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Stagione 2013 – 2014 Teatro della Cooperativa di Milano

STAGIONE 2013/2014
TEATRO DELLA COOPERATIVA – MILANO

La vita xe un bidòn
Angelo Cecchelin
La Stagione 2013/14, dedicata all’attore triestino Angelo Cecchelin, si sviluppa – come la stagione precedente – su tre percorsi tematici principali: uno dedicato ad alcuni temi urgenti della nostra attualità, uno a personaggi e storie tutti al femminile, e l’ultimo, a spettacoli di taglio prevalentemente comico. Come da tradizione, daremo ampio spazio alla drammaturgia contemporanea e ad artisti e compagnie giovani.

dall’1 al 13 ottobre 2013 — PRIMA MILANESE
produzione Marangoni Spettacolo
LA VERSIONE DI BARBIE
Monologo comico ad alto contenuto satirico
di e con Alessandra Faiella
regia Milvia Marigliano

«Ho capito perché fin da bambina ti odiavo, insopportabile top model di plastica: sei il primo modello di donna rispetto al quale cominciamo tutte a sentirci inadeguate. Un bel vaffa è dedicato a te. E sono i vaffa che aiutano a crescere». Attraversando con piglio ironico e dissacrante l’itinerario di formazione della donna di oggi dalla nascita alla morte, Alessandra Faiella invita proprio le donne a smetterla di lamentarsi, e a prendere in mano la propria vita, per uscire fuori dal tunnel della finta emancipazione, poiché il sonno della ragione ha già generato troppi mostri.

dal 17 al 27 ottobre 2013 — PRIMA MILANESE
produzione Compagnia Berardi-Casolari
con il sostegno di Teatro Stabile di Calabria
IN FONDO AGLI OCCHI
di e con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari
regia César Brie

Uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia che ne deriva. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese, rabbioso e smarrito, che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. Chi è più cieco di chi vive senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, e di chi, essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione?

dal 29 ottobre al 3 novembre 2013 — PRIMA MILANESE
produzione Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona – Gat
NEL NOME DEL PADRE
di Claudio Fava
con Roberto Citran
regia Ninni Bruschetta

Trent’anni, poco meno: lo spazio che separa un padre da un figlio. Il padre morto, ucciso dalla mafia. Il figlio che si fa uomo, diventa anch’egli padre, accumula il tempo trascorso dentro di sé e vuole raccontarlo. Non per celebrare un lutto, ma per capire cosa accadde dopo, dopo quando il morto fu seppellito, quando tutto sembrava risolto, ammansito. E invece fu allora che cominciò la storia: la verità negata, le indagini depistate, le vittime indagate. Come accade sempre quando Cosa Nostra uccide: perché ammazzare non basta mai, bisogna poi accanirsi sulla memoria, smembrarla, logorarla con l’oblio. “Nel nome del padre” racconta la ribellione a quest’oblio. È il sofferto rammentare l’omertà che accompagnò quel delitto, ed è anche una memoria rivolta a questo padre che se n’è andato senza sapere, senza capire cosa stava per accadere.

dal 5 al 17 novembre 2013 — PRIMA MILANESE
coproduzione Just in Time – Catartica
SULLE SPALLE DEI GIGANTI
di e con Flavio Oreglio

Amorevole ma fermo j’accuse nei confronti della scuola e del suo ruolo (disatteso) formativo e informativo, “Sulle spalle dei giganti” è il racconto satirico della grande avventura del libero pensiero: un percorso narrativo che collega eventi distanti nel tempo ma uniti dal fil rouge della lotta per e contro il potere. Cosa ci insegnano? Ci raccontano proprio tutto? Perché la Storia è in massima parte solo storia di guerre? Perché non si studiano e non si approfondiscono gli eventi positivi? Tante domande le cui risposte delineano nel loro insieme una storia diversa: curiosa, divertente, poetica e a tratti sorprendente.

dal 20 novembre all’1 dicembre 2013
produzione Teatro della Cooperativa
IO SANTO, TU BEATO!
testo e regia Renato Sarti in collaborazione con Bebo Storti
con Renato Sarti, Bebo Storti e Delma Pompeo

