Apprendiamo dalla pagina Facebook del Teatro Pinelli di Messina:
Dopo lo sgombero di oggi, il teatro Pinelli ha deciso di sottrarre un altro spazio alla devastazione e al saccheggio operato dai poteri pubblici. Il teatro Vittorio Emanule è di nuovo libero: vi aspettiamo!
Questo invece il comunicato dello sgombero del 19 gennaio 2014
Il teatro Pinelli alla ex casa del portuale di Messina è sotto sgombero dalle 7 di stamani. Nella “relata di notifica” si parla di reato di spettacoli non autorizzati, di invasione di una proprietà pubblica (in evidente stato di degrado ed abbandono – n.d.r.): “I militari hanno in particolare notato un consistente afflusso nei locali di numerosi giovani intenti a dialogare (…) e lo svolgimento nei suddetti locali di concerti e spettacoli previamente pubblicizzati su socialnetwork, sul sito www.teatropinellioccupato.it”
In sintesi al Teatro Pinelli viene imputato: reato di autocostruzione di un palco (di due..), reato di autoformazione gratuita, reato di antimilitarismo, reato di autorecupero, reato di incremento dell’attività culturale cittadina, reato di costruzione di un’identità collettiva in una città in terremoto permanente, reato di antirazzismo, reato di favoreggiamento sfrattati, reato di accoglienza, reato di ospitalità.
L’autogoverno dei beni comuni fa paura a chi preferisce gli spazi abbandonati, dismessi, lasciati in mano alla malavita organizzata e alla speculazione edilizia.
È un caso che proprio stamani nel corso dell’operazione militare sia stata consegnata a un attivista del teatro la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale in occasione della manifestazione NO MUOS? Ed è un caso che tutto questo accada proprio in occasione dello sgombero della ex casa del portuale che sulla carta risulta essere di proprietà della Regione? Ed è ancora un caso che due degli attivisti a cui nei giorni scorsi è stata notificata la denuncia per occupazione delle antenne militari M.U.O.S. siano tra i quattro denunciati per l’occupazione della ex casa del portuale? 4 denunce: un giornalista, un video maker e due attivisti No Muos; più le sei persone che la scorsa notte hanno dormito in teatro.
La ex casa del portuale, nella zona della stazione marittima di Messina è stata protagonista del dibattito politico negli ultimi mesi: prima perché al centro di un’area di beni dismessi del patrimonio comunale (ex mercato ittico, dogana, magazzini generali, ex silos) poi per il graffito di Blu,uno dei writers più famosi al mondo, opera di cui si è interessato anche l’assessorato alla cultura del comune di Messina e la soprintendenza, infine per le denunce del commissario liquidatore della cooperativa, Placido Matasso, che gestiva fino al 2011 l’immobile, lasciato poi in totale stato di abbandono.
Numerosi cittadini, il circolo Arci Thomas Ankara, il movimento Cambiamo Messina dal basso e gli assessori Mantineo, Ialacqua e Cucinotta della giunta Accorinti si sono precipitati in sostegno degli attivisti. Dopo una assemblea cittadina si deciderà come procedere.