STAGIONE 2013/2014
TEATRO STABILE DELLA TOSCANA
TEATRO METASTASIO / TEATRO FABBRICONE
26 e 27ottobre 2013 | Teatro Metastasio
Omaggio a MASSIMO CASTRI
LA CANTATRICE CALVA
di Eugène Ionesco
regia Massimo Castri
in collaborazione con Marco Plini
È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le prove.
L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo.
6/10 novembre 2013 | Teatro Metastasio
IL RITORNO A CASA
di Harold Pinter
regia Peter Stein
Sin da quando ho visto la prima londinese, quasi 50 anni fa, ho desiderato mettere in scena Il ritorno a casa. È forse il lavoro più cupo di Pinter, che tratta dei profondi pericoli insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. La giungla nella quale si combatte è, naturalmente, la famiglia. I comportamenti formali, più o meno stabili, si tramutano in aggressività fatale e violenza sessuale quando uno dei fratelli con la sua nuova moglie ritorna dall’America. Tutte le ossessioni sessuali maschili in questa famiglia di serpenti si proiettano sull’unica donna presente. Nelle fantasie degli uomini, e nel loro comportamento, viene trasformata in puttana e non le rimane che la possibilità della vendetta, assumendo quel ruolo e soddisfacendo la loro bramosia più del previsto.
Come sempre nei finali di Pinter tutto rimane aperto. L’immagine finale mostra la donna imponente, con gli uomini frignanti e anelanti ai suoi piedi e nessuno sulla scena e nell’uditorio saprà quello che può accadere. È un lavoro esclusivamente per attori. L’iniziativa di questo allestimento è partita dai membri del cast de I Demoni che era abituato ad un lavoro di stretta interazione. Speriamo, quindi, con il nostro lavoro di poter essere all’altezza dell’opera.
15/24 novembre 2013 | Fabbricone
GIOCHI DI FAMIGLIA
di Biljana Srbljanovic
regia Paolo Magelli
Giochi di Famiglia ha luogo nella periferia degradata di una qualsiasi città europea e racconta di quattro bambini soli che giocano a fare gli adulti, ed è proprio aderendo alla cattiveria del mondo che ci circonda che questi bambini ci offriranno la possibilità di guardarci dentro l’anima oltrechè d’incontrarci con la brutalità che ognuno di noi nasconde dentro di sè.
Il testo della Srbljanovic rappresenta l’occasione per parlare della famiglia in una civiltà come la nostra che ha il culto della famiglia e di parlarne in modo spietato. Questi bambini parlano di genitori che in realtà non ci sono mai. Siamo noi grandi i grandi assenti. Questa famiglia che non c’è crea un modello non solo criticabile ma anche attaccabile. E il bambino alla fine di ogni scena uccide sempre i genitori e sempre in modo diverso. C’è della creatività disarmante, dispettosa ma soprattutto disperata e disperante. È un testo pieno di interrogativi: quali sono i discorsi che dovrebbero essere eliminati dalla nostra società? perché creiamo un esercito di ragazzi preparati ad abbassare la testa di fronte alle difficoltà invece di allevarli a una fierezza platonica? perché il mondo non cambia?
28 novembre/1° dicembre 2013 | Teatro Metastasio
ADRIANA ASTI in
LA VOCE UMANA / IL BELL’INDIFFERENTE
di Jean Cocteau
regia Benoît Jacquot
La voce umana
Una donna al telefono, nella sua camera da letto, aggrappata alla flebile voce dell’uomo che l’ha lasciata per un’altra. Il celebre atto unico – un intenso monologo della protagonista – ripercorre drammaticamente la parabola dell’amore finito.
Il bell’indifferente
Scritto per Edith Piaf, un altro celebre monologo femminile sulla fine di un amore. Alla presenza di una muta e indifferente figura maschile.
Le due pièce si susseguono, prima La voce umana, poi Il bell’indifferente. Nessun intervallo, appena il tempo di modificare a vista la scena. L’attrice scenderà dal palcoscenico, assisterà al cambio degli arredi da una poltrona della prima fila, risalirà non appena pronta la scena.