Papa Pacelli è un elegantissimo Pantalone che parla latinorum; Padre Pio è un Balanzone pugliese ultras del Foggia. I due si incontrano nell’aldilà e, dopo i convenevoli di rito e aver rievocato summissa voce alcune pagine poco edificanti della storia della Chiesa, vengono a sapere che Papa Wojtyla ha proclamato 482 santi e 1338 beati e in paradiso c’è rimasto un posto solo. Fra loro si scatena una lotta senza esclusione di colpi. Papa Pacelli accusa Padre Pio di mercimonio paganeggiante e di aver trasformato San Giovanni Rotondo nella Las Vegas del Gargano, ma a sua volta è accusato del pesante silenzio del Vaticano rispetto allo sterminio nazifascista.
A dirimere l’aspra contesa giungerà nientemeno che Dio in carne e ossa: una ballerina brasiliana di colore, che non solo canta, si dimena e invita le pecorelle presenti ad amarsi e gioire della vita, ma fa anche riferimento alla Teologia della Liberazione e alle esperienze di uomini di Chiesa straordinari come Padre Zanotelli e Don Gallo. Sarti e Storti fanno ricorso alla Commedia dell’Arte e non rinunciano a ricordare, con un trascinante blues finale, il profondo messaggio del Vangelo, mettendo in rilievo la discrasia fra i vertici del Vaticano e quei sacerdoti che operano nel sociale a difesa e in aiuto degli ultimi della terra.Dopo secoli di vessazioni, denunce, arresti e censure una piccola vendetta pacifica del teatro, consumata grazie a una delle sue armi più congeniali ed efficaci: quella tagliente dello sghignazzo.

dal 3 all’8 dicembre 2013 — PRIMA NAZIONALE
produzione Giovio 15 con il contributo di Fondazione Cariplo
PRI-MIDIA – LA GENESI
di Francesca Sangalli
con Alex Cendron, Alice Francesca Redini
regia Alex Cendron

Tappa conclusiva della trilogia “Midia”. Eccoci arrivati alla fine, ovvero all’inizio di tutto: la genesi. Con giochi metaforici in forma di sketch, “Primidia” vuole raccontare il comportamento dell’uomo medio, il prototipo umano nudo, cioè privo di difese e sovrastrutture, mostrato così come appare a Dio, e indagare, in un breve spazio di narrazione, l’attitudine al male. Due attori si calano in ruoli differenti, giocando come sempre a essere il signor “chiunque”, spaziando tra temi di antropologia, storia, ecologia, e ridicolizzando la crudeltà dell’uomo. Fil rouge è la cacciata dal paradiso terrestre.

dal 12 al 15 dicembre 2013
produzione Coop Lombardia in collaborazione con Mowgli
TURISTI NON PER CASO
Racconto di un’esperienza di turismo responsabile in Burkina Faso
di e con Manuel Ferreira e Elena Lolli
progetto musicale Mauro Buttafava

In un mondo in cui niente sfugge alla commercializzazione, il turismo è una “fabbrica di sogni” che propone una realtà parallela al posto di quella vera. In quello stesso mondo si sta diffondendo uno sguardo nuovo, quello dei turisti responsabili. Responsabili di cosa? Di vedere il mondo per quello che è e, nel farlo, di dare una mano allo sviluppo dei paesi ospitanti. In giro per il Burkina Faso con un tour operator “responsabile” raccontiamo un’esperienza senza filtri, dove l’Africa diventa lo sfondo su cui scorrono pensieri e sensazioni che mettono insieme le distanze, la relatività, dentro uno scenario che ci chiama a essere turisti più consapevoli.

dal 17 al 22 dicembre 2013 — PRIMA NAZIONALE
produzione Centro Teatrale MaMiMò
LET THERE BE LOVE
di Kwame Kwei-Armah
con Rufin Doh, Luz Beatriz Lattanzi, Elèna Novoselova
regia Ana Shametaj

