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Teatro Valle Bene comune: comunicato del 9 agosto

Teatro Valle Bene Comune: comunicato del 9 agosto sugli incontri con l’Assessorato e il Teatro di Roma

 

Per le ultime news leggi il comunicato sulla conferenza stampa dell’11 agosto

Valutazioni sui risultati prodotti dall’interlocuzione in corso

La mobilitazione di questi giorni che ha visto al centro il Teatro Valle ha riaperto un piano pubblico politico che ha di fatto attivato le pratiche e i principi della Fondazione Teatro Valle Bene comune. Il confronto tra amministrazione, Teatro di Roma e Fondazione Teatro Valle Bene Comune ha fatto emergere un piano estremamente complesso: se da una parte è stato evitato un bando e si è ottenuto l’impegno a non privatizzare il teatro, dall’altra la ristrettezza dei tempi imposti ha reso molto difficile la costruzione di un dialogo alla pari.
Ad oggi questo tavolo non ha ancora prodotto risultati soddisfacenti.

E’ nella natura delle lotte dei beni comuni ripensare il rapporto con le istituzioni come politica delle relazioni, e praticarla fuori dalla subalternità.

Aver ottenuto un’interlocuzione che entrasse nel merito dei contenuti e degli obbiettivi ha prodotto dei primi avanzamenti. E’ un passaggio positivo, ma è davvero solo il primo passo di un percorso.

L’accordo tra Teatro di Roma e Fondazione Teatro Valle Bene Comune sarà regolato da una Convenzione firmata da entrambe le parti ma i tempi di questa Convenzione non sono immediati e realisticamente i primi passaggi tecnici di calendario potranno essere fissati non prima degli ultimi giorni di agosto. Nonostante i tempi impediscano un dialogo sereno e costruttivo, l’amministrazione non ha dato una spiegazione convincente sul perchè questa data sia così inderogabile: “Perchè no? Perché no.”

Sotto nostra richiesta, in questi giorni si stanno producendo delle lettere d’intenti da parte dell’Assessore e del Teatro di Roma. Nella lettera in cui l’assessorato conferisce il passaggio del Teatro Valle a Teatro di Roma siamo riusciti a ottenere che sia esplicitamente indicato da Roma Capitale che il progetto di valorizzazione del teatro dovrà contenere il frutto dell’esperienza prodotta dalla Fondazione Teatro Valle Bene Comune.

Non siamo riusciti a ottenere una memoria di giunta che costituisse una ulteriore garanzia formale di questo passaggio, come neanche un accordo congiunto.
Non abbiamo ottenuto ancora una roadmap condivisa che segni le tappe necessarie per la scrittura della convenzione e produca le condizioni opportune per la transizione.
Non siamo riusciti ad ottenere una garanzia rispetto alla trasparenza dei lavori di ripristino della manutenzione a cura della Soprintendenza, né un impegno a garantirne una temporalità chiara. Inoltre, siccome è stato rifiutato un sopralluogo fintanto che il Teatro Valle non sia liberato di persone e cose, non è chiaro di quale natura debbano essere i lavori e quindi la reale prospettiva di apertura del teatro nei prossimi tempi.
La Soprintendenza, in questo momento, gioca un ruolo determinante rispetto alla indeterminatezza della trattativa in corso.

Nella sua complessità, questa sfida ha la possibilità di essere percorsa solo se la trattativa diventa il terreno reale di un confronto inedito tra due istituzioni culturali che si muovono in un orizzonte differente, la prima, in quello delle tradizionali istituzioni pubbliche, l’altra, in quello dei beni comuni. Perchè quest’esperimento sia reale e crei i presupposti per essere realmente trasformativo, producendo un risultato sconosciuto, perfettibile, ma che sia comunque un avanzamento è necessario che sia garantita alla Fondazione Teatro Valle Bene Comune, una autonomia sostanziale perchè possa realizzare il progetto.

Come ora produrre un gesto di libertà che porti fuori dal piano della trattativa la continuità di questa esperienza, in tutta la sua complessità e radicalità? Come non rimanere schiacciati dalla dicotomia: accettare la proposta così com’è/non accettarla? E’ importante riaprire la visione senza ridurre ai soli termini di questo accordo l’apertura di una nuova fase di lotta, dove l’esperimento di dialogo istituzionale con TdR rappresenta solo uno degli aspetti.

 

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