banner Veleia Teatro Festival 24
banner NidPlatform 2024
banner Veleia Teatro Festival 24
banner Veleia Teatro Festival 24
banner NidPlatform 2024
HomeProgrammazioneCartelloni TeatriStagione 2013 - 2014 Teatro Pubblico di Casalecchio di Reno (BO)

Stagione 2013 – 2014 Teatro Pubblico di Casalecchio di Reno (BO)

STAGIONE 2013/2014
TEATRO PUBBLICO DI CASALECCHIO DI RENO (BO)

27 novembre 2013
DISCORSI ALLA NAZIONE
uno spettacolo presidenziale
di e con Ascanio Celestini
suono Andrea Pesce
Fabbrica srl

CITTADINI!
Lasciate che vi chiami cittadini anche se tutti sappiamo che siete sudditi, ma io vi chiamerò cittadini per risparmiarvi un’inutile umiliazione. Il tiranno è chiuso nel palazzo. Non ha nessun bisogno di parlare alla massa. I suoi affari sono lontani dai sudditi, la sua vita è un’altra e non ha quasi nulla in comune con il popolo che si accontenta di vedere la sua faccia stampata sulle monete. Eppure il tiranno si deve mostrare ogni tanto. Deve farsi acclamare soprattutto nei momenti di crisi quando rischia di essere spodestato. Così si affaccia, si sporge dal balcone del palazzo e rischia di diventare un bersaglio. Ho immaginato alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione. Appaiono al balcone e parlano senza nascondere nulla. Parlano come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico.
Ascanio Celestini

5 dicembre 2013
DORIAN GRAY
liberamente tratto dal romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde
ideato da Antonia Gualtieri, Marco Pupa
musiche originali Marco Pupa
regia Claudia E. Scarpa
testi originali Andrea Cosentino
realizzato nell’ambito di Teatri del Tempo Presente

Questo adattamento de Il ritratto di Dorian Gray si propone di superare i limiti che spesso caratterizzano le riletture delle grandi opere, in bilico fra una visione eccessivamente didascalica e interpretazioni estremamente enigmatiche. In piena sintonia con lo spirito dandista, lo spettacolo offre una commistione di storia dell’arte, letteratura, musica, moda e cinema in una chiave nuova e affascinante. Al centro di tutto la vanità e il suo peccato: come ci si sente ad essere ammaliati dal desiderio? Reagire o soccombere al fascino del cattivo esempio?
Claudia E. Scarpa

“Teatri del Tempo Presente” nasce da una proposta della Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Realizzato in accordo con la Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, è un progetto interregionale di promozione dello spettacolo dal vivo finalizzato alla valorizzazione della scena teatrale italiana contemporanea di nuova generazione.
Vi aderiscono: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e
Veneto.

13 – 14 dicembre 2013
VIVA L’ITALIA
le morti di Fausto e Iaio
di Roberto Scarpetti
regia di César Brie
con Massimiliano Donato, Andrea Bettaglio, Alice Redini, Umberto Terruso, Federico Manfredi
Teatro dell’Elfo

Viva l’Italia ha debuttato all’Elfo Puccini il 18 marzo 2013, a trentacinque anni esatti dalla morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, i due giovani militanti del Centro Sociale Leoncavallo uccisi a Milano al quartiere Casoretto in circostanze mai chiarite. Lo spettacolo è stato in scena un mese, commuovendo e coinvolgendo spettatori di ogni generazione: dai parenti e familiari dei due giovani, a chi conserva vivo il ricordo di quei giorni del 1978, fino agli studenti che oggi, come allora Fausto e Iaio, frequentano le scuole, i concerti, i parchi e i teatri e vogliono essere liberi di immaginare il proprio futuro. Il Teatro dell’Elfo ha fortemente voluto questo testo di Roberto Scarpetti e ha scelto di affidare la regia a César Brie, per la sua sensibilità poetica e perché proprio con lui aveva condiviso, in quegli anni a Milano, avventure artistiche e impegno politico. In Viva l’Italia la Storia, quella destinata a diventare pubblica, è narrata in prima persona e in “presa diretta” dain personaggi che l’hanno vissuta: cinque vicende intime e personali che intrecciandosi ricostruiscono il quadro d’insieme. I protagonisti sono Fausto, Angela, la madre di Iaio, Giorgio, uno dei tre assassini, il commissario della Digos titolare dell’inchiesta, Salvo Meli, e il giornalista dell’Unità Mauro Brutto che, ossessionato dalla vicenda, comincia a condurre indagini in modo indipendente dalla polizia. Tutti e cinque sono ispirati a persone realmente esistite e le loro storie, su cui è stato creato un carattere di finzione, sono il risultato della rielaborazione di fatti realmente accaduti. Il testo è stato insignito della Menzione speciale Franco Quadri – Premio Riccione per il Teatro 2011