6/8 dicembre 2013 | Fabbricone
LA STANZA
di Harold Pinter
interpretato e diretto da Teatrino Giullare
All’interno della finestra di un palazzo di periferia, macchiato dall’ombra di una presenza misteriosa, si svolgono vicende umane di solitudine, insicurezza, pericolo incombente dai risvolti comici ed inquietanti.
Un testo prototipo di molti dei temi che dominano l’opera migliore di Pinter: una donna chiusa in un appartamento di un oscuro caseggiato e il suo silenzioso marito sentono la loro casa misteriosamente minacciata da presenze enigmatiche, da sospetti e preoccupanti personaggi in stato di guerra psicologico. L’aria della stanza si addensa, si carica di incertezza, di ansia, di violenza.
In bilico tra realtà e finzione, tra falso e vero, 2 attori danno vita a 6 personaggi dando modo ai protagonisti di manifestare la propria ambiguità attraverso maschere iperrealistiche in grado di deformarsi e sorprendere, in un vortice di apparizioni che amplifica l’enigma e l’attualità del testo.
13/15 dicembre 2013 | Teatro Metastasio – MONOGRAFIE DI PROTAGONISTI
CLÔTURE DE L’AMOUR
uno spettacolo di Pascal Rambert
con Luca Lazzareschi, Tamara Balducci
Alla domanda “chi amiamo quando amiamo?” Pascal Rambert non dà nessuna risposta, ma si aggira semplicemente nelle possibilità, senza rifiutare quei luoghi comuni che usano almeno una volta due persone che si separano, che cercano assieme le ragioni del proprio disamore.
L’autore e regista Pascal Rambert è un protagonista di spicco della scena francese dagli anni ’80. Con la pièce Clôture de l’amour, che ha debuttato al Festival di Avignone nel 2011, ha vinto in Francia il premio della critica 2012 per la “Miglior creazione di un testo teatrale in lingua francese” e il Gran premio della drammaturgia 2012. Lo spettacolo è stato tradotto e rappresentato in tutto il mondo. Ert ne produce la versione italiana.
9/12 gennaio 2014 | Teatro Metastasio
FRANCO BRANCIAROLI in
IL TEATRANTE
di Thomas Bernhard
regia Franco Branciaroli
Con la messinscena de Il teatrante, testo graffiante scritto nel 1985 dal grande romanziere e drammaturgo austriaco Thomas Bernhard, Franco Branciaroli continua la lunga riflessione sul Teatro e sul suo rapporto con la società attraverso la Memoria che ne è l’elemento fondamentale. Mentre in Servo di scena la Memoria è il presupposto stesso dell’azione scenica (da un lato la necessità di tener desta la memoria del popolo inglese durante la guerra, dall’altro gli sbandamenti della memoria di chi dovrebbe assumersi questo compito), ne Il teatrante, questa, viene messa direttamente a tema.
Raramente rappresentato in Italia, il testo fu messo in scena per la prima volta nel 1985, al Salzburger Festspiel dal regista Claus Peymann, e da lui stesso riallestito, nella stessa veste e con gli stessi attori, allo Schauspielhaus di Bochun e al Burgtheater di Vienna, nel 1986.