Un mix dolce-amaro, una storia raccontata con la giusta miscela di ironia e leggerezza che passa in rassegna temi di alto contenuto drammatico come l’eutanasia, il comportamento dei figli in relazione alle colpe dei padri, il bisogno d’affermazione di un’identità individuale. In una Londra multiculturale avviene l’incontro umano tra Alfred e Maria. Lui incarna l’emarginazione volontaria di un malato terminale che ha tutto da nascondere e da farsi perdonare, lei quella sociale di una neoimmigrata. Ma quando la magia della musica entra nelle loro vite, si può solo “lasciare che ci sia amore”.

dal 26 al 31 dicembre 2013 — SPECIALE CAPODANNO
produzione SIPUÒFARE! productions
(T)RECITAL
di (testi e musiche) e con Rafael Didoni, Germano Lanzoni, Flavio Pirini
con Stefano Fascioli (basso), Lucio Sagone (batteria), Davide Zilli (piano)
regia Debora Villa

«Il trio cabarettistico-poetico-musicale Didoni, Lanzoni, Pirini è un trio talmente coeso, consolidato, compenetrato che dire “in tre non ne fanno uno” è dire poco. Ho voluto fortemente fare parte di questo progetto. Loro non volevano. Ma io sono una donna, li ho obbligati. E ho vinto. E ora c’è la mia firma su uno spettacolo di controcultura straordinario. Senza per altro avere fatto quasi nulla. Era già perfetto. È un progetto sporco, brutto e cattivo. Come, per me, deve essere la comicità. Sono tre maschi belli come il vino rosso. Intelligenti come bambini. Graffianti come la poesia. Li amo. Perché sono tre artisti che lottano in difesa della notte, delle strade, delle ombre, dei pipistrelli. Sono tre persone che fanno della notte un momento luminoso.» Debora Villa

dal 14 al 26 gennaio 2014
SPETTACOLO “FIDARSI È MEGLIO”
Titolo scelto con il coinvolgimento del pubblico del Teatro della Cooperativa

Nel mese di giugno abbiamo chiesto al nostro pubblico: vi fidate di noi? Se sì, dimostratecelo! La proposta era questa: abbonatevi “al buio”, prima delle presentazione dei titoli della prossima stagione. I numeri hanno superato le nostre speranze e aspettative: oltre 200 abbonamenti venduti in sole 3 settimane. Vi siete fidati, di noi e noi ricambieremo la loro fiducia: lo spettacolo in stagione dal 14 al 26 gennaio sarà scelto insieme al nostro pubblico.
Per le modalità…stay tuned!

dal 30 gennaio al 2 febbraio 2014 — PRIMA NAZIONALE
LA LEGGERA
L’anima della Toscana popolare in canto
di e con Marco Rovelli

Un recital di teatro-canzone in cui Marco Rovelli, musicista e scrittore, inanella i canti della tradizione toscana raccontando storie di vita di tre persone che incarnavano l’anima più profonda della Toscana popolare. Caterina Bueno (per Rovelli una maestra), che raccolse e cantò i canti di una millenaria cultura popolare, salvandoli dall’oblio, dal buio in cui le lucciole scomparivano nel trapasso antropologico degli anni sessanta. Altamante Logli, il re incontrastato dei genialissimi poeti improvvisatori in ottava rima. Carlo Monni, che incarnava lo spirito sanguigno della toscanità, la poesia della terra e del vino, degli alberi e delle donne.

dal 4 al 16 febbraio 2014 — PRIMA NAZIONALE
coproduzione Teatro della Cooperativa – Canora
LA CANTATRICE CALVA
di Eugène Ionesco
con Leonardo Manera, Diego Parassole, Max Pisu, Stefania Pepe, Roberta Petrozzi e…
regia Marco Rampoldi

