HomeArticoliIl Teatro Orologio sposa la città per il 2014/2015

Il Teatro Orologio sposa la città per il 2014/2015

Teatro Orologio presenta al stagione 2014/2015 in piazza: immagini e parole dell’evento

 

Chiunque si aspettasse di assistere alla solita conferenza stampa con i saluti, due parole di circostanza, i ringraziamenti e l’elenco di spettacoli e progetti, magari con qualche sporadico intervento degli artisti in cartellone, ieri alla presentazione della nuova stagione del Teatro dell’Orologio si sarà trovato abbastanza disorientato: Fabio Morgan – direttore in abito talare – e il gruppo dei suoi collaboratori hanno infatti pensato un’alternativa efficace, verrebbe da dire quasi geniale. Tra sedie bianche e tavoli apparecchiati, bomboniere, bottiglie di vino e vassoi da portata pieni di cibo, quello che ha preso forma in Piazza dell’Orologio sotto gli sguardi incuriositi dei passanti è un banchetto di nozze, o almeno la sua riproduzione concreta e metaforica, non priva di una base di concetto. Se il teatro, in mancanza di fondi e stanziamenti pubblici, vuole rimanere un rito collettivo e se il lavoro degli artisti è un atto di fede e passione che mira a fondersi con l’alterità del pubblico, la formula adatta alla sua celebrazione non può che essere il matrimonio. Così dopo l’incipit introduttivo del direttore – a ricordare i venticinque spettacoli in programmazione e la conferma della collaborazione con il Teatro Argot di Tiziano Panici per la seconda edizione di Dominio Pubblico – come degli sposi sono stati gli stessi attori, autori e registi a prendere posto sulla sedia lasciata vuota a ogni tavolo per raccontare il proprio spettacolo, fornirne uno stralcio o regalarne un breve promo dal vivo. Fra gli altri Valerio Binasco con Una specie di Alaska, il duo Timpano-Frosini con Zombitudine, Michele Sinisi e il suo Riccardo III, Fausto Paravidino con Il diario di Mariapia, Biancofango con Fragile Show, Tutti i padri vogliono far morire i loro figli di Ck Teatro e poi Clinica Mammut, Grabriele Paolocà, Massimiliano Farau, Marco Maltauro, DoppioSenso Unico e molti ancora, riservando particolare attenzione a giovani interpreti e drammaturghi. Insomma forse non sarà per sempre, ma per ora non osi la consuetudine dividere ciò che la scena unisce.

un momento della conferenza stampa

 

clicca e sfoglia la fotogallery

testi, immagini e video di Marianna Masselli
Twitter @Mari_Masselli

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Marianna Masselli
Marianna Masselli
Marianna Masselli, cresciuta in Puglia, terminato dopo anni lo studio del pianoforte e conseguita la maturità classica, si trasferisce a Roma per coltivare l’interesse e gli studi teatrali. Qui ha modo di frequentare diversi seminari e partecipare a progetti collaterali all’avanzamento del percorso accademico. Consegue la laurea magistrale con una tesi sullo spettacolo Ci ragiono e canto (di Dario Fo e Nuovo Canzoniere Italiano) e sul teatro politico degli anni '60 e ’70. Dal luglio del 2012 scrive e collabora in qualità di redattrice con la testata di informazione e approfondimento «Teatro e Critica». Negli ultimi anni ha avuto modo di prendere parte e confrontarsi con ulteriori esperienze o realtà redazionali (v. «Quaderni del Teatro di Roma», «La tempesta», foglio quotidiano della Biennale Teatro 2013).

8 COMMENTS

  1. Un’idea geniale realizzata perfettamente! La conferenza stampa più innovativa e fresca degli ultimi 10 anni, un’ottima previsione per la stagione che verrà. Il teatro ha bisogno di queste invenzioni e ne dimostra tutta la sua vitalità!
    Bravi tutti, viva gli sposi!
    Ci vediamo in quest’anno
    Andrea

  2. Geniale e simpaticissima l’idea della conferenza stampa. Precisi e gentili gli attori. La stagione è molto interessante e gli spettacoli sembrano davvero ben pensati.

  3. Spesso le conferenze stampe risultano essere più un peso che un piacere, ma in questo caso il Teatro dell’Orologio e tutto il suo staff ha saputo trovare un’idea geniale (senza quasi) che ha dato uno spazio vero e concreto agli artisti della stagione. Da pubblico ci si è sentiti veramente trattati con riguardo, non mancando anche i piaceri della tavola che contraddistinguono i classici matrimoni. E se questo è un matrimonio fra cittadini e teatro, è cominciato con le migliori prospettive: ci aspetta una stagione ricca di spettacoli e artisti interessanti. Complimenti a tutti!
    Simone

  4. Mi è spiaciuto alcuni prenotati per i tavoli non si sian poi presentati (tipo Nastasi, se ho capito bene) ma questo – e non suoni populismo – è stato ampiamente compensato dalla curiosità e dalle domande e dalle foto e video dei passanti. Bellissimo. Avevamo un po’ paura di metterci lì mercoledì mattina a cercar di venderci tavolo a tavolo agli spettatori facendo un pezzetto di lavoro e cianciando quattro stupidaggini armati solo delle nostre umili cartolinette e di un breve testo a memoria e tanta kamikazitudine ma poi, lì, di tavolo in tavolo, è stato tutto molto bello e sensato. Peccato per chi non c’era. Le foto sono belle ma non restituiscono la presenza: mi ricorda la storia di un mio amico che abitava a via Fani nei ’70 ma il 26 marzo 1978 casualmente era fuori città! la storia passa lì, grande o piccola che sia, e tu non ci sei mai. Sei in treno, sei ad un’altra conferenza stampa, sei a dormire, sei a far la spesa, sei dove sei, sei quel che sei, ma intanto non ci sei.
    “C’erano tutti e tu non c’eri”, come cantava Gianfranco Manfredi nel 1976.

  5. Ci è piaciuto molto. Tutto. Davvero geniale, mi unisco al coro, l’idea di stare in mezzo alla gente, in mezzo alla città. Divertente e nello stesso tempo con un chiarissimo valore simbolico. e speriamo che contribuisca ad avvicinare nuovamente il pubblico di questa Roma un po’ allo stremo. Adesso bisogna continuare il lavoro. Bravi!

  6. Che ridere, un direttore artistico vestito da prete non s’era mai visto. Accolgo l’invito a commentare volentieri perché, oltre alla forma, tutto molto carino e ben curato, mi è piaciuto un sacco il contatto diretto con gli attori. Insomma, si sono sbattuti e tavolo per tavolo hanno raccontato le loro storie e il loro impegno. Vederlo nei loro occhi e sentirlo nelle loro parole è stato sicuramente il momento più particolare della conferenza! Non c’era il solito borioso distacco ma una partecipazione sentita! Sarei rimasta ad ascoltarli tutti ancora e ancora!
    Bravi, bell’idea!
    W il pubblico!

  7. un’idea brillante per mettere in luce il sodalizio tra pubblico e attori di cui oggi purtroppo si sente la mancanza. un’atto d’amore virtuoso da parte di chi investe le proprie energie per alimentare il meraviglioso mondo del teatro. grazie teatro dell’orologio

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Orecchie che vedono: la danza che si ascolta a Gender Bender

Al festival bolognese Gender Bender molte sono state le proposte di danza, tra le quali sono emerse con forza il corpo resistente di Claudia...