STAGIONE 2013/2014
TEATRO GOLDONI DI VENEZIA
TEATRO STABILE DEL VENETO
13-19 novembre 2013
IL DISCORSO DEL RE
di David Seidler
regia Luca Barbareschi
con Luca Barbareschi, Filippo Dini, Astrid Meloni Chiara Claudi, Roberto Mantovani
La commedia è ambientata in una Londra surreale, a cavallo tra gli anni 20 e 30, ed è centrata sulle vicende di Albert, secondogenito balbuziente del Re Giorgio V.
Dopo la morte del padre, il timido e complessato duca di York non sarebbe dovuto salire al trono d’Inghilterra. Il primogenito era infatti Edoardo, che divenne sì re ma che, per amore di Wallis Simpson, abdicò neppure un anno dopo. A Bertie, o meglio ad Albert Frederick Arthur George Windsor, toccò il peso della corona diventando sovrano con il nome di Giorgio VI.
23-24 novembre 2013
PASSIONE
regia Daniela Nicosia
con Maddalena Crippa, Giovanni Crippa,
L’inferno della solitudine e il paradiso della Duità, tra questi due poli si dispiega la storia di Felicita, la “disaccentuata”, e della sua disperata ricerca d’amore. Un’esistenza intessuta di dolore, sconvolta dalla morte improvvisa, a soli diciotto anni, del fratello, amato così tanto da sfiorare l’incesto, dalla violenza sessuale subita, dall’innamoramento per il Cristo, col conseguente prendere i veli, e infine dall’amore per la giovane Letizia, grazie al quale Felicita conosce la felicità, solo per un attimo destinato a tradursi in tragedia.
Dolore, fatica e violenza compongono la via crucis della vita, in una vicenda blasfema e carnalmente mistica, in cui il rapporto religioso può apparire dissacrato, mentre racchiude, insieme all’invettiva, tutto lo strazio e l’umiltà della preghiera, in un costante dialogo con Cristo.
Sullo sfondo il paesaggio umano di una Brianza di struggimenti e di miseria.
27 novembre – 1 dicembre 2013
IL SERVITORE DI DUE PADRONI
di Ken Ponzio
regia Antonio Latella
con (in ordine di apparizione), Marco Cacciola, Giovanni Franzoni, Federica Fracassi, Roberto Latini
Latella riparte “da” Goldoni, “da” come lui stesso spiega, perché questo Servitore è una totale riscrittura che vuole prendere forza dalla nostra tradizione per lanciarsi in avanti, nel tempo che deve venire. Parlare con la forza della tradizione all’uomo contemporaneo per Latella oggi è un dovere, più che una necessità: “Goldoni è il nostro teatro scritto, la nostra origine… Arlecchino è il nostro Amleto, non si può non incontrarlo nel proprio cammino teatrale, almeno per me.”
4-6 dicembre 2013
SIOR TITA PARON
di Gino Rocca
regia Lorenzo Maragoni
con (in ordine alfabetico), Anna De Franceschi, Davide Dolores, Francesco Folena Comini, Riccardo Maschi
Il repertorio veneto andava riscoperto e proposto nuovamente al pubblico contemporaneo: di questo abbiamo fatto, dunque, la mission del nostro lavoro comune, riunendo risorse, energie e competenze. Ci siamo affidati alle intuizioni dei nostri registi, al talento dei migliori attori veneti e non solo, ne abbiamo scoperti di nuovi, dando opportunità di crescita a molti.
Ripartiamo per la stagione 2013/ 2014 da un altro caposaldo della drammaturgia veneta, Sior Tita paron di Gino Rocca, gemma straordinaria della drammaturgia del secolo scorso affidandoci, sicuri, alla vocazione e al talento di un gruppo di giovani professionisti chiamati a confrontarsi con la nostra migliore tradizione.
12-15 dicembre 2013
THE COUNTRY
di Martin Crimp
regia Roberto Andò
con Laura Morante, Gigio Alberti, Stefania Ugomari Di Blas
“Leggendo The country, dapprima nella bella traduzione di Alessandra Serra, poi nell’originale inglese – scrive Andò nelle sue note di regia – ho avuto la conferma di un autore di prima grandezza, col dono di una scrittura magistrale. Nella casa in campagna in cui ha convocato i tre personaggi della sua commedia, Corinne, Richard e Rebecca, Crimp muove il mistero a partire da un incidente che fa da antefatto all’azione. Richard ha trovato una giovane donna svenuta per strada e l’ha portata in casa, Corinne ha il dubbio che lui la conoscesse già e da qui, passo dopo passo, lo spettatore verrà informato che la coppia è da tempo ostaggio di un altro ospite inquietante. Una storia di menzogne, di persone legate da inesplicabili sottomissioni, da torbide attrazioni sbilanciate, una storia d’amore tra un uomo e una donna in attesa di redenzione.”
