La recensione dello spettacolo di Quotidiana.com visto Teatropia 2014
Un tavolo, due sedie e zero microfoni per l’ultimo lavoro dei Quotidiana.com. «Facciamo una simulazione. Bisogna parlare di mafie nei modi e nelle giuste forme.» Una volta dichiarata ed esplicitata più volte la natura fittizia, straniata, teatrale della situazione, Opere di Omissione muove su una ricerca essenziale fatta di pochissime variazioni, il cui fulcro è un’estrema concentrazione che ripercorra una traccia di alcuni capitoli della nostra “storia occultata”. Lo spettacolo, premiato in un forma ridotta per TeatroPianeta 2013 nella sezione Legalità e politica, l’abbiamo visto sempre a Siena, ma all’interno del vero e proprio Festival Teatropia.
Ciò che colpisce del lavoro di Roberto Scappin e di Paola Vannoni è nel taglio affilato di sguardo che punta come faro intimidatorio ai fatti, volutamente confusi, sfilacciati, nel tentativo di trovarne un ordine. In una tensione perenne forse acuita dall’assenza del microfono causa problematiche tecniche (il duo fa della ricerca sulla voce una precisa intenzione artistica) il ritmo costante sembrerà una sorta di vortice dal quale è impossibile sganciare lo sguardo, smettere di tendere l’udito. I due, quasi senza muoversi – anzi quei pochi movimenti agìti sembrano quasi superflui – con davanti qualche foglio sparso come a dichiarare di non poter ingannare, di non poter fingere, mettono in atto un processo di ricerca che da zero cerca faticosamente di trovare la strada di una coscienza politica. Le stragi citate – da quelle dei giudici Falcone e Borsellino, a Moro, giusto per citarne un paio – i nomi fatti, le ipotesi di congiura tra Stato e Mafia, sono frasi pronunciate, interrotte, riprese e poi interrotte da capo. Quello che a prima vista potrebbe sembrare una sorta di zapping nozionistico, si conferma invece come un’originale forma poetica, in cui si avverte il netto rifiuto di spettacolarizzare l’oggetto-mafia, ma non per questo rinunciando ad inscriverlo in una dimensione teatrale. Loro stessi riconosceranno la natura frammentaria, problematica, del lavoro, chiosando: «i discorsi si concludono quando si risolvono le cose». Provate a immaginare voi stessi, se vi è mai capitato, a ricostruire un puzzle di cui avete solo pochi e distanti pezzi. Il teatro sussurrato di Quotidiana.com non si serve della finzione naturalistica, la loro è una visione esterna, a posteriori, nella quale l’emotività è un sentimento ricostruito come in laboratorio. Eppure la finzione ritorna, come di rimando: «fammela emotiva, quest’esplosione», con una eco nel nostro orecchio mentale.
Allora l’immagine può esser completata solo dalla nostra capacità di vedere legami, di trovare nessi, ponti tra fenomeni apparentemente sconnessi. L’implicito invito, allora, si traduce nella sensazione di voler metter ordine, completare quell’omissione, tradurre quello spaesamento in una rinnovata coscienza civile.
Viviana Raciti
Twitter @Viviana_Raciti
visto a Teatropia in marzo 2014
leggi anche: Teatropia. L’utopia dei Topi in una Siena silente
OPERE DI OMISSIONE
spettacolo vincitore del concorso Teatropia 2013
di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
produzione quotidiana.com
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Istituzione Musica Teatro Eventi – Comune di Rimini