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La Tempesta 10 – Titoli di coda

Tempesta 10Si chiude, si va. Si smobilita nella sala al primo piano con vista mare, che poi a Venezia più che una promessa scintillante, alcune volte è una minaccia. Perché l’acqua era alta questi ultimi giorni, il tempo stava girando. E forse è questo il clima che si sente dentro ogni volta che un’avventura simile si avvia alla conclusione. Nel teatro – sola fra tutte le arti – l’unica opportunità di ravvivare esperienze precedenti, rivivere ciò che più non esiste, è la capacità di trasmettere e accogliere una testimonianza, assimilando il principio di relazione nella continuità, nel divenire. In teatro non si dimentica, non si fa cadere dietro le spalle il tempo vissuto: questo è, ora, perché questo è stato.

E allora che la redazione de La Tempesta con il suo direttore Andrea Porcheddu lascia la Biennale, c’è da fare la misura degli incontri e delle malinconie, tutto ciò che si lascia, tutto ciò che si porta con sé. Nessuna recensione, niente più da presentare se non la fase finale dei laboratori shakespeariani che a quest’ora sarà già conclusa. Niente che sarà. Ma già dare conto di cosa è stato e lasciare poi all’immagine, alla visione, i titoli di coda. La redazione allora si concede in prima pagina – sotto un bellissimo lavoro ibrido ottenuto fra una fotografia di Futura Tittaferrante e un sovra-illustrazione di Mariagiulia Colace, alle quali spetterà tutta la seconda pagina – di mescolare il lavoro giornalistico con i primi ricordi, miscela di tempi verbali che sperimentano già la confusa appartenenza a pochi giorni di festival che da domani saranno parte di un sogno precedente. Ma è l’editoriale di oggi, a firma del responsabile Roberta Ferraresi per la prima volta in pagina, cui spetta il compito di comprendere e testimoniare, già, anche sé stessi: che cos’è La Tempesta? A cosa serve? Come si inserisce nello stato della critica nazionale in anni di fermento e partecipazione? Il mare stava appaiandosi alla banchina, il vento iniziava a soffiare quella polvere d’acqua come un presentimento, si alzava una nube vaporosa: nel seno si addensa un grumo di salsedine, dove si attenua una Tempesta passata, già il mare ne promette una nuova. (S.N.)

Scarica il pdf – La Tempesta numero 10  – domenica 11 agosto 2013 

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info: www.labiennale.org/it/teatro

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