8-12 gennaio 2014
HEDDA GABLER
di Henrik Ibsen
regiaAntonio Calenda
con Manuela Mandracchia, Luciano Roman, Jacopo Venturiero, Simonetta Cartia, Federica Rosellini
Gelida e altera, consapevole del proprio fascino eppure fragile nella sua intima frustrazione, nella sua incapacità di vivere serenamente la propria femminilità, ossessionata dal successo e rapita da un vortice di egoismo, rivalità, deleteria intransigenza: Hedda Gabler è una delle più problematiche, febbrili e seduttive figure femminili ibseniane.
È a questo personaggio e alle suggestioni dell’opera di Henrik Ibsen che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – assieme alla compagnia ENFI Teatro – si volge, intraprendendo un significativo itinerario nella grande drammaturgia classica europea. Antonio Calenda affronta Hedda Gabler dirigendo nel ruolo del titolo Manuela Mandracchia, interprete sensibile, uno dei nomi di spicco dell’attuale mondo teatrale italiano.
22-24 gennaio 2014
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
PER CORPI E OMBRE
da
A midsummer night’s dream
di Félix Mendelssohn-Bartholdy
regia Fabrizio Montecchi
con Veronica Bracaccini, Mattia De Salve, Maria Focaraccio, Julio Cesar Quintanilla, Armando Rossi
Nel nostro Sogno, a differenza dell’originale shakespeariano, non ci sono Teseo e Ippolita e nemmeno gli Artigiani.
Abbiamo preferito seguire solo gli Amanti nel loro perdersi nel bosco e intrecciare le loro storie con quelle di Puck, Oberon e Titania.
Vedrete dunque i danzatori diventare gli Amanti e raccontarci dei sentimenti che li legano e li dividono.
29 gennaio – 2 febbraio 2014
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Vasil’evic Gogol’
regia Damiano Michieletto
con (in ordine alfabetico), Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati
“Guarda queste banconote, sono tutte sporche!”
E’ una battuta detta dal presunto Ispettore generale dopo aver ricevuto i soldi con i quali tutti cercano di corromperlo. Questi soldi sono sporchi: unti di grasso, di terra… forse accartocciati e logori.
In un grande testo, vi si accede spesso tramite un piccolo dettaglio, come una piccola chiave che può iniziare a far cigolare un grande portone. Questa battuta è stata un indizio per aprire la mia immaginazione sui personaggi di Gogol.
12-16 febbraio 2014
OPERETTE MORALI
di Giacomo Leopardi
regia Mario Martone
scene Mimmo Paladino
costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari
suoni Hubert Westkemper
Le Operette morali sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e novelle, che Giacomo Leopardi scrive tra il 1824 ed il 1832.
In essi troviamo l’anima più profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della gloria. I temi affrontati sono fondamentali, primari: la ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico strumento per sfuggire alla disperazione.
26 febbraio – 2 marzo 2014
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
regia Marco Bernardi
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni, Xenia Bevitori, Gaia Insegna
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano è Paolo Bonacelli a vestire i “mitici” panni dell’ipocondriaco Argante, affiancato da una compagnia affiatata guidata da Patrizia Milani e Carlo Simoni. Premiata dal pubblico e dalla critica, questa versione del Malato immaginario approfondisce il carattere duplice della commedia, in cui la perfetta costruzione comica di un’esilarante farsa è intrisa di riflessioni amare sulla condizione umana e si snoda lungo i tre atti fino a dispiegare un alone onirico. Lo scontro tra due forze opposte è, secondo il regista, il tema interpretativo dell’ultimo grande capolavoro del commediografo francese: “da un lato la formidabile struttura comica, con la sua perfetta efficacia e il ritmo forsennato, dall’altro la particolare percezione del testo, “insanguinato” dalla morte di Molière quasi in scena e quindi riletto alla luce della sua biografia”.
8-9 marzo 2014
IDOLI
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con Gabriele De Luca, Giulia Maulucci, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
“se ti addormenti sotto alla neve non la senti la morte che arriva…”
Lo spettacolo esplora i nuovi vizi capitali della nostra società, le sue deformazioni individuali e collettive, le tendenze incontrollabili, spesso disastrose, che dietro l’apparente normalità degli uomini e del loro vivere quotidiano celano lo scenario inquietante di una società alla deriva. Conflittualità con il mondo esterno e con se stessi, noia di vivere, assenza di interessi, vuoto interiore, apatia morale, rabbia, frustrazioni… frammenti di umanità che si vanno ad incastonare all’interno di un desolante quadro di vita contemporanea. Una coppia, una famiglia, un nipote e un nonno sono i protagonisti di questa “commedia nera” nella quale nessuno è salvo. Crudele e grottesco. Divertente e osceno. Perché è proprio della vita l’intreccio tra l’odio feroce e una torta.
