Limnesia. Inizia il festival teatrale al CSOA Ex Snia – Parco delle Energie
A volte il caso è uno sviluppatore di necessità. Siamo tra le anguste ombre di una periferia al centro di un importante snodo viario, là dove il traffico romano affoga di schiamazzi sonori e anidride carbonica una vivibilità a misura d’uomo, lì proprio nel mezzo, nell’area dell’Ex Snia tra le macerie di una vecchia fabbrica di tessuti (conosciuta un tempo come Viscosa). Un costruttore aziona i suoi macchinari per estirpare un polmone verde ed edificare un centro commerciale, ma durante i primi scavi le macchine vanno a bucare una falda acquifera e nasce un lago, naturale pur prodotto dall’artificio, anzi, risposta naturale all’artificio degli uomini. Questa, che sembra una fiaba con tanto di morale, è in realtà il frutto della mobilitazione di una cittadinanza già attiva attorno a un’area con al suo interno un parco (nella sola parte aperta attorno al complesso scheletrico) e il centro sociale dell’eXSnia, nato dall’occupazione del 1995 proprio in vista della colata di cemento su quella che il piano regolatore prevedeva essere un’area verde. Ci troviamo nel Parco delle Energie, così ribattezzato forse per le energie che proprio gli uomini riescono a portarvi, energie confluite in molti progetti di abitazione artistica, di modelli produttivi e formativi, di crescita culturale per un territorio che ha bisogno del suo parco. Le stesse energie messe a disposizione per difendere e valorizzare il lago, ricco di iniziative nonché di ostinato e battagliero dialogo con le autorità cui compete per l’espropriazione dell’area o della resa a parco della parte già espropriata nel 2004.
Ma l’energia è una spinta propulsiva, più ce n’è e più si crea, così prende vita un altro progetto dal nome Limnesia – Teatri alla Sorgente, rassegna partecipata esclusivamente teatrale, nata però dall’esperienza maturata con percorsi come Logos, Festa della Parola in varie forme d’espressione, e Jazz al popolo, iniziativa per rendere fruibile la musica colta in un contesto popolare, di buona accoglienza.
Su una panchina ombrosa nel mezzo del parco, accompagnati dal canto delle cicale che preparano l’estate, bastano poche parole scambiate con gli organizzatori per capire che un progetto del genere ha forza soltanto se spinto da una necessità politica. E infatti Limnesia nasce da un appello inviato a teatranti amici e vicini per intenzioni e pratiche, in origine si chiamava Opere da tre soldi, abitando il riferimento all’opera di Brecht per il suo carattere di rottura rispetto al melodramma italiano e soprattutto per il riferimento ai “tre soldi”, la scarsa paga del teatrante, ma anche l’entità del prezzo politico che si vorrebbe far pagare per l’ingresso agli spettacoli.
Limnesia prende vita allora seguendo il progetto partecipato di gestire uno spazio con la propria arte e insieme con il proprio lavoro. Ogni artista coinvolto lo è prima di tutto sul piano umano, la sua presenza è un concreto aiuto a un’esperienza che si fa quindi collettiva, diventando sia il gruppo di lavoro che l’evento in sé, al fine di mostrare contemporaneamente gli spettacoli e raccontare il processo che porta a metterli in scena, poterne fruire in un contesto di virtuosa autorganizzazione.
Così ogni giovedì dal 12 giugno al 10 luglio 2014 ci saranno due spettacoli a settimana, di artisti che hanno deciso di condividere il progetto e l’appello politico, nato affinché esista una vocazione politica nelle proposte culturali. Ad aprire sarà il Nano Egidio con Egidio’s season two: ISAP:PIS (Il Sequel Anche Prequel Per I Soldi) e Daniele Parisi con Abbasso Daniele Parisi, tra gli altri seguirà anche uno spettacolo di Andrea Cosentino (il magico Primi passi sulla luna), così come il lavoro sul paesaggio dei Nontantoprecisi, Ho morto Petrolini dedicato al grande maestro del varietà da Gabriele Linari, il monologo sullo scandalo del Monte dei Paschi di Siena Ummonte di Elisa Porciatti o L’Italia s’è desta dell’emergente Compagnia Ragli, qui il pogramma completo.
Il coinvolgimento degli artisti allora induce una riflessione circa la risposta che i cittadini danno alle istituzioni: le lunghezze della burocrazia, le commissioni di uno sviluppo immobilizzato, gli scavi di cantieri ideali lasciati a imputridire lo sguardo, cozzano contro la volontà non tanto di fare e basta, ma di essere e per questo fare. Limnesia, che vedrà articolarsi un festival senza l’imposizione di una direzione artistica in uno spazio interamente alimentato a energia solare − con tanto di birreria e trattoria (TrattoSnia) a km zero −, che coltiva il sogno di dare una struttura definitiva al già esistente teatro, seguendo l’obiettivo di un primo auditorium popolare a Roma e rendendolo funzionale alle varie esigenze artistiche contemporanee, è un progetto non solo sostenibile perché fatto di energie umane, ma da sostenere perché degli uomini tira fuori un inguaribile spirito di iniziativa, come se fossimo in un’era “preamministrativa”, dove ancora aveva e ha un senso quella speciale qualità, ad esempio, che fa guardare una pozza d’acqua e vederci un lago, al centro di una sorprendente periferia.
Simone Nebbia
Twitter @Simone_Nebbia
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