RIQUALIFICAZIONE DEL TEATRO GERINI “BENE COMUNE”Dopo anni di abbandono, i cittadini decidono di occupare il Teatro Teresa Gerini.
Preso atto che le precedenti istituzioni non hanno considerato le esigenze socio-culturali delle periferie di Roma (lasciate nel degrado), e che la crisi economica oggi investe tutti i settori del nostro paese, i cittadini hanno deciso di farsi carico del recupero della struttura teatrale T. Gerini.
E’ nostra intenzione rendere il Teatro nuovamente funzionale e creare professionalità nei vari settori che lo spazio offre e far sì che diventi un luogo di laboratori creativi per le varie realtà esistenti nel territorio.
Ispirati dall’idea del BENE COMUNE, già sperimentata con successo in varie aree culturali italiane, i cittadini si appropriano dell’area teatrale con l’intenzione di riqualificare e restituire alla città di Roma un patrimonio artistico culturale di enorme valore storico e sociale.
Invitiamo la cittadinanza a sostenere, partecipare e condividere questo spazio.
I Cittadini di Roma
La storia (da gerinioccupato.wordpress.com)
L’istituto Salesiano Teresa Gerini viene fondato nel 1952.
È stato uno dei luoghi sociali, culturali e sportivi più importanti della zona Ponte Mammolo – Rebibbia, un punto di riferimento che ha inciso molto sulla storia del nostro territorio.
L’Istituto Gerini è stato un centro culturale di primaria importanza per la cultura e l’aggregazione.
All’interno del suo teatro, che con i suoi 1200 posti è il terzo di Roma per grandezza, sono passati grandi artisti come Edoardo De Filippo, Enrico Montesano, Gigi Proietti, Il Teatro dell’Opera, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Roman Polansky e molti altri.
Il teatro Gerini è ancora provvisto di un boccascena alto nove metri e mezzo per attrezzistica e scenotecnica, camerini attrezzati dietro al palco (pochissimi teatri a Roma hanno questo tipo di struttura e camerini tanto grandi), due piani sotterranei che funzionavano come falegnamerie, sartorie , laboratori di pittura per scenografie.
Moltissimi ragazzi del quartiere hanno lavorato in questi laboratori e si sono appassionati così alla lavorazione del legno, alla pittura, alla creazione di scenografie in genere.
Per il quartiere è stato un punto di riferimento importantissimo. Infatti se da una parte grazie alle sue strutture, è stato un centro di aggregazione artistica vera e propria, dall’altra è stato un punto di ritrovo per migliaia di persone che ogni giorno lo vivevano frequentando l’enorme parco dove troneggiano ancora oggi pini secolari, cipressi, cedri del libano, pioppi e molti altri alberi di alto fusto e non.
L’istituto, visto nella sua totalità, era una colossale struttura che comprendeva un oratorio di tre piani composto da un numero ingente di laboratori di artigianato, aule, aula magna, una palestra, una chiesa, un cortile esterno che ospitava due campi da basket e una pista da pattinaggio; adiacente questo spazio c’erano due campi da calcio regolamentari con tribune.
L’istituto riveste anche un’importanza architettonica particolare.
Infatti si poteva notare come la sua struttura fosse un esempio di architettura post-fascista, uno stile che modificava con elementi di modernità l’architettura fascista in voga fino a pochi anni prima della sua fondazione. Ed è proprio per questo che a livello strutturale il Gerini si posiziona all’interno di un quadro architettonico ben preciso, ma soprattutto in un quadro di “memoria architettonica”.
Le aule all’interno dell’istituto erano adibite a scuola elementare e scuola media inferiore privata, gestite dai salesiani.
Per quel che riguarda lo sport, l’istituto ha sempre ricoperto una posizione qualitativamente elevata. Ottime squadre di pallavolo e addirittura due giocatrici in nazionale maggiore, una squadra di basket e ben due società di calcio, una gestita dall’istituto stesso e l’altra dalla Procalcio Italia.
Un quartiere intero ha portato i propri figli, di pomeriggio, a giocare nel cortile del Gerini. Nelle domeniche di primavera al suo interno potevano esserci più di duemila persone.
Sette anni fa l’istituto ha chiuso i battenti. A nulla sono servite le proteste dei cittadini che denunciavano l’impossibilità di restare senza uno spazio di aggregazione di tal portata. Per sette lunghi anni, le erbacce hanno ricoperto i viali e l’incuria del tempo ha iniziato a scolorire le sue facciate. Poi,nel corso dell’anno 2007, la notizia che il tutto stesse per essere totalmente raso al suolo per far posto a un centro commerciale composto di cinque megastrutture ognuna da più di 2500 metri cubi.
info: http://gerinioccupato.wordpress.com/
Teatro Gerini
Via Tiburtina 994 (Roma)