Massimo Ongaro nuovo direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto
Foto Michele Crosera
Il Consiglio di Amministrazione ha nominato Massimo Ongaro direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto.
“Il Consiglio – ha affermato il Presidente del Teatro, Angelo Tabaro – ha preso visione dei curricula che sono pervenuti e, dopo un’ampia discussione, ha deciso di avvalersi della collaborazione di Massimo Ongaro che, per le esperienze e per profilo di relazioni internazionali, ci ha convinto e al quale il Consiglio assicura all’unanimità ogni collaborazione in vista di un compito certamente arduo al quale Ongaro viene chiamato, per ridare entusiasmo al movimento teatrale di tutta la Regione e in particolare delle Città di Padova e Venezia”.
Nei prossimi giorni il Consiglio incontrerà Ongaro per discutere con lui del progetto di rilancio del Teatro Stabile, affinché ritorni ad essere per Padova, Venezia e il Veneto tutto un imprescindibile punto di riferimento.
Il Consiglio ringrazia tutti coloro che hanno manifestato interesse a collaborare con lo Stabile del Veneto inviando il proprio curriculum e, in particolare, segnala la disponibilità manifestata da Pierluca Donin a una collaborazione fattiva con il Teatro, forte dell’esperienza pluridecennale del circuito di Arteven di cui egli è protagonista e che rappresenta un’eccellenza a livello nazionale.
Infine, il CdA esprime il proprio ringraziamento ad Alessandro Gassmann per il lavoro svolto in questi anni e in particolare per le opere da lui stesso prodotte e interpretate.
Queste le sue prime dichiarazioni:
«È per me, senza alcuna retorica, un grande onore essere scelto quale direttore del Teatro Stabile del Veneto.
In un momento di grande cambiamento dell’orizzonte teatrale italiano, sento profondamente la responsabilità di essere chiamato a dirigere lo Stabile nella fase delicata imposta dalla nuova normativa che sta entrando in vigore.
Il legame con il territorio, la valorizzazione – anche a livello internazionale – della grande tradizione teatrale della nostra Regione, il rilancio pieno di due realtà importanti come il Verdi di Padova e il Goldoni di Venezia, ciascuna nelle sue specificità, saranno gli obiettivi fondamentali su cui mi orienterò nel mio lavoro.
Nei prossimi giorni incontrerò il Presidente Tabaro per discutere il programma di attività per le stagioni a venire».
Domandina facile facile: perché, secondo voi, c’è questa tendenza a sostituire uomini di palcoscenico con uomini di “scrivania” alla guida degli Stabili? Lo abbiamo visto con Ongaro, lo vedremo in settimana Roma, probabilmente anche altrove: è un obbligo di legge, una necessità, un’opportunità?
Gentile Paolo,
risponde a una necessità avanzata da una prossima riforma, di cui tanto si è parlato, che vieti agli artisti la direzione degli Stabili. Qui si apre un dibattito ampio, per motivi che forse in un commento sono riduttivi. In generale l’idea di riforma, presentata già dal ministro Bray, vorrebbe limitare la tendenza al feudalesimo produttivo di certi artisti divenuti poi direttori, ma dall’altro lato forse sì, rischia di impoverire di contenuti ciò che comunque vada è e resta un teatro. Quindi il dibattito e aperto e presto sapremo ancor meglio i confini di questo nuovo corso.
Mi accorgo che preme una rettifica: quanto detto ovviamente ha un carattere generale e nessuna delle espressioni si riferisce a Massimo Ongaro, di cui ho potuto apprezzare il lavoro nel recente passato. Basta il suo curriculum per sapere che lui ce l’ha, un’idea di teatro… Purtroppo lo spazio del commento espone all’incomprensione e al pericolo di riferire una sbrigativa posizione verso ciò che era espresso nell’articolo, sia pure un comunicato stampa. Insomma mi correggo per eventuali fraintendimenti. SN
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Domandina facile facile: perché, secondo voi, c’è questa tendenza a sostituire uomini di palcoscenico con uomini di “scrivania” alla guida degli Stabili? Lo abbiamo visto con Ongaro, lo vedremo in settimana Roma, probabilmente anche altrove: è un obbligo di legge, una necessità, un’opportunità?
Gentile Paolo,
risponde a una necessità avanzata da una prossima riforma, di cui tanto si è parlato, che vieti agli artisti la direzione degli Stabili. Qui si apre un dibattito ampio, per motivi che forse in un commento sono riduttivi. In generale l’idea di riforma, presentata già dal ministro Bray, vorrebbe limitare la tendenza al feudalesimo produttivo di certi artisti divenuti poi direttori, ma dall’altro lato forse sì, rischia di impoverire di contenuti ciò che comunque vada è e resta un teatro. Quindi il dibattito e aperto e presto sapremo ancor meglio i confini di questo nuovo corso.
Grazie del commento
SN
Mi accorgo che preme una rettifica: quanto detto ovviamente ha un carattere generale e nessuna delle espressioni si riferisce a Massimo Ongaro, di cui ho potuto apprezzare il lavoro nel recente passato. Basta il suo curriculum per sapere che lui ce l’ha, un’idea di teatro… Purtroppo lo spazio del commento espone all’incomprensione e al pericolo di riferire una sbrigativa posizione verso ciò che era espresso nell’articolo, sia pure un comunicato stampa. Insomma mi correggo per eventuali fraintendimenti. SN