I luoghi della cultura (materiali e non) rischiano sempre, che si tratti di mostruosità edilizie capaci di deturpare paesaggi o di chiudere manifestazioni in grado di rispondere parimenti a criteri artistici quanto al numero di adesioni. Fenomeni entrambi che riguardano una stessa storia, per una volta incorniciata da un lieto fine. Villa Adriana, dimora dell’Imperatore Adriano edificata sulle colline di Tivoli, dal 2007 aveva ospitato FestiVAl, manifestazione internazionale dedicata alle arti performative che fino al 2011 aveva ospitato nomi di rilevanza mondiale in campo di teatro, musica, danza, circo contemporanei. Poi la chiusura per mancanza – inspiegabile – di fondi e quasi di seguito, l’annuncio che a soli 700 metri di distanza sarebbe stata edificata una discarica, contravvenendo ad articoli istituzionali oltre che a logiche civili e morali. Negli anni il festival aveva chiamato nomi come Eimuntas Nekrošius, Enrico Rava, Akram Khan, Victoria Thièrrèe Chaplin.
Brevi ma incisivi sono stati gli accenni a questa storia durante la conferenza stampa tenutasi presso la Regione Lazio e latrice della lieta novella. L’assessore alla cultura Flavia Barca – e con essa presenti l’assessore regionale Lidia Ravera, il presidente Nicola Zingaretti e il presidente e l’amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, Aurelio Regina e Carlo Fuortes veri promotori del festival – parlava bonariamente di «miracolo». Nelle parole di tutti scorre non solo la gioia per esser riusciti a rispettare un impegno promesso l’anno precedente, durante l’unica manifestazione celebrata presso le terme della Villa, ma anche la volontà di una maggiore collaborazione con le associazioni territoriali, come l’Estate di Tivoli. Vie d’accesso facilitate e correttamente segnalate (che dovrebbero rappresentare la norma basale applicabile a tutti i beni culturali) ancora sembrano essere evento eccezionale di cui fregiarsi, ma, si sa, non si è mai troppo tardi per cominciare ed è un bene che se ne prenda atto, almeno per un luogo così rilevante.
Per quanto riguarda il programma, come di consuetudine, la scelta rimane quella di affiancare alla classicità del luogo delle eccezionalità contemporanee, tra le quali non si possono non notare la presenza di due nomi storici della danza moderna come Carolyn Carson (3 luglio) e il suo omaggio a Rothko o la Martha Graham Dance Company (25 giugno), che presenterà un prestigioso “quartetto” d’opere tra le quali spicca la sua riscrittura del Sacre du Printemps del 1984. Apre il teatro (e il festival, nelle date di 18 e 19 giugno) invece uno spettacolo che, in data secca, presentato già quest’inverno presso l’Auditorium aveva fatto il tutto esaurito, Emma Dante e il suo Verso Medea. Così come ritorna il Circo contemporaneo australiano C!rca col suo Beyond (6 luglio), presentato in Auditorium proprio nel 2011. Nel “Mondo in scena” titolo di questa VI edizione, potremmo far rientrare di diritto un progetto dal carattere sociale come quello dedicato alle vittime della guerra in Uganda, Night Commuters (14 luglio), nato dal progetto di Guido Barbieri, Oscar Pizzo e gli attori del Centre de Formation et de Recherche en Arts Vivntes di Ouagadougou.
Un interessante chiasmo chiuderà il festival il 15 luglio, gettando nella serata conclusiva lo stimolo di un’apertura alla riflessione sul pericolo scampato a cui si faceva cenno all’inizio. Le rovine di Adriano questo lo spettacolo per voce e pianoforte nel quale Urbano Barberini, fondatore e coordinatore del Comitato Salviamo Villa Adriana, darà vita, accompagnato dalle note di Danilo Rea, alle vicende legate a quella che rischiava di diventare “la nuova Malagrotta” e che invece, fortunatamente, è risultata essere una chiara vittoria della cultura contro il rischio della speculazione a tutti i costi.
Viviana Raciti
Twitter @Viviana_Raciti
FestiVAl. Festival Internazionale di Villa Adriana dal 18 giugno al 15 luglio 2014
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