16/19 gennaio 2013 | Fabbricone
AMLETÒ
(gravi incomprensioni all’Hotel du Nord)
regia Giancarlo Sepe
Si poteva immaginare la tragedia del principino danese, angustiato e depresso, narrata nella Francia del 1939? La famiglia di Elsinore, in viaggio, che approda a Parigi e prende posto nell’hotel sul canale di Saint-Martin, così piena d’umido che non faceva rimpiangere i freddi della gelida Danimarca? Dubbia reputazione avevano gli avventori di quell’albergo alla buona che ospitava ebrei in fuga dalla Germania nazista, esiliati politici, prostitute e protettori, poeti e adolescenti col complesso edipico. La storia di Amleto come narrata da “I Parenti Terribili”, piena di tradimenti e gelosie, rimpianti e vendette, morti violente e valzer musette, amori inconfessabili e strane apparizioni…
23/26 gennaio 2013 | Teatro Metastasio
LA BISBETICA DOMATA
di William Shakespeare
regia Andrej Konchalovskij
«Potrei fare tutto Shakespeare perché è la vita stessa, una combinazione fantastica di terra e cielo, volgarità e poesia. I suoi personaggi sono più grandi della vita e hanno quel tocco di follia e assurdità che li rende più interessanti. Ho scelto La bisbetica perché, per la mia prima regia italiana, volevo un’opera italiana. Questa commedia rappresenta il vostro paese molto più di Romeo e Giulietta. È ambientata a Padova, i personaggi sono tutti italiani, e c’è anche la commedia dell’arte, pur se scritta da Shakespeare».
Protagonisti della commedia sono Mascia Musy e Federico Vanni e l’ambientazione evoca l’Italia degli anni Venti, con una scenografia più proiettata che costruita, le cui atmosfere strizzano l’occhio a Fellini. «La bisbetica – conclude il regista – sarà frutto di improvvisazione e coraggio, le doti che occorrono per reagire alla vita e al destino. Ogni spettacolo è un viaggio nell’oscurità che con la lingua, le scene, la personalità del regista e degli attori diventa luce».
30 gennaio/2 febbraio 2013 | Teatro Metastasio
IL SERVITORE DI DUE PADRONI
da Carlo Goldoni
regia Antonio Latella
Latella riparte “da” Goldoni, “da” come lui stesso spiega, perché questo Servitore è una totale riscrittura che vuole prendere forza dalla nostra tradizione per lanciarsi in avanti, nel tempo che deve venire. Parlare con la forza della tradizione all’uomo contemporaneo per Latella oggi è un dovere, più che una necessità: “Goldoni è il nostro teatro scritto, la nostra origine… Arlecchino è il nostro Amleto, non si può non incontrarlo nel proprio cammino teatrale, almeno per me.”
Nelle sue note di regia Latella scrive: “La menzogna è il tema che appartiene totalmente a questa commedia. Dietro la figura di Arlecchino (Truffaldino) la commedia si nasconde a se stessa, mente. Dietro agli inganni, ai salti, alle capriole del servitore più famoso del mondo la commedia mente agli spettatori: il personaggio che tanto li fa ridere è insieme tutte le menzogne e i colori degli altri personaggi. È uno specchietto per le allodole e sposta il punto di ascolto dell’intera commedia. Non c’è una figura onesta, tutto è falso, è baratto, commercializzazione di anime e sentimenti (…) Cosa resta? Il vuoto, graffiato dal sorriso beffardo delle maschere. (…) Il vuoto, forse l’orrore della nostra contemporaneità. L’orrore dell’uomo che davanti al peso del denaro perde peso (…)”
7/9 febbraio 2014 | Fabbricone
IL PADIGLIONE DELLE MERAVIGLIE
di Ettore Petrolini
regia Massimo Verdastro
Il padiglione delle meraviglie, scritto da Ettore Petrolini nel 1924, è una delle opere teatrali più amare e crudeli del grande attore e drammaturgo romano. In un atto unico in due quadri, l’autore fa rivivere l’ambiente che l’ha visto nascere all’arte: quella piazza Guglielmo Pepe di Roma, piena di baracconi e variegata umanità – guitti, ciarlatani, lottatori, donne magnetiche, selvaggi – dove il grande comico, poco più che adolescente, si esibiva come ‘donna sirena’.
Lalli gestisce, assieme alla moglie Zenaide, ‘il padiglione delle meraviglie’, nel quale egli presenta le sue attrazioni: Amalù il selvaggio, Elvira la sirena e i lottatori Tigre e Calligola. Tiberio è l’imbonitore del carrozzone, ma sta passando un periodo buio perché lasciato da Elvira, la quale ha una relazione con il Tigre. Inizia lo spettacolo ed ognuno presenta il suo numero. Giunto il momento del Tigre, Lalli esorta il pubblico a sfidarlo in un incontro di lotta. Come sfidante si propone però Tiberio, disposto a tutto pur di riconquistare Elvira. Inizia la lotta, che si capisce immediatamente non essere una finzione… L’epilogo assume le tinte del dramma.