Tre comici amici (o amici comici), che hanno condiviso (magari a volte a distanza) buona parte del percorso artistico: dalla gavetta nei locali, passando per la grande avventura degli anni d’oro di Zelig, fino alla matura ricerca di una comunicazione più teatrale, ma non per questo meno divertente: con la rilettura classica del Candido di Leonardo, le interpretazioni british di Max, e il ‘cabaret ecosostenibile’ di Diego. Due attrici di prosa che, cosa inconsueta, hanno una naturale predisposizione a fare coppia, e hanno in tal forma calcato molti palcoscenici milanesi, iniziando con Alfieri ed arrivando al Terron del Non sparate sulla mamma, partito dalla Cooperativa e distribuito con grande successo nella stagione passata e futura. Una serie di relazioni incrociate fra i due gruppi che, fra stanze comunicanti, mini-sit, voci fuori campo e quant’altro, fa sì che questo gruppo, forse apparentemente contraddittorio, risulti in realtà assolutamente coeso. In più, da parte di tutti, una grandissima attenzione al linguaggio. Quali presupposti migliori per rileggere, con scanzonato rigore e dinamismo pop, il caposaldo del teatro di derisione, che mette in luce con esilarante ferocia l’effimerità dei rapporti e della comunicazione verbale? Con un tuffo catartico nell’assurdo che si cela sotto (o dentro?) la normalità quotidiana. Nei dintorni di Londra come in quelli di Milano, o di qualsiasi altra città del mondo (occidentale…). E la cameriera? Beh… il suo vero nome è Sherlock Holmes.
Marco Rampoldi

16 febbraio 2014 – EVENTO SPECIALE FUORI STAGIONE
produzione Piccola Compagnia dell’Istinto
by Teatribù
IL PARASSITA
spettacolo di improvvisazione teatrale

Il parassita usa il suo ospite. Il parassita vive meno del suo ospite. Il parassita si relaziona con un solo ospite per volta e se ne nutre. Lo sfrutta. Ne fa casa e cibo. Ne fa ricovero e dispensa. Il parassita ha necessità del suo ospite e al contempo lo spolpa. Anche la Piccola Compagnia dell’Istinto fa questo, e come un perfetto parassita si nutre della scenografia e del progetto luci di uno spettacolo già esistente, quello che trova nel teatro che la ospita, per dare vita a uno spettacolo di improvvisazione teatrale che nasce al momento, seguendo le indicazioni e i suggerimenti del pubblico. Uno spettacolo mai visto prima né replicabile… è chiaro? Se non è chiaro venite a vederlo.

dal 18 al 23 febbraio 2014
produzione Mercanti di Storie
MI SONO ARRESO A UN NANO
monologo musicale tragicomico ispirato alla vita ed alla poesia di Piero Ciampi
di e con Massimiliano Loizzi
musiche e arrangiamenti Giovanni Melucci

Uno spettacolo dedicato a Piero Ciampi, cantautore di straordinario insuccesso, talento burbero alla Bukowski, poeta della canzone e della bottiglia, grande amante del vino e delle donne. Un monologo musicale al decimo anno di rappresentazioni con oltre duecentocinquanta repliche, che ha riscosso unanime consenso di pubblico e critica, in bilico fra comico e drammatico, poesia e provocazione. Qui non si racconta la vita del poeta, ma lo si mette in scena attraverso alcuni dei suoi versi, fra i più grotteschi e rarefatti, per portare alla gente un uomo il più vicino possibile al ricordo che abbiamo di lui.

dal 28 febbraio al 2 marzo 2014
un progetto di Scuola di Teatro Paolo Grassi e Centro Teatrale MaMiMò
IL CANE, LA NOTTE E IL COLTELLO
di Marius von Mayenburg
regia Manuel Renga
drammaturgia Rocco Manfredi
traduzione Umberto Gandini
con Veronica Franzosi, Valentino Mannias, Daniele Pitaris

Una città deserta. Una calda notte d’agosto. Un vicolo cieco. Così ha inizio la storia di uno smarrimento fisico e metaforico all’interno del quale M, il protagonista della narrazione, si confronta con personaggi a tratti umani e a tratti bestiali. Questo smarrimento rappresenta il viaggio dell’Eroe attraverso un mondo altro in cui dovrà superare difficili prove, affrontare le sue paure e le paure della società da cui proviene. Sulla scena compaiono pochi oggetti: sono immagini, allucinazioni che appena dette, svaniscono. Tutto sul palcoscenico diviene inquietante e ambiguo. Solo l’amore, forse, salverà lo spettatore.

