«I loggionisti, a Parma o a Milano, di solito, si incazzano: guai a toccare Verdi!»
Con la solita verve polemica Andrea Porcheddu nell’editoriale di oggi riflette sull’effetto che i classici ancora hanno sul pubblico medio, soprattutto quando non sono filologicamente corretti. E anche alla Biennale riscritture e regie “scorrette” non sono mancate. A Sergio lo Gatto il compito di fare il punto su un altro tema centrale nella produzione teatrale del secondo Novecento: la creazione collettiva. Dal laboratorio alla compagnia. Sul filo della pungente ironia leggiamo con piacere i commenti di Camilla Lietti circa le tendenze che dominano il look in Biennale: «Coraggioso infine l’integralismo del collant con clima torrido, sicura morte della traspirazione.»
Il focus critico per i singoli spettacoli, accompagnato come sempre dalle fotografie di Futura Tittaferrante e dalle illustrazioni di Mariagiulia Colace, è proiettato sulla compagnia di Claudio Tolcachir (recensione di El viento en un violín a cura di Rossella Menna) e sul lavoro dell’Accademia degli Artefatti, la compagnia guidata da Fabrizio Arcuri in scena con Cinna è stata recensita da Diego Pizzorno. (A.P.)
Scarica il pdf – La Tempesta numero 5 – martedì 6 agosto 2013
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