13/16 febbraio 2014 | Teatro Metastasio – OMAGGIO A EDUARDO DE FILIPPO
LE VOCI DI DENTRO
di Eduardo De Filippo
regia Toni Servillo
“Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare. È inoltre l’autore italiano che con maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena. Affrontare le sue opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e sull’interpretazione. Il profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico, replica dopo replica.”
18/23 febbraio 2014 | Teatro Metastasio
I RAGAZZI IRRESISTIBILI
di Neil Simon
regia Marco Sciaccaluga
I ragazzi irresistibili è un omaggio alla vecchiaia di due grandi comici e insieme un’affettuosa testimonianza della gloriosa tradizione del vaudeville americano. È una commedia attraversata insieme da una comicità calorosa e da una poetica nostalgia; fonte per uno spettacolo, in cui un dialogo scintillante coniuga perfettamente realtà e finzione, attraverso il contributo recitativo di attori dalla forte personalità comunicativa.
Scritto negli anni della piena maturità di Neil Simon (classe 1927), I ragazzi irresistibili andò in scena con grande successo nel dicembre 1973, trovando ben presto anche la via dello schermo: sia cinematografico (1975, con Walter Matthau e George Burns), sia televisivo (1995, con Peter Falk e Woody Allen).
27 febbraio/2 marzo 2014 | Fabbricone – PROGETTO SPECIALE
ANTIGONE
dall’opera di Jean Anohuil
riduzione drammaturgica e regia Massimo Luconi
Antigone ribelle, Antigone eroica, Antigone figlia, ma soprattutto sorella, che si oppone alle leggi dello stato in nome dei diritti sacri della famiglia e del sangue. Dovunque vi siano discriminazioni razziali, conflitti, intolleranze religiose, dovunque una minoranza levi la sua voce a reclamare giustizia, Antigone torna ad assumere il ruolo dell’eroina che sfida i regimi totalitari in nome della pietas universale che si estende a tutti gli uomini sentiti come fratelli, superando ogni limite o divisione tribale e nazionalistica.
Attraverso la storia di Antigone rivive uno dei miti che da più di due millenni attraversa la nostra civiltà e che è di forte e tragica attualità nella storia dell’Africa contemporanea.
Nel lavorare a una messinscena di un testo così emblematico e nello stesso tempo semplice, come Antigone, ho pensato a un dramma a tesi, asciutto e compatto, impostato con la linearità della parabola e del teatro didascalico, unendo esperienze e influssi del teatro europeo d’avanguardia e modalità del teatro tradizionale africano.
7/9 marzo 2014 | Fabbricone
ANDERSEN 2014
ideazione e regia di Emanuela Ponzano
C’erano una volta le fiabe.
Piccoli e poetici specchi della società che allietavano i lettori e gli ascoltatori. Oggi basta sfogliare la realtà per scoprire che le fiabe sono ovunque. Tra violenza, crudeltà e poesia “Quali sono le nostre fiabe oggi?”
Leggende Metropolitane, fiabe crudeli, filastrocche e ninnananne. Le fiabe rimangono oggi il nostro patrimonio comunicativo più antico e non sono solo favole… Usiamole come metafora del presente, lasciamo loro il compito di parafrasare la realtà.
Il “brutto anatroccolo”, “Le scarpette rosse”, “La piccola fiammiferaia”, “I vestiti nuovi dell’Imperatore”,”Il soldatino di Stagno”, “La sirenetta”, “Il Burattinaio”, “L’ombra”… Tramandate di generazione in generazione, le fiabe di Hans Christian Andersen sono storie vere e inventate di uomini, cose e animali, che hanno un’impronta indefinibile di ironia e ingenua finezza popolana. Un mondo spesso spietato, a volte generoso che esprime le paure, le speranze, le difficoltà della vita. Cosa ci lasciano queste fiabe e perché non riusciamo a scordarle?
