Una donna sola in scena: figura di rappresentanza, rappresentazione di se stessa e ancora rappresentante della necessità di essere o fungere per tanti, troppi ruoli. Se volessimo provare a riassumere in un’immagine il profluvio di concetti e parole di Senza niente 2: Il presidente, forse potremmo iniziare così. Secondo di quattro capitoli – il primo dei quali già presentato l’anno scorso all’interno della stessa rassegna – la piece vede Marina Visentini sviscerare la sua reale figura di direttore di compagnia di Teatro Magro fra refusi di pronuncia, ritmica verbale e un forte imprinting di densità linguistica, divenuti pure metafora di quello scarto che sovente si crea fra la vocazione, la dedizione ad un mestiere e l’adattamento a volte avvilente delle dinamiche di concretizzazione, dei meccanismi di un ambiente, peggio di un sistema intero. La grande padronanza dei mezzi scenici, il controllo interpretativo, la precisione della partitura lasciano seguire senza sbavature la parabola argomentativa, riconciliata nella temperanza della dichiarazione finale: passione, urgenza e amore si rivelano sostanzialmente redentori vigili di ogni contraddizione, delle molte discrepanze fra arte e sistema, volontà culturale e assuefazione sociale. Uniche perplessità potrebbero sorgere sulla ristrettezza di contesto, per quanto qui connaturata quindi forse inevitabile, e sulla “morbidezza” della conclusione. (Marianna Masselli)
Teatro Magro, esperienza anomala nel territorio teatrale italiano, trova nel termine “cooperativa” la propria definizione di identità, da cui dipendono non soltanto la gestione o le collaborazioni con aziende di diverso settore, ma anche una vera e propria filosofia di vita. Senza Niente, la quadrilogia di cui abbiamo visto il secondo episodio, Il Presidente (l’anno precedente venne presentato in questa sede il primo, L’attore) dirige volontariamente lo sguardo su di sé: ogni personaggio è interpretato dall’effettiva figura che rappresenta – in questo caso si tratta del presidente Marina Visentini – in un’autoreferenzialità che finisce per diventare manifesto della propria mission. Tolto tutto, cosa hanno da dire un attore, un presidente, un amministratore e un regista sulla propria condizione rispetto allo stato – critico – in cui si trovano a operare? Sembra come se il teatro si trovi sommerso, fuoriuscendo solo a tratti, nelle note di un Brecht frammentato da pensieri quotidiani o in un fagotto alla Rem & Cap, alla fine di un denudamento prima che fisico quasi etico. Per il resto, dall’iniziale provocazione su una puntualità mancante che riguarda tutti, l’assolo – costruito sulla base di un testo della stessa Visentini – mostra una carrellata di quadri diversi, in cui la vita sembra trovarsi dentro certi refusi del pensiero e parole storpiate con finta distrazione che invece finiscono per attirare attenzione proprio in quella deviazione, in quello scarto di tempo necessario al recupero del discorso. (Viviana Raciti)
Queste brevi recensioni fanno parte di “Cartoline da Kilowatt 2013”
TEATRO MAGRO “SENZA NIENTE 2: IL PRESIDENTE”
regia / director Flavio Cortellazzi
con / with Marina Visentini
durata / lenght 45’