13-16 marzo 2014
FROST/NIXON
di Peter Morgan
con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani
Bugie e potere. Responsabilità e potere. Un match che mette a confronto il potere politico e quello mediatico e la loro tracotanza. Due strumenti che posso essere al servizio del bene comune e dell’emancipazione dei cittadini, come anche essere strumento di asservimento e di sopraffazione. L’importanza della scelta, del senso di responsabilità, del senso etico individuale nell’agire del politico e del giornalista. E, al contrario, l’autoindulgenza del potere che si mette al di sopra di tutti e di tutto e si autoassolve, pervicacemente convinto della propria autocratica impunità.
In Frost-Nixon va in scena il primo caso storico di televisione-spettacolo dove questi temi sono splendidamente restituiti in tutta la loro densità drammatica. Vi si racconta il duello televisivo tra Frost e Nixon, terminato con la confessione di Nixon – mai ottenuta prima – sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del potere del presidente degli Stati Uniti. Una confessione, negli ultimi secondi trasmissione, di un Nixon combattivo, orgoglioso, ma messo alle corde dalla precisione delle domande, delle date e dei riscontri. Un episodio storico realmente accaduto.
19-23 marzo 2014
BALLATA DI UOMINI E CANI
dedicata a Jack London
di Marco Paolini
con Marco Paolini, Lorenzo Monguzzi, Angelo Baselli, Gianluca Casadei
Ballata di uomini e cani è un titolo provvisorio per un tributo a Jack London.
A lui devo una parte del mio immaginario di ragazzo, ma Jack non è uno scrittore per ragazzi, la definizione gli sta stretta. È un testimone di parte, si schiera, si compromette, quello che fa entra in contraddittorio con quello che pensa. È facile usarlo per sostenere un punto di vista, ma anche il suo contrario: Zanna Bianca e Il richiamo della foresta sono antitetici. La sua vita è fatta di periodi che hanno un inizio e una fine e non si ripetono più.
Lo scrittore parte da quei periodi per inventare storie credibili dove l’invenzione affonda nell’esperienza ma la supera.
3-6 aprile 2014
SPRING AWAKENING
di Steven Sater
con Flavio Gismondi, Federico Marignetti, Arianna Battilana, Tania Tuccinardi, Gianluca Ferrato
Mamma, perché non mi hai detto tutto?
Opera prima del grande drammaturgo tedesco Frank Wedekind, Risveglio di primavera è un lavoro travolgente, dionisiaco, forte senza mezzi termini e per alcuni tuttora “irrappresentabile”.
Un Wedekind ventisettenne racconta le vicissitudini di un gruppo di ragazzi nel pieno del loro “risveglio” in un’epoca e in una società che li isolano, li reprimono e negano loro ogni spontaneità, dal gioco alla sessualità. Wedekind inscena tutto questo ancora prima di chiunque altro e crea un labirinto di genitori ciechi, scuole mute e collegi sordi, in cui i piccoli protagonisti sembrano destinati a tacere, o peggio a soccombere.
12-13 aprile 2014
LA VEDOVA ALLEGRA
di Victor Léon e Leo Stein
regia Corrado Abbati
La vedova allegra, ancora oggi uno degli spettacoli più rappresentati al mondo che, dopo più di cento anni, fa ancora sorridere, emozionare e divertire tutti. Nel 1861 il commediografo e librettista francese Henri Meilhac scrisse questa commedia che però ebbe successo solo molti anni dopo, nel 1905, grazie al contributo musicale di Franz Lèhar. Ne La vedova allegra i protagonisti sono coinvolti in un divertente scambio di coppie, di promesse, sospetti e rivelazioni. Ingredienti, questi, di un’operetta in cui il parapiglia generale si ricompone alla fine con un matrimonio, quello tra la bella vedova Anna Glavari e il diplomatico Danilo. Nel finale tutti si ritrovano a cantare il motivo: “È scabroso le donne studiar!”, sullo sfondo di una Parigi allegra, elegante e spensierata in un tripudio di allegria che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. Tra gli allestimenti italiani più visti e più belli di questo lavoro c’è sicuramente quello della compagnia di Corrado Abbati, tra le più affermate nel campo dell’operetta, realizzato in occasione del centenario della commedia. Uno spettacolo ricco e brioso, in cui dominano le interpretazioni degli attori tutti affiatati, con bei costumi che valorizzano il corpo di ballo.
23-27 aprile 2014
LE VOCI DI DENTRO
di Eduardo De Filippo
regia Toni Servillo
con Chiara Baffi, Betti Pedrazzi, Marcello Romolo, Toni Servillo, Peppe Servillo
“Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare. E’ inoltre l’autore italiano che con maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena. Affrontare le sue opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e sull’interpretazione. Il profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico, replica dopo replica.”
info su www.teatrostabiledelveneto.it