13/16 marzo 2014 | Teatro Metastasio
QUARTETT / LE RELAZIONI PERICOLOSE
di Heiner Müller
regia Valter Malosti
Quartett (1982) di Heiner Müller (1929-95), artista ribelle e contraddittorio vissuto, per scelta, nella Germania orientale, e probabilmente il maggiore drammaturgo di lingua tedesca del Novecento insieme a Bertolt Brecht, prende ispirazione dal conturbante romanzo epistolare di Choderlos de Laclos Le relazioni pericolose, scritto esattamente due secoli prima (1782), e tornato in auge grazie a due recenti e fortunate trasposizioni cinematografiche di Miloš Forman (la sceneggiatura era di Cristopher Hampton), e di Stephen Frears (da ricordare anche il film del 1959 di Roger Vadim con Gérard Philippe e Jeanne Moreau).
Il romanzo narra le avventure di due nobili e crudeli libertini, il visconte Valmont e la marchesa di Merteuil, ed è considerato uno dei capolavori della letteratura francese, anche se Heiner Müller precisa – non sappiamo quanto snobisticamente – che non ha mai letto il romanzo dall’inizio alla fine. La sua fonte primaria, afferma, è stata la prefazione di Heinrich Mann alla propria traduzione del testo di Laclos in lingua tedesca.
La versione di Müller è sicuramente più brutale, atrocemente spudorata e piena di humor nero, scritta in prosa ma con una lingua dall’andamento fortemente poetico e di magmatica fisicità.
20/23 marzo 2014 | Teatro Metastasio – OMAGGIO A EDUARDO DE FILIPPO
NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo De Filippo
regia e adattamento Fausto Russo Alesi
È con gioia, paura, emozionata curiosità ed una buona dose di follia, che mi avventuro alla scoperta del teatro di Eduardo De Filippo.
È da molto tempo che coltivo il desiderio di accostarmi a questo grande attore-autore-regista e al suo patrimonio drammaturgico e Natale in casa Cupiello, in questa versione solitaria, mi è sembrato un modo possibile, una chiave d’accesso per incontrare la sua arte e il suo linguaggio. È difficile definire Natale in casa Cupiello, perché è un testo semplice e complesso allo stesso tempo. Semplice perché popolare, familiare e complesso perché umano, realistico sì, ma soprattutto metaforico. Quando leggo Natale in casa Cupiello, ho la sensazione di trovarmi davanti ad un meraviglioso spartito musicale, un vibrante veicolo di comunicazione, profondità e poesia.
È incredibile, a soli 31 anni Eduardo recitava la parte del vecchio padre di famiglia, antieroe-bambino, Luca Cupiello, personaggio che avrebbe interpretato credo quasi fino agli ottant’anni. È come se con questo personaggio lui ci avesse raccontato una parabola sulla vita. Questa è oltre tutto un’opera di scambio tra generazioni a confronto. E fu Eduardo stesso che arrivò a affermare che il punto di arrivo dell’uomo è la nascita, mentre il punto di partenza dal mondo e punto di partenza per le nuove generazioni è la morte.
Ed è da qui che io voglio partire: dalla malinconia di un’assenza.
28/30 marzo 2014 | Fabbricone
ORCHIDEE [RECENSIONE]
Compagnia Pippo Delbono
uno spettacolo di Pippo Delbono
Orchidee – sebbene possa apparire insolito se confrontato con i titoli del suo repertorio – rappresenta un fiore esotico e delicato, elegante e suggestivo che sovente abbellisce i salotti delle case borghesi in esemplari artificiali e questo fiore riassume il senso del viaggio che Delbono ha intrapreso insieme alla sua compagnia di sempre: omogenea nella sua disomogeneità.
In Orchidee Pippo Delbono viaggia nelle diverse dimensioni dello spazio teatrale, trascina nella sua danza imprevedibile i fantasmi del cinema, guida i suoi attori attraverso gli specchi. Omaggi alle immagini. Nel suo nuovo spettacolo, Delbono mette in scena il falso di fronte al vero, oppone i codici della finzione cinematografica all’arte dello spettacolo dal vivo, alla verità dell’azione teatrale in scena. A Pippo Delbono piace rompere le barriere. Vuole invitare, come un ‘terrorista della cultura’ a una festa che infiamma, rendere omaggio ai vivi e alla verità delle cose, alla bellezza luminosa degli esseri sempre in preda alla luce oscura della luna.
5 e 6 aprile 2014 | Fabbricone
UBU ROI [RECENSIONE]
di Alfred Jarry
regia Roberto Latini
Io credo nel Teatro. Ovvero, nell’occasione del Teatro.
Nei classici e nel contemporaneo, come ‘declinazione’.
Jarry ci restituisce all’occasione teatro superando addirittura la natura stessa del suo testo.
Non sono le parole, la struttura, la trama addirittura, addirittura la drammaturgia, ma lo spirito di libertà che accompagna ogni scena. È come se l’autore avesse voluto darci questa libertà creativa, proporre Teatro e non letteratura.
Scrivo Jarry e penso si possa leggere Shakespeare.
Abbiamo lavorato tenendo questo continuo riferimento, tutti i parallelismi possibili.
Li abbiamo distillati, scelti, evocati, da Macbeth ad Amleto, passando per Romeo e Giulietta o Giulio Cesare o La tempesta.
Abbiamo integrato Jarry col suo proprio modello e Shakespeare con l’inventore della patafisica, li abbiamo entrambi ricondotti al nostro tempo teatrale, al nostro sentire, al nostro modo di stare al Teatro.
11/13 aprile 2014 | Fabbricone
AD UN PASSO DAL CIELO (W LA MAFIA)
di e con Aldo Rapè
regia Nicola Vero
Uno spettacolo intimo e poetico.
Un inno alla vita ed un grido disperato contro tutte le mafie e le sue più aberranti manifestazioni.
Lo spettacolo, pluripremiato, ha debuttato nel 2004 ottenendo grandi consensi di pubblico e critica.
Dal lontano 2004 sino ad oggi quasi 500 repliche. È stato messo in scena nei teatri, nelle scuole, alla presenza di parenti di vittime di mafia, nelle chiese, nei palazzi divelti dalle bombe, nei quartieri a rischio.
Una storia che fa vibrare l’anima, che regala emozioni forti, che pone dei dubbi, che impone una riflessione profonda a ciascuno di noi, sulla nostra vita, sulle nostre scelte.
Primaquinta Teatro è lieta di presentare queste performance che, per l’immediatezza della messa in scena e la delicatezza del tema trattato, si distingue da numerose pièce teatrali in materia di contrasto alla criminalità.
Per non dimenticare…
16 e 17 aprile 2014 | Teatro Metastasio – MONOGRAFIE DI PROTAGONISTI
PASSIONE
un progetto di Daniela Nicosia
con Maddalena Crippa e Giovanni Crippa
L’inferno della solitudine e il paradiso della Duità, tra questi due poli si dispiega la storia di Felicita, la “disaccentuata”, e della sua disperata ricerca d’amore. Un’esistenza intessuta di dolore, sconvolta dalla morte improvvisa, a soli diciotto anni, del fratello, amato così tanto da sfiorare l’incesto, dalla violenza sessuale subita, dall’innamoramento per il Cristo, col conseguente prendere i veli, e infine dall’amore per la giovane Letizia, grazie al quale Felicita conosce la felicità, solo per un attimo destinato a tradursi in tragedia.
Dolore, fatica e violenza compongono la via crucis della vita, in una vicenda blasfema e carnalmente mistica, in cui il rapporto religioso può apparire dissacrato, mentre racchiude, insieme all’invettiva, tutto lo strazio e l’umiltà della preghiera, in un costante dialogo con Cristo.
Sullo sfondo il paesaggio umano di una Brianza di struggimenti e di miseria.
info su www.metastasio.net