dal 7 al 9 gennaio 2014
CLÔTURE DE L’AMOUR
di Pascal Rambert
regia Pascal Rambert
con Luca Lazzareschi, Tamara Balducci
Emilia Romagna Teatro Fondazione

Clôture de l’amour è chiaramente la fine di una storia. Racconta una separazione, la separazione di una coppia che cerca di mettere fine a qualcosa: alla propria storia comune, a una storia che vorrebbero chiudere per sempre. Sono mossi dalla rabbia e dalla necessità urgente di dividersi. Ma Clôture de l’amour può anche essere un inizio, perché clôture – che in italiano non si può tradurre esaustivamente con chiusura – significa anche racchiudere, e lo spettacolo racchiude qui lo spazio dedicato all’anima, lo spazio che definisce l’individuo come un territorio in carne ed ossa da difendere. Un linguaggio essenzialmente organico e persino coreografico, in cui Luca e Tamara, i due personaggi che si affrontano sul confine del palcoscenico, costruiscono con le parole una barriera di filo spinato che li divide, ripetendo in continuazione in modo ossessivo espressioni che sembrano vorticare nei loro corpi. Due soliloqui che non possono interrompersi a vicenda, due flussi verbali separati che non si fermerebbero, se non fosse per un’irruzione improvvisa che subiranno nel loro spazio. Si può dire che i corpi non quasi non si muovono in scena, eppure si lascia il teatro con la sensazione che è esattamente questo che hanno fatto per tutto il tempo: muoversi e combattere una battaglia interiore.

29 – 30 gennaio 2014
NELLA TEMPESTA
ideazione e regia Enrico Casagrande, Daniela Nicolò
drammaturgia Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella Minni
Motus

Nella tempesta è parte del progetto pluriennale Animale Politico Project, che i Motus stanno portando avanti dal 2011 e che nelle diverse tappe vede coinvolti, con Silvia Calderoni, diversi artisti e liberi pensatori, giovani attori ma anche anziani,bambini, abitanti della rete, economisti, scienziati, filosofi e rifugiati politici invitati a dare la loro personale visione di un possibile futuro. “Cosa succederà adesso?” è la domanda sollevata in chiusura di Alexis. Una tragedia greca, spettacolo ospite a Casalecchio nella Stagione 2011/2012, costruito inseguendo le tracce di un’Antigone d’oggi. Alexandra Sarantopoulou, in scena in Alexis, afferma che, per lei, la chiave della risposta è forse in una scritta che alcuni ragazzi hanno fatto su un muro di Atene: Ερχόμαστε αττό τo μέλλον NOI VENIAMO DAL FUTURO Effettivamente per decifrare il presente è forse più efficace alzare lo sguardo oltre la linea d’orizzonte dell’immediato.

13 – 14 febbraio 2014
LA PAROLA PADRE
OJCIEC ТАТКО БАЩА
drammaturgia e regia Gabriele Vacis
con Irina Andreeva (Bulgaria), Alessandra Crocco (Italia), Aleksandra Gronowska (Polonia), Anna Chiara Ingrosso (Italia), Maria Rosaria Ponzetta (Italia), Simona Spirovska (Macedonia).
Cantieri teatrali Koreja

Sei ragazze. Sei giovani attrici selezionate durante un giro di seminari tenuti da Koreja nell’Europa centro orientale. Sei giovani donne si incontrano in uno dei tanti crocevia del presente, quei non luoghi che frequentiamo senza vedere: Ola, Anna Chiara, Simona, Irina, Alessandra, Rosaria. Tre sono italiane, una è polacca, una è bulgara, una è macedone. Tutte parlano più o meno inglese. Quali sentimenti coltivano sei ragazze di nazionalità diverse, che si parlano attraverso una lingua comune superficiale? Hanno memorie comuni? Che storie possono raccontarsi e raccontare? E, soprattutto hanno una storia comune da raccontare? Immagini, danze, musiche e parole che frullano identità impossibili, mobili, fluide. Scintille di senso imprevedibili. Tutte hanno conti in sospeso con la loro patria, tutte hanno conti in sospeso con i loro padri. E la parola padre ha la stessa radice semantica della parola patria. Premio Best Actress Apollon 2012 (non protagonist) all’XI International Theatre Festival Apollon (Fier-Albania)