dal 4 al 9 marzo 2014 — SPECIALE FESTA DELLA DONNA
produzione Le Brugole
METAFISICA DELL’AMORE
testo Giovanna Donini e Francesca Tacca
con Roberta De Stefano, Annagaia Marchioro

Uno spettacolo comico che parla dell’amore. E soprattutto delle donne. Che amano le donne che amano altre donne che amano tutti gli altri, perché l’amore è un sentimento universale, tutti provano le stesse emozioni: lui e lui, lei e lei, lui e lei. Le attrici protagoniste raccontano e si raccontano, dando vita a una carrellata di personaggi esilaranti. Uno spettacolo dedicato a chi ha ancora voglia di amare e ridere di questo disgraziato dolore che ti prende allo stomaco senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione. Un passo in più verso il rispetto, perché la discriminazione, guardata col cuore, si rivela nella sua stupidità.

dall’11 al 16 marzo 2014 — PRIMA NAZIONALE
produzione Bottega dei Mestieri Teatrali
VATICANO S.p.A.
(titolo provvisorio)
tratto dai romanzi “Vaticano S.p.A.” e “Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi
di Giulio Cavalli con la collaborazione di Gianluigi Nuzzi

Scheda non presente

dal 18 al 23 marzo 2014
produzione Quelli di Grock
HOME SWEET HOME
di Valeria Cavalli
con Giulia Bacchetta, Andrea Robbiano
regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido

«Le statistiche dicono che una donna su tre vive come vivo io, in bilico. È vero, io sono un’equilibrista, sono stata addestrata a farlo, cammino su un filo, procedo attenta per evitare i passi falsi perché so che se sbaglio, se non presto attenzione, mi faccio male.»
Una madre e un figlio narrano una storia apparentemente normale ma che, in realtà, nasconde verità terribili, e mettono a fuoco l’insana complicità che spesso nasce fra vittima e carnefice, il complesso rapporto fra chi fa del male e chi pensa di meritarlo, la paura di confessare che il nemico è proprio lì, seduto accanto sul divano.

dal 25 al 30 marzo 2014 — PRIMA NAZIONALE
produzione Teatro della Cooperativa
LA GABBIA (figlia di notaio)
di Stefano Massini
con Federica Fabiani, Vincenza Pastore
regia Renato Sarti

Un dialogo ad altissima tensione. Dopo undici anni di silenzio una madre, scrittrice di successo, va a trovare la figlia ex-brigatista in prigione. Il silenzio, come il caldo, è soffocante e a volte è più pesante delle parole stesse. Parole mai dette, per volontà o difficoltà, ed è una sfida. Ora per la prima volta dopo undici anni sono una di fronte all’altra ed è un togliersi e mettersi maschere. La forza nasconde spesso paure, alibi, orgoglio. Una gabbia. Non solo quella fisica del carcere o della piccola stanza del parlatorio, ma una gabbia dell’anima che ciascuno si costruisce addosso giorno per giorno senza accorgersene, gabbie sociali, gabbie comunicative, dettate talvolta da scelte di vita spesso solo apparentemente opposte. Gabbie di ruolo: madre-figlia. La gabbia di un dialogo da sempre rimandato, sfuggito, evitato, finché a poco a poco, nel vuoto siderale della stanza, si assiste al lento riaffiorare di discorsi perduti, occasioni mancate, e forse alla fine si troveranno possibili incroci anche se di strade diverse. In un rapporto difficile, uno scontrarsi su convinzioni personali, sull’arte e sul vivere politico nella difficile cornice di un rapporto familiare complesso e distante.
“Ho sempre provato una forte attrazione per quei luoghi insospettati che si rivelano, nei fatti, autentici contenitori di parole. Luoghi che sono involucri di storie, scenari inconsapevoli e costanti di relazioni umane. Fra questi spazi c’è il parlatorio del carcere. Un luogo adibito soltanto a dialoghi. Uno spazio che nasce con l’esatta vocazione di accogliere scontri, incontri, racconti, confronti. E proprio per questa vocazione acquista una potente identità teatrale. Mi interessa esaminare il rapporto lucido, spietato, che rende quelle quattro pareti spettatrici silenti dei drammi di una sterminata umanità. Ho provato a pensare a quante possibilità di dialogo si aprano attorno al tavolo di un parlatorio, ed ho visto sfilare davanti ai miei occhi una schiera di ruoli sociali, una moltitudine di temi, di situazioni, di incastri della vita. Cos’è questo se non teatro? Per di più tutto questo materiale è reso molto efficace dallo sprone di una impellente urgenza, che lega i personaggi alla ricerca di soluzioni necessarie, sullo sfondo di conflitti irrisolti e incapacità di sostenere gli equilibri sociali. La scommessa sta nel tentativo di fotografare piccole storie di singoli individui come simbolo/paradigma di più complessi fenomeni sociali, qui drammaticamente inquadrati nell’edificio della reclusione e dell’espiazione.”
Stefano Massini

