e insieme l’idea del suo stesso fallimento, culturale e sociale. Il capitalismo e il consumismo come metro e regola, anche dei rapporti interpersonali, hanno scardinato le regole tradizionali millenarie, lasciando intere generazioni in balia di guerre, più o meno giuste e più o meno sante, ma soprattutto di lotte per accaparrarsi le temporanee ricostruzioni
Teatro Argentina (Roma)
dal 4 al 31 maggio 2015
Der Park
di Botho Strauss
dal Sogno di Shakespeare
regia Peter Stein
con la compagnia in residenza del Teatro di Roma
Alessandro Averone, Maddalena Crippa
Michele De Paola, Gianluigi Fogacci
Paolo Graziosi, Pilar Fogliati, Pia Lanciotti
Laurence Mazzoni, Andrea Nicolini
Silvia Pernarella, Graziano Piazza
Daniele Santisi, Fabio Sartor
scene Ferdinand Woegerbauer
costumi Annamaria Heinreich
Der Park è una tragicommedia che Boto Strauss ha scritto appositamente per Peter Stein nel 1983 e che fu messa in scena dalla Schaubühne am Lehniner Platz, per la regia dello stesso Stein, nel 1984 con Bruno Ganz e Jutta Lampe.
In Der Park la solitudine e la malinconia sono elevate a livello di potenze mitiche. Con riferimenti politici, ma scavando nella realtà dei sentimenti, Strauss ci mette di fronte alla necessità del ritorno all’interiorità, per quanto mutilata e martoriata: i suoi personaggi, attraverso l’introspezione, dissezionano senza pietà la loro anima con la forza della disperazione.
Scrive Franco Quadri: «Questa allegoria dei giorni nostri, nel trasferire il Sogno al Tiergarten di Berlino o al Central Park di New York, ricalca i temi consueti di Strauss, magari con qualche ambizione in più nei riferimenti classici».
La storia è incentrata intorno ad Oberon e Titania che, nella speranza di ricondurre l’umanità alla riconquista dell’armonia perduta, fanno visita di notte ad un parco cittadino. In questo incontro fra il mistico e la dura realtà quotidiana gli amanti infelici che vivono nel parco non riescono a raggiungere quell’armonia divina perduta mentre gli dei diventano come i mortali.
Un gioco poetico di metamorfosi dove si dipingono scene impietose della società in un parco, completamente frainteso dagli dei che credono di essere in uno spazio mitico mentre invece si tratta solo di una natura fortemente umanizzata.
Teatro Storchi (Modena)
dal 7 al 10 maggio 2015
Ti regalo la mia morte VeroniKa
di Federico Bellini e Antonio Latella
liberamente ispirato alla poetica del cinema fassbinderiano
regia Antonio Latella
con Isabella Ferrari
e con ( in o.a.) Caterina Carpio, Nicole Kehrberger, Candida Nieri, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa, Valentina Vacca
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
suono Franco Visioli
luci Simone de Angelis
ombre Massimo Arbarello, Sebastiano Di Bella, Fabio Bellitti
Emilia Romagna Teatro nell’ambito del progetto Prospero
Dopo il successo di Un tram che si chiama desiderio Latella prosegue la propria analisi nell’universo femminile con uno spettacolo che rilegge i miti del cinema occidentale per ridefinire il contemporaneo. La protagonista è una donna instabile, insana, inadeguata che, sconfitta dall’amore e dalla vita, sceglie di abbandonarsi ad un tragico destino. Per questo ruolo il regista ha scelto Isabella Ferrari: “Avevo bisogno di una donna dal volto strepitoso, una donna prima che un attrice, che potesse ‘essere dentro’ un racconto senza evadere troppo da se stessa.”
Teatro Biondo Stabile di Palermo
dal 8 al 17 maggio 2015
Clitennestra Myllennium
di Vincenzo Pirrotta
regia e scene Vincenzo Pirrotta
costumi Giuseppina Maurizi
musiche Giacomo Cuticchio
con Anna Bonaiuto
e con Silvia Ajelli, Giulia Andò, Roberta Caronia, Elisa Lucarelli, Cinzia Maccagnano, Lucia Portale
produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo / Teatro Stabile di Catania
Vincenzo Pirrotta immagina che Clitennestra, personaggio centrale nella mitologia greca e nell’opera di Eschilo, si risvegli dopo un letargo di tremila anni.
Squarciando il velo di placenta dentro il quale ha riposato tutto questo tempo, Clitennestra si ritrova in un mondo post-moderno in cui tutto è distruzione e maceria, il lusso è per i pochi, gli uomini si sono fatti Dei, le Eumenidi sono scese dal loro piedistallo di dee e, in un’epoca dove tutti sono cani feroci, sono ridiventate Erinni per proteggere la nuova casta “divina”.
La spaesata Clitennestra rivendica la propria dignità regale e compie, portandosi addosso tutto il carico di sofferenza e di ricordi, un viaggio che la condurrà nuovamente ad un incontro-scontro con la propria famiglia.
Conservando la struttura della tragedia greca, Pirrotta riscrive la leggenda per i nostri giorni, inventando un nuovo linguaggio, che trasforma i cori classici in fraseggi blues e rap.
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ROBERTO HERLITZKA in CASANOVA di Ruggero Cappuccio regia Nadia Baldi teatro Arcobaleno Roma dal 22 gennaio all’8 febbraio