4 – 5 marzo 2014
PANTANI
di Marco Martinelli e Ermanna Montanari
regia Marco Martinelli
con Alessandro Argnani, Francesco Catacchio, Luigi Dadina, Fagio, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Francesco Mormino, Laura Redaelli
itinerari in Romagna Luigi Dadina
fisarmonica e composizione musiche Simone Zanchini
Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, le manège.mons – Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl (Belgio)

14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini. Aveva appena compiuto 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna di Campiglio, rivelatesi poi infondate, lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata. Tra il campione adulato, l’icona di chi ha fatto rinascere il ciclismo come sport dell’impresa e della fantasia, e il morto di Rimini, che giaceva in mezzo alla cocaina nei panni di un vagabondo, vi è tutta la complessità di un’epoca al tempo stesso sublime e crudele che si esercita senza pudore. Senza vergogna. La scrittura di Marco Martinelli affonda nelle viscere dei nostri giorni e della società di massa che chiede sacrifici e capri espiatori: attorno alle figure di Tonina e Paolo, i genitori di Marco, che ancora oggi stanno chiedendo giustizia per la memoria infangata del figlio, Martinelli mette in scena una veglia funebre e onirica, affollata di personaggi, che come un rito antico ripercorre le imprese luminose dell’eroe. I genitori di Marco, figure archetipiche di una Romagna anarchica e carnale, sono sospese come l’Antigone di Sofocle davanti al cadavere insepolto dell’amato: cercano verità, e non avranno pace finché non l’avranno ottenuta.

11 – 12 marzo 2014
EDUCAZIONE SIBERIANA
di Nicolai Lilin e Giuseppe Miale di Mauro
regia Giuseppe Miale di Mauro
con Luigi Diberti
e con Elsa Bossi, Pippo Cangiano, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Stefano Meglio, Adriano Pantaleo,
Andrea Vellotti
Teatro Stabile di Torino, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Emilia Romagna Teatro Fondazione

L’esordio letterario di Nicolai Lilin, Educazione siberiana, è stato travolgente: tradotto in venti lingue, è stato trasposto in versione cinematografica con la regia di Gabriele Salvatores e l’interpretazione di John Malkovich. Primo di una trilogia, il libro è il crudo resoconto di ciò che significa per l’autore far parte degli Urka siberiani, ultimi discendenti di una stirpe guerriera. Quando Lilin nasce in Transnistria, regione dell’ex Unione Sovietica oggi Moldova, la criminalità dilagante è l’unica certezza: Nicolai cresce nel culto delle armi, che vengono esposte in ogni casa ai piedi delle icone religiose, come fossero anch’esse ammantate di sacralità. Nel suo quartiere, Fiume Basso, si concentrano i criminali espulsi dalla Siberia e la scuola della strada è l’unica che conta. La sua educazione passa attraverso i “vecchi”, i criminali anziani ai quali la comunità riconosce lo specialissimo ruolo di “nonni” adottivi. Sono loro, giorno dopo giorno, a trasmettere valori che paiono in conflitto con quelli criminali: l’amicizia, la lealtà, la condivisione dei beni. Ma anche la cultura dei tatuaggi che dicono il destino di ognuno, e che ricoprono la pelle di Nicolai adulto.

8 – 9 aprile 2014
NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo De Filippo
regia e adattamento Fausto Russo Alesi
con Fausto Russo Alesi
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