30 marzo 2014 – EVENTO SPECIALE FUORI STAGIONE
produzione Piccola Compagnia dell’Istinto
by Teatribù
IL PARASSITA
spettacolo di improvvisazione teatrale

Il parassita usa il suo ospite. Il parassita vive meno del suo ospite. Il parassita si relaziona con un solo ospite per volta e se ne nutre. Lo sfrutta. Ne fa casa e cibo. Ne fa ricovero e dispensa. Il parassita ha necessità del suo ospite e al contempo lo spolpa. Anche la Piccola Compagnia dell’Istinto fa questo, e come un perfetto parassita si nutre della scenografia e del progetto luci di uno spettacolo già esistente, quello che trova nel teatro che la ospita, per dare vita a uno spettacolo di improvvisazione teatrale che nasce al momento, seguendo le indicazioni e i suggerimenti del pubblico. Uno spettacolo mai visto prima né replicabile… è chiaro? Se non è chiaro venite a vederlo.

dal 2 al 6 aprile 2014 — PRIMA NAZIONALE
Terry Chegia presenta
produzione Piazzato Bianco
EVA!
con Rita Pelusio
di Rita Pelusio, Marianna Stefanucci, Riccardo Piferi
regia Marco Rampoldi

Una donna nuda, minuta, con una massa di capelli che le fa da vestito. Una donna sola nel “vuoto” paradiso. Gioca a scoprire, si perde e si ritrova. Scrive, annota e inventa. Eva è ingenua, beffarda, è clown. Gioca sulla donna, ironizza sui difetti, le tentazioni e i desideri. Ecco, Eva è una pulsione di gioco… mangiare una mela non è peccato ma lo è il coraggio di andare oltre, di disobbedire. Quante volte sottostiamo a leggi o imperativi per la paura di sbagliare? Stiamo accettando tutto quello che ci impongono, facendoci pensare che non ci sia altra soluzione, invece è solo dando quel “morso” che possiamo sperare di cambiare.

dall’8 al 13 aprile 2014
produzione Compagnia Teatrale Dionisi
con il sostegno di Aia Taumastica – Torre dell’Acquedotto
POTEVO ESSERE IO
di Renata Ciaravino
con Arianna Scommegna

Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e non smetteremo mai di essere, a chi è sopravvissuto all’infanzia e della cui sacralità ha saputo ben poco. “Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile. Due partenze, stessi presupposti, ma finali diversi. E in mezzo la vita. Chi racconta è quella bambina, che cerca di capire insieme allo spettatore cosa sono state queste due storie e se si sono veramente differenziate, o sono state solo due modi di vivere lo stesso sconcerto.
Renata Ciaravino

dal 15 al 17 aprile 2014 — PRIMA MILANESE
produzione Officina Teatro
DESAPARECIDOS
di Mirko D’Urso
spettacolo vietato ai minori di 16 anni

