Alba spettacolo di Maria Teresa Berardelli al Teatro Studio Uno. Recensione
Lui e lei. Sono i protagonisti di una vicenda che li riguarda fin dal primo riconoscimento di superficie, li accompagna attraverso una scoperta reciproca, crescente, li abbandona in un’assenza imprevista, quasi sempre illacrimata quanto vera e intensa come sono soltanto gli addii. C’è una crisi sotterranea che supera di gran lunga quella economica perché appartiene non a un modo di vivere ma proprio alla vita, di ogni individuo: è la crisi della relazione, della qualità moltiplicata che riconosce nell’altro esigenze che si credevano proprie, esclusive, non condivise. C’è un settore del potere che si inerpica lungo canali legislativi, etici, che cerca di porre rimedio scrivendo complessi sistemi di gestione, dibatte di unioni civili, matrimoni gay, affidamenti, adozioni, aborti e divorzi ma ignora il problema di fondo, determinante: la coppia, non esiste più. Non esiste in quanto nucleo di confronto e di discrezione, non esiste il privato nell’epoca contemporanea, è asservita alla mostra di benessere emotivo la vera ricerca di una natura rispondente a sé, prima che alla comunione con l’altro. Eppure, ci accoppiamo, per entrambe le sfumature di significato che questa declinazione verbale porta con sé.
Alba è uno spettacolo teatrale visto al Teatro Studio Uno di Roma, la sua apparente leggerezza, accresciuta in virtù della dinamica scenica, non è altro che una patina formale, il mezzo che ci porterà a svelare le sagome in cui tracceremo l’illusione di una vita insieme. Insieme? Se lo chiedono i protagonisti, due giovani che si sono incontrati in un bar come tanti altri, che si sono scelti o hanno solo sovrastato il loro contatto minuto con aspettative espresse o segrete, con ansie e patimenti del passato in un futuro evanescente, la cui inutile foga rende tale anche il tempo presente. La progressiva caduta dentro il “meccanismo” della relazione è un orologio manomesso ma di una precisione affilata come una lama d’argento, nella confusione di due che non accettano l’altro, i diversi tempi, come una macchina che sia mossa da motori in controtempo, l’uno freno dell’altro. L’auto borbotta, fa due metri saltellando, poi si ferma.
Alba l’ha scritto Maria Teresa Berardelli, drammaturga che è giovane come sono i giovani oggi, cioè con un passato di altri testi, di esperienze, di un premio come il Riccione Pier Vittorio Tondelli vinto nel 2009 con Sterili, di belle attestazioni come la presenza con Signor P. nell’antologia New Writing Italia (a cura di Rodolfo di Giammarco e Rossella Porcheddu, Editoria & Spettacolo, 2014). È lei stessa a curarne la regia, dosando la scelta di intensi brani musicali (da ricordare tutti: Donde estas Yolanda di Pink Martini, Ramblin’ man di Mark Lanegan e Towards the sun di Alexi Murdoch) e gestendo l’equilibrio scenico di due ottimi attori – Aurora Peres e Daniele Natali – coscienti di essere esemplari di una condizione esistenziale; sono vestiti uguali, con camicia bianca, pantalone verde militare e scarpe nere, i loro abiti sono una divisa: sono la coppia, dialogano il prima e il poi della loro sostanza, la confrontano con il terzo assente – noi in platea – che svolgiamo il ruolo del confidente e ci accorgiamo che quanto è chiaro alla donna poi sarà l’uomo a concretizzarlo, compositore non creatore di un’evoluzione in cui non ha che una piccola parte, definisce il già avvenuto passaggio di stato.
Alba è il contrario di un tramonto. O meglio, come sanno gli esperti, già contiene in sé i colori che sfumeranno un tramonto. Alba è l’inizio noto di un processo ignoto a chiunque lo compia, è già dove s’imprime il calco di eventi da venire; in essa è presente non la crisi della coppia, ma più precisamente della coppia come ci si è abituati a conoscerla, quella sequenza di consuetudini della vita insieme, l’ascesa e il declino di una stella infuocata, il sole, capace di svanire in una notte buia e spettrale. Ma non per sempre. Chissà. Fino all’alba del giorno dopo?
Simone Nebbia
Twitter @Simone_Nebbia
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ALBA
di Maria Teresa Berardelli
con Daniele Natali e Aurora Peres
regia Maria Teresa Berardelli
aiuto regia Camilla Brison