È con gioia, paura, emozionata curiosità ed una buona dose di follia, che mi avventuro alla scoperta del teatro di Eduardo De Filippo. È da molto tempo che coltivo il desiderio di accostarmi a questo grande attore-autore-regista e al suo patrimonio drammaturgico e Natale in casa Cupiello, in questa versione solitaria, mi è sembrato un modo possibile, una chiave d’accesso per incontrare la sua arte e il suo linguaggio. È difficile definire Natale in casa Cupiello, perché è un testo semplice e complesso allo stesso tempo. Semplice perché popolare, familiare e complesso perché umano, realistico sì, ma soprattutto metaforico. Quando lo leggo, ho la sensazione di trovarmi davanti ad un meraviglioso spartito musicale, un vibrante veicolo di comunicazione, profondità e poesia. È incredibile: a soli 31 anni Eduardo recitava la parte del vecchio padre di famiglia, antieroe-bambino, Luca Cupiello, personaggio che avrebbe interpretato credo quasi fino agli ottant’anni. È come se con questo personaggio ci avesse raccontato una parabola sulla vita.
Questa è oltre tutto un’opera di scambio tra generazioni a confronto. E fu Eduardo stesso che arrivò ad affermare che il punto di arrivo dell’uomo è la nascita, mentre il punto di partenza dal mondo e punto di partenza per le nuove generazioni è la morte.
Fausto Russo Alesi

16 aprile 2014
EDEN – un’ipotesi di felicità
di Angelica Zanardi, Giovanni Galavotti
regia Angelica Zanardi
con Angelica Zanardi, Filippo Pagotto
Compagnia Crexida

Eden è un progetto che nasce da una domanda: che cos’è la felicità?
Una domanda che ne porta con sé molte altre, una domanda impossibile, che prevede un’infinità di risposte e nessuna. Una domanda che nasce da un’assenza, da un desiderio, che ha forse come scopo segreto quello di
richiamarla a sé, la felicità, di portarsela più vicina. Come un’invocazione. All’inizio sono venuti i libri: neuroscienza, psicologia, filosofia, sociologia. Poi le interviste, a quante più persone possibili: a Bologna, Torino, Roma, in Grecia. In treno, per strada, in casa, al lavoro, in un ristorante, un giardino pubblico, un set televisivo… Interviste sempre emozionanti perchè parlavano di mondi diversi, di sogni e di una tensione instancabile al di là delle difficoltà e della inevitabile disillusione. Poi è arrivato il teatro e la necessità di trasformare questa domanda e questa indagine in un discorso di parole e corpi. In una “storia”, un’ipotesi tra le tante possibili, che raccontasse questa ricerca.

OPERETTE

25 gennaio 2014
CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA
musical di Nacio Herb Brown
regia Corrado Abbati
Inscena – Compagnia di operette Corrado Abbati

Cantando sotto la pioggia, il più grande e il più amato di tutti i musical sul grande schermo, è la nuova produzione di Inscena-Compagnia Corrado Abbati per la stagione teatrale 2013-2014. Uno spettacolo pieno di fascino, con gag divertenti, momenti di profondo sentimento ed una forte originalità. Chi ha amato il film con Gene Kelly sarà coinvolto dall’energia dei vivaci interpreti, dalle impennate coreografiche, dal
nuovo e sorprendente allestimento e da una regia scattante: un leggendario musical che ci riporterà nell’elegante e affascinante Hollywood dei tempi in cui il cinema passava al sonoro.

22 febbraio 2014
SOGNO DI UN VALZER
operetta di O. Straus
regia Corrado Abbati
Inscena – Compagnia di operette Corrado Abbati

Sogno di un Valzer di Straus è un capolavoro dell’operetta viennese, un classico, un affresco dipinto con i diversi stili del valzer: una sorta di simbolo dell’operetta. Dopo la prima di questa sua operetta Straus ebbe a dire: “Ho scritto Sogno di un Valzer con l’intenzione di eguagliare i primati della Vedova Allegra o, forse anche, di superarli.” Oggi si può ben dire che il successo ha sempre accompagnato Sogno di un Valzer che sicuramente merita un posto d’onore nella storia dell’operetta. Si pensi ad esempio che Hollywood ne produsse una versione con Maurice Chevalier con il titolo “The smiling lieutenant”. La storia d’amore che come sempre è alla base dell’operetta è una storia più vera di altre dove per arrivare al “… e vissero felici e contenti” si passa attraverso la breve avventura di una notte, una di quelle che lasciano il segno, dove l’avventura ha i colori tenui delle illusioni e persino della commozione. Illusione, commozione, gioia sottolineati dall’incantevole modulazione del valzer.

info su www.teatrocasalecchio.it

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Tim Crouch. L’immaginazione aumentata

Alla Biennale Teatro 2024 Tim Crouch porta Truth’s a Dog Must to Kennel, riflessione sulla relazione tra reale e virtuale, indagando il potere dell'immaginazione...