Estate 1977. Argentina. Questa è la storia di due giovani donne, di due amiche che come migliaia di altri ragazzi vennero rapite, carcerate e torturate durante il periodo della dittatura militare capeggiata da Jorge Rafael Videla tra il 1976 e il 1983. Non avevano colpe. Non erano terroriste. Erano solo ragazze che sognavano un futuro diverso per la propria nazione. Un centro clandestino di detenzione preventiva e di tortura. Una storia dura, violenta, tratta da testimonianze vere. Una storia di dolore e di amicizia. Un’amicizia in pericolo. Una storia triste. Lo stato. Corrotto. La chiesa. Collusa. Gli uomini. Sporchi. Sporchi come questa guerra. Una guerra sporca.

dal 5 al 17 maggio 2014
produzione Teatro della Cooperativa
THE GREAT DISASTER
di Patrick Kermann traduzione Matthieu Pastore
con Matthieu Pastore
regia Renato Sarti

È la storia di Giovanni Pastore, ma potrebbe essere la storia di migliaia di altri ragazzi che, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, hanno deciso di emigrare, di fuggire dalle campagne italiane per inseguire il sogno americano. È una storia violentemente banale, la comune parabola di un sogno frantumato, di una vita annegata tra le onde del destino, che riecheggia nella memoria di tutti i migranti, quelli di ieri e quelli di oggi.A vent’anni, Giovanni Pastore decide di lasciare la sua montagna in Friuli. Abbandona la mamma, le pecore, la natura e il suo amore per Cecilia e si lancia in un giro dell’Europa che, attraverso scoperte, scontri ed incontri, lo porterà, di appuntamenti in casualità, ad imbarcarsi sul Titanic, la nave dei sogni. Non come viaggiatore, non come clandestino, ma come lavoratore. Giovanni Pastore, lavapiatti del ristorante à la carte sul Titanic, addetto ai cucchiaini.“The Great Disaster” è la storia di un naufragio, o piuttosto di un galleggiamento, nel limbo della Storia. È la storia di un uomo ingenuo e sognatore schiacciato dai sogni del liberalismo. È il profondo e atemporale dislivello sociale che divide l’esistenza degli Uomini nella vita e nella morte. È la cerniera arrugginita di un mondo che, piano piano, tragicamente, ineluttabilmente, annega nelle onde della Storia.
“E hop
vent’anni nelle montagne
quindici anni ad imparare il francese e il tedesco
cinque giorni a lavare cucchiaini,e l’eternità a raccontare sempre la stessa storia
questa è la vita di Giovanni Pastore
che non avrebbe mai dovuto lasciare la mamma”

dal 19 al 25 maggio 2014
produzione Teatro della Cooperativa
NUDI E CRUDI
The Clothes They Stood Up In
dal racconto di Alan Bennett
traduzione e adattamento Edoardo Erba
con Max Pisu e Alessandra Faiella
con la partecipazione di Claudio Moneta
regia Marco Rampoldi

Il grandissimo successo letterario di Alan Bennett (già autore di “The History Boys”) diventa uno spettacolo teatrale.
Immaginate di rientrare una sera, dopo esser stati al Covent Garden per assistere a una splendida esecuzione del vostro amatissimo ‘Così fan tutte’, e trovare la vostra casa svuotata. Non rapinata – anzi ‘svaligiata’ perché anche nei momenti più difficili la precisione non deve venir meno: “le banche si rapinano, la case si svaligiano” – proprio completamente svuotata. Senza una sedia su cui lasciarsi cadere, un fornello con cui scaldare dell’acqua per fare un po’ di the, un telefono da cui chiamare la polizia (il cellulare non l’avete perché, per un avvocato maniaco della precisione, “rivela mancanza di organizzazione”). Persino la moquette è stata strappata… “l’avranno usata per avvoltolare lo stereo…”.
Immaginate di dover vagare per cercare aiuto e di incontrare personaggi sempre più stravaganti, mano a mano che i giorni passano e dei vostri ‘effetti personali’ non compare traccia… mentre voi vi adattate a vivere come campeggiatori in casa, trovandovi a fare i conti con le vostre identità e certezze…

info su www.teatrodellacooperativa.it

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