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I Promessi Sposi. Opera per marionette e orchestra

Recensione I Promessi Sposi della Compagnia Carlo Colla & Figli al Teatro Vittoria

 

i promessi sposi
Foto Compagnia Colla

«Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno», così Alessandro Manzoni nell’opera che, lo si voglia o meno, è fulcro e fondamento della cultura italiana di oggi: I Promessi Sposi “liberati” sulla pagina dall’autore milanese nel 1840 e finiti sui banchi di tutte le scuole d’Italia, ad affascinare e annoiare in egual misura generazioni di giovani alunni. Eppure c’è, nel grande romanzo storico ottocentesco, tra le pieghe del timor dei e di un malcelato manicheismo, la struttura complessa di un grande affresco popolare, in cui corre la venatura dolorosa, viscerale, della guerra e dell’epidemia, come rilevò anche Franco Fortini analizzando la relazione tra verità storica e finzione romanzesca. Ma se quel ramo del lago, poi più vicino a Lecco che non a Como, invece che d’acqua vera fosse dipinto su un fondale, allora la finzione troverebbe un connotato teatrale e si sdoppierebbe in una rappresentazione teatrale e non, come ebbe a dire Umberto Eco, cinematografica. Lì passeranno gli uomini, della vicenda personaggi. E se pure essi, fossero frutto della stessa finzione? Saremmo sul palcoscenico disegnato e assemblato dalla Compagnia Marionette Carlo Colla & Figli, leggenda del teatro di figura che a Milano ha sede e che la stessa Milano dispone come sfondo dell’opera manzoniana.

i promessi sposi
Foto Compagnia Colla

Ma questa è una storia che comincia da lontano. Precisamente nel 1860. Così lunga è l’esperienza marionettistica dei Colla, fin dal fondatore Carlo Colla che intercettò il buon uso della maschera a partire dal mitologico Teatro Gerolamo, sfruttando un redivivo interesse per la Commedia dell’Arte nella Milano battagliera di metà Ottocento e facendone un vanto fino ai giorni nostri. Impossibile qui dar conto di un’epopea familiare ricca di avvenimenti e rivolgimenti (ma qui spiegata con passione e visione storiografica), ci basti forse l’epoca recente fatta di tournée in ogni parte del mondo, le ricerche maggiori operate, in gran parte all’interno dell’Atelier di Via Montegani 35 a Milano, oltre che sul romanzo storico sulla fiaba e sull’opera lirica, quest’ultima particolarmente frequentata con riproduzioni di opere dalla stagione del Teatro alla Scala. Ma c’è da dire, tuttavia, che un tratto distintivo attraversa l’intera storia e si pone in essa come filo rosso: la sapienza dei Colla rappresenta non solo una tradizione invincibile e tutta italiana di resa scenica, ma anche un laboratorio permanente capace di trasmetterla per generazioni, oltre le tendenze e le innovazioni fugaci la marionetta Colla ha resistito al deterioramento per la sua particolare qualità, nel mondo artistico dei due secoli precedenti, di segnare il tempo e non subirlo.

Ma c’è un lago, sul palco del Teatro Vittoria e nel punto dove Como lascia il passo alla città di Lecco. Una voce fuori campo introduce nella nota vicenda di Renzo e Lucia il cui amore è minato dalle angherie del potente spagnolo Don Rodrigo, una scena tridimensionale si allarga oltre il sipario rosso con su scritto il titolo dell’opera, nel repertorio della compagnia fin dal 1879. A quella versione originale, passando anche per l’edizione 1911 di Carlo II Colla con le musiche di Errico Petrella, i costumi ispirati a Gonin e le scene illustrate del pittore Achille Lualdi, sono state aggiunte oggi dal geniale realizzatore Eugenio Monti Colla alcune parti davvero memorabili, possibili grazie all’affinamento tecnologico, come la calata dei Lanzichenecchi e la rivolta di Milano. L’intero impianto è inoltre congiunto con l’edizione musicata del 1997, tratta dalla versione in melodramma realizzata da Amilcare Ponchielli nel 1856, in cui le parti recitate si alternano a quelle cantate, con la cura musicale di Danilo Lorenzini e Giuseppe Azzarelli che guidano un’orchestra di quattro cantanti e sei strumentisti.

i promessi sposi
Foto Compagnia Colla

Pur se la sequenzialità delle scene non può far altro che seguire il corso degli eventi e rispettare tempi e modi della vicenda letteraria, per ovvi motivi di carattere pratico, pur se la recitazione troppo artificiosa gioverebbe di un ammodernamento espressivo, su quei fili corre l’emozione – è proprio il caso di dirlo – perché una volta tanto non è la costruzione drammaturgica o l’effetto elettronico a indurci nella percezione del mondo contemporaneo, bensì la genuinità di parti teatrali composte con mezzi umani o meccanici – quindi dall’uomo azionati – e non virtuali. La concretezza dell’azione, determinata dagli undici marionettisti che muovono duecentotrenta marionette costruite o restaurate da Franco Citterio, è allora il primo e più chiaro risultato di questa partitura scenica per movimenti fluidi ed evocazioni luministiche (una menzione particolare è per l’addensamento di nubi e lo scroscio della pioggia che chiude proverbialmente I Promessi Sposi), sembra che tasti e fili siano gli stessi di un pianoforte e che il dinamismo dei burattini si innesti nelle scene come vivendole davvero, come se pian piano si smettesse il filo e non restasse altro che l’espressività, il gesto, la verità dell’umano come lascito più tradizionale, per costituzione imbrigliato da una rete filamentosa, della finzione scenica.

Simone Nebbia
Twitter @simone_nebbia

Fino al 13 aprile 2014 al Teatro Vittoria di Roma [cartellone 2013/2014]

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I PROMESSI SPOSI
rievocazione teatrale dal romanzo di Alessandro Manzoni in due tempi e sedici quadri
a cura di Carlo II Colla ed Eugenio Monti Colla
Musica di Amilcare Ponchielli
riduzione della parte musicale per piccolo organico a cura di Danilo Lorenzini e Giuseppe Azzarelli
Scene del repertorio storico di Achille Lualdi
Nuove scenografie di Franco Citterio
Nuove marionette scolpite da Franco Citterio
Costumi del repertorio storico di Carlo II Colla
ispirati alle illustrazioni di A. Gonin
Costumi per la nuova edizione di Eugenio Monti Colla, realizzati dal laboratorio di sartoria dell’Associazione Grupporiani
Attrezzeria realizzata da Dante Citterio
Parrucche di Carla Colla
Intervento conservativo su marionette, scene e costumi del repertorio storico (I edizione marionettistica 1879 – II edizione 1927) effettuato dai laboratori dell’Associazione Grupporiani
Voci recitanti (in ordine alfabetico):
Milena Albieri, Marco Balbi, Sileno Baldassari, Roberto Carusi, Mariagrazia Citterio, Carlo III Colla, Piero Corbella, Fabio Mazzari, Lisa Mazzotti, Sheila Perego, Mauro Pescio, Gianni Quillico, Giuliana Rivera, Franco Sangermano, Giovanni Schiavolin
Consulenza per la recitazione Lisa Mazzotti

I cantanti
Alessandra Molinari, Soprano; Luisa Mauro, Mezzosoprano; Giuseppe Filianoti, Tenore; Nicolò Rigano, Baritono

Strumentisti del LaRiS Ensemble:
Erika Barba, Flauto; Paolo Sportelli, Clarinetto; Emanuele Casieri, Tromba; Luca Santaniello, Viola; Antonio Papetti, Violoncello; Danilo Lorenzini, PianoforteGianni Chirichella, Assistente musicale
Giuseppe Azzarelli, Direttore

Registrazioni effettuate presso lo studio GLANCE – MILANO

Direzione dell’allestimento di Carlo III Colla
Direzione tecnica di Tiziano Marcolegio
Luci di Franco Citterio
Regia di Eugenio Monti Colla
Produzione
ASSOCIAZIONE GRUPPORIANI
Comune di Milano – Cultura – Teatro convenzionato
Spettacolo coprodotto con il
TEATRO COMUNALE AMILCARE PONCHIELLI di Cremona

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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