4 luglio 2014, Roma. Alla dichiarazione del Sindaco Ignazio Marino con la quale il primo cittadino rivela le intenzioni dell’amministrazione di indire un bando per il Teatro Valle (e di gestire il passaggio con il Teatro di Roma) rispondono i tecnici e artisti che da tre anni gestiscono lo storico spazio. Di seguito entrambe le dichiarazioni.
Gara di evidenza pubblica per il Teatro Valle
Il Teatro Valle è parte fondamentale del patrimonio di questa città, la cui vita culturale si fonda sul lavoro e l’impegno di sessanta teatri.
In questi ultimi tre anni, tuttavia, la struttura ha vissuto una forma di contraddizione evidente, che nessuno si è assunto la responsabilità di affrontare: da un lato, è chiaro a tutti che la passata amministrazione comunale non ha lavorato come doveva e questo può aver motivato l’iniziativa di accendere un riflettore su quello spazio e impedirne la morte culturale; dall’altro tuttavia, la legalità deve valere per tutti soprattutto di fronte alle enormi difficoltà che tanti teatri della nostra città affrontano quotidianamente per mantenersi in vita.
Vogliamo immediatamente mettere fine a questa contraddizione: ecco perché stiamo lavorando per bandire nel più breve tempo possibile una gara di evidenza pubblica d’intesa con il Mibact.
Resta ferma la mia convinzione che il confronto sia fondamentale, un metodo che abbiamo voluto far nostro fin dall’insediamento. Perciò ascolteremo la città, a partire dagli operatori, coinvolgendo fin da subito il Teatro di Roma affinché ci aiuti a disciplinare questa transizione.
Tuttavia, affinché il teatro possa tornare ai romani, serve anche una assunzione di responsabilità da parte degli occupanti che devono al più presto rendere disponibile la struttura per favorire il processo di rilancio del prezioso spazio culturale, anche facendo tesoro dell’esperienza fino ad ora maturata. fonte: http://www.ignaziomarino.it/gara-pubblica-teatro-valle/
Il Teatro Valle Occupato risponde alla dichiarazione del Sindaco Marino
Leggiamo con preoccupazione le dichiarazioni del Sindaco Marino che sembrano orientate verso il disconoscimento di un’esperienza generata da lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura che coinvolge artisti e migliaia di cittadini.
Facciamo fatica a comprendere cosa intenda Marino per metodo del confronto, se non considera proprio questi soggetti come interlocutori. Una gaffe clamorosa che esclude moltissimi soci fondatori, artisti ed operatori che da tre anni sostengono questa esperienza a livello cittadino, nazionale e internazionale. Apprendiamo così con stupore di non essere considerati cittadini di questa città.
Un tavolo di confronto istituito dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale si è già svolto nei mesi passati, producendo un documento di valutazione. Da lì ci aspettiamo che il Comune riparta, rendendo finalmente pubblici i risultati di questo confronto istituzionale secondo un criterio minimo di trasparenza.
“Fare tesoro dell’esperienza finora maturata” significa discutere non dell’occupazione ma di un nuovo modello di gestione di un bene pubblico come il Teatro Valle Bene Comune. A questo proposito è giunta ieri al Sindaco anche la disponibilità di autorevoli giuristi per un tavolo di lavoro tecnico-giuridico. Il Teatro Valle è sempre stato aperto e disponibile alla città e continua a esserlo costruendo numerose occasioni di confronto pubblico.
Se il Sindaco ritiene questa esperienza talmente priva di legittimità al punto di negare qualsiasi tipo di incontro e interlocuzione, allora – fuori da ogni ipocrisia – si assuma la responsabilità politica di sgomberarla con la forza pubblica.
Teatro Valle Occupato
il comunicato del valle è risibile quanto sconclusionato. hanno forzato una risposta del sindaco e la risposta è arrivata, seria, consapevole, coerente. questi capricci pseudo intellettuali evidenziano ancor di più la nave del nulla che affonda.
V come Vattenedalvalle
Mi sembra difficile contestare le affermazioni di Marino. L’opera della Fondazione è stata meritoria, ha richiamato l’attenzione della città su un “bene comune” ma ora, si spera, si torna alla legalità